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Crociata: «Stabilità presupposto per la tenuta del Paese»

Il segretario generale della Cei al termine del Consiglio permanente: «La politica eviti inutili litigiosità per non perdere il treno della ripresa». Con il Papa «cammino desiderato e condiviso»

"Occorre lavorare a soluzioni che garantiscano la stabilità, presupposto per la tenuta del Paese e per la coesione sociale, in questo momento di crisi: è un valore da perseguire in tutti i modi". È quanto ha sottolienato il segretario della Cei, monsignor Mariano Crociata, a proposito dei possibili scenari di una crisi di governo in Italia, illustrando il documento finale stilato al termine del suo consiglio permanente dalla Conferenza episcopale italiana.

I fatti che ogni giorno vediamo attestati dalla comunicazione vedono persistere se non aggravarsi la questione occupazionale. È in funzione di questo che nel Consiglio episcopale permanente è emersa una piena condivisione dell'appello del cardinale Bagnaso a tutti coloro che hanno responsabilità: dobbiamo evitare inutili divisioni per non perdere il treno della ripresa", ha spiegato Crociata. 

I vescovi hanno evidenziato l’importanza di non far mancare una «lettura teologica» al momento storico, capace di portare anche a revisione il linguaggio della fede: nella preoccupazione «per le condizioni di tante famiglie» hanno richiamato la politica «a fare la sua parte, evitando inutili litigiosità e impegnandosi a non perdere il treno della ripresa». «In questa direzione - è scritto nel comunicato finale della Cei - il richiamo dei vescovi ai rappresentanti del bene comune si è esteso alla necessità di evitare in ogni modo inutili divisioni, destinate unicamente ad allontanare il treno della ripresa economica».

Nella conferenza stampa presso la sede di Radio Vaticana, il segretario generale della Cei ha risposto anche alla domanda su una presunta “dettatura di tempi” e “compiti” da parte del Papa all’episcopato italiano. Monsignor Crociata ha affermato che “è impreciso parlare del Papa che avrebbe ‘dettato i tempi’ ai vescovi italiani, o parlare di “compiti dati dal Papa”. “Nel senso - ha proseguito - che noi vescovi i tempi e i compiti che eventualmente il Papa ci dà li accogliamo incondizionatamente. Però in questo caso esprimersi così non risponde totalmente al vero”. Monsignor Crociata invece ha parlato di “condivisione cordiale e disponibile” su un “cammino desiderato e condiviso per rispondere all’esigenza della missione della Chiesa oggi in Italia”. ​

© Avvenire, 27 settembre 2013

 

Il testo integrale del Comunicato finale

 

 

 

Lo sfondo attorno a cui si è svolta la sessione autunnale del Consiglio Episcopale Permanente – riunito a Roma da lunedì 23 a mercoledì 25 settembre 2013, sotto la guida del Card. Angelo Bagnasco – è stato l’altare della Confessione. Con la memoria del cuore, infatti, i  Vescovi hanno ripreso e fatto proprie le indicazioni offerte da Papa Francesco lo scorso maggio, nell’incontro avuto sulla tomba di Pietro con tutta la Conferenza Episcopale Italiana. In quell’occasione, il Papa rinnovava la propria fiducia nei Pastori, li incoraggiava a continuare l’apprezzato cammino della Chiesa in Italia, indicando con chiarezza ambiti di competenza e, prima ancora, condizioni per assumerli con convinzione: “Non siamo espressione di una struttura o di una necessità organizzativa: anche con il servizio della nostra autorità siamo chiamati a essere segno della presenza e dell'azione del Signore risorto, a edificare, quindi, la comunità nella carità fraterna”.

Quelle indicazioni, approfondite nelle udienze del Papa con il Cardinale Presidente, nei lavori di questi giorni hanno avviato un percorso di discernimento a tutti i livelli. A far da filo conduttore domande precise: “Quale disponibilità ci chiede il Santo Padre? Che forme si aspetta che assumi la nostra collegialità? Come possiamo favorire tra noi una maggiore partecipazione?”.

A partire dai contenuti offerti nella prolusione, non è mancato il confronto sul momento storico, contrassegnato da un autentico cambiamento d’epoca. Insieme a una pastorale di prossimità e di cura, i Vescovi hanno evidenziato l’importanza di non far mancare una lettura teologica, capace di portare anche a revisione il linguaggio della fede. Nella preoccupazione per le condizioni di tante famiglie, hanno richiamato la politica a fare la sua parte, evitando inutili litigiosità e impegnandosi a non perdere il treno della ripresa. Preghiera e solidarietà sono state espresse per la Siria e per i cristiani perseguitati.

I lavori del Consiglio Permanente si sono, quindi, concentrati sul Convegno Ecclesiale Nazionale di Firenze, per il quale è stata presentata una lettera di Invito; sono state approvate due richieste di Commissioni Episcopali per altrettante Note pastorali sull’Ordo Virginum e sulla scuola; sono stati raccolti suggerimenti per metodi e contenuti con cui dare continuità al cammino del Progetto culturale.

Sullo sfondo degli Orientamenti pastorali del decennio, una comunicazione ha riguardato una prima ricognizione delle “buone pratiche educative” diffuse nel Paese.

Il Consiglio Permanente ha, infine, approvato il messaggio per la prossima Giornata Nazionale per la Vita, nonché alcune modifiche statutarie di un’associazione di fedeli e ha provveduto ad alcune nomine.

  1. 1. Alla scuola di Papa Francesco

“Voi avete tanti compiti: la Chiesa in Italia, …il dialogo con le istituzioni culturali, sociali, politiche… il lavoro di fare forte le Conferenze regionali, perché siano la voce di tutte le regioni, tanto diverse… e anche il lavoro per ridurre un po’ il numero delle diocesi tanto pesanti… Andate avanti con fratellanza”.

Le indicazioni offerte da Papa Francesco all’Assemblea Generale dello scorso maggio sono state il primo materiale di confronto e di approfondimento della sessione autunnale del Consiglio Episcopale Permanente.

La ricchezza di quell’incontro è viva nel cuore di tutti i Vescovi: nella meditazione, in particolare, Papa Francesco aveva riproposto con forza l’attualità della domanda posta dal Risorto a Pietro – “Mi ami tu? Mi sei amico?” –, “unica questione veramente essenziale, premessa e condizione per pascere le sue pecore, i suoi agnelli, la sua Chiesa”. Nel contempo, aveva pure ricordato la natura della Chiesa: “Non siamo espressione di una struttura o di una necessità organizzativa: anche con il servizio della nostra autorità siamo chiamati a essere segno della presenza e dell'azione del Signore risorto, a edificare, quindi, la comunità nella carità fraterna”.

Le indicazioni del Magistero pontificio sono state confermate e approfondite nei recenti colloqui con il Cardinale Presidente, nel corso dei quali il Santo Padre ha espresso la volontà che, nel segno della collegialità, la partecipazione dei Vescovi alla vita della Conferenza Episcopale Italiana sia sempre maggiore: per un’assunzione ampia e attiva di orientamenti e decisioni sempre meglio condivise, per un giudizio concorde e scelte corrispondenti in ordine alle circostanze pastorali di questo tempo.

Tali indicazioni sono state fatte proprie prontamente con piena e cordiale disponibilità dalla Presidenza della Conferenza Episcopale Italiana, che le ha quindi portate in Consiglio Permanente per un primo scambio e l’avvio di un processo di sereno approfondimento.

Nel corso della discussione – insieme alla gratitudine per le proposte e gli stimoli offerti dal Papa, del quale si è evidenziato una volta di più il peculiare legame con la Conferenza Episcopale Italiana – i Vescovi hanno sottolineato che prima e più di un eventuale rinnovamento dei profili organizzativi, le indicazioni pontificie inseriscono nella Conferenza Episcopale Italiana un nuovo dinamismo, una visione e uno stile di Chiesa; favoriscono il coinvolgimento, l’unità e una crescente e più incisiva corresponsabilità.

A tal fine in Consiglio Permanente è emersa la necessità di modulare gli interventi e iniziative a partire da un profondo ascolto del Magistero pontificio, con costante attenzione al dialogo con il mondo cattolico. In questa prospettiva, il cammino di preparazione al Convegno Ecclesiale Nazionale di metà decennio, le Settimane Sociali dei Cattolici Italiani, le iniziative del Progetto culturale e gli stessi Congressi Eucaristici Nazionali, sono avvertiti come opportunità da valorizzare per un maggiore coinvolgimento del laicato cattolico, di cui si intende non soltanto incoraggiare la formazione alla Dottrina Sociale della Chiesa, ma anche promuovere un’autentica valorizzazione, attraverso la creazione di nuovi spazi di dibattito.

Nel mettere a fuoco il ruolo odierno della Conferenza Episcopale Italiana – le forme di attuazione della comunione ecclesiale ed episcopale – il Consiglio Permanente ha sottolineato la necessità di riflettere sulla sua evoluzione storica.

Dal Concilio ad oggi – è stato evidenziato – la Chiesa in Italia si è strutturata, ha preso forma, ha rinnovato catechesi, liturgia e carità: anche gli aspetti organizzativi, per essere compresi, vanno ricondotti all’interno di questa ricchezza.

La sollecitazione a una maggiore compartecipazione ha portato il Consiglio Permanente a voler coinvolgere tutti i Vescovi nelle rispettive Conferenze Episcopali Regionali, consultandoli in particolare sui seguenti temi: valorizzazione del ruolo e del contributo delle Conferenze Episcopali Regionali; proposte sulla modalità di svolgimento del compito delle Commissioni Episcopali; valutazioni circa le modalità di nomina delle diverse figure della Presidenza, alla luce del peculiare legame tra la Chiesa in Italia e il Santo Padre; considerazioni in merito alle procedure di lavoro del Consiglio Episcopale Permanente e dell’Assemblea Generale.

  1. 2. All’insegna dello “stare con”

Sollecitati dai contenuti della prolusione, nel confronto i Vescovi hanno ripreso innanzitutto la cifra dell’individualismo, riconosciuta quale “radice avvelenata” che, mentre impoverisce “il suolo umano” svuotandolo di relazioni e di responsabilità, consegna un uomo appesantito, stanco e triste; un uomo che si limita a considerare lo Stato come il “nobile notaio”, chiamato a riconoscergli desideri, istanze e pretese.

Tale situazione – è stato evidenziato – ha le sue ricadute sul piano pastorale: senza ridursi a interpretare la Chiesa come una ONG, si avverte che lo stesso annuncio deve passare da un preciso atteggiamento, dal prendersi cura di ogni ambito della vita umana. Si riconosce come “vero metodo pastorale” lo “stare con”, rispecchiando così la compagnia di Gesù e rimandando a Lui, imparando a “dire e ascoltare”, a “dare e ricevere”: vale con i giovani – hanno sottolineato i Vescovi – come più in generale con tutto il laicato.

Ciò comporta anche un confronto culturale sostenuto da un “pensare teologicamente il presente”: al di là delle analisi sociologiche, i Pastori rilanciano una Chiesa che – secondo le parole di Romano Guardini, riprese nella prima enciclica di Papa Francesco – “è la portatrice storica dello sguardo plenario di Cristo sul mondo”. Parte da qui anche l’attenzione a tradurre il linguaggio della fede all’interno di una società fattasi plurale, priva ormai dello spessore del vocabolario cristiano.

Questo contesto riverbera segni di debolezza all’interno della stessa comunità cristiana: ad esempio, nella pastorale familiare, dove – quando manca chiarezza di contenuti teologici – si finisce per essere “difensivi, più che propositivi”. E debolezza si rileva anche sul piano politico, dove proprio la famiglia, “capitale che genera ricchezza per la società intera”, non riscontra l’impegno e la mediazione di risposta alcuna.

In questa direzione, il richiamo dei Vescovi ai rappresentanti del bene comune si è esteso alla necessità di evitare in ogni modo inutili divisioni, destinate unicamente ad allontanare il treno della ripresa economica.

Un’attenzione, espressa a più voci, è stata rivolta alla situazione che sta travagliando la Siria e, più in generale, i Paesi del Nord Africa: si avverte l’importanza di dare continuità alla giornata di digiuno e preghiera indetta dal Papa per lo scorso 7 settembre, puntando a promuovere iniziative nelle Chiese diocesane. Caritas Italiana rimane il soggetto deputato a raccogliere eventuali offerte di solidarietà per i profughi di questi Paesi.

Infine, una particolare vicinanza il Consiglio Permanente l’ha espressa ai cristiani che soffrono forme di discriminazione, d’intolleranza e di persecuzione a causa della loro fede.

3. Firenze, tempo d’Invito

È entrata nel vivo la preparazione al 5° Convegno Ecclesiale Nazionale (Firenze, 9-13 novembre 2015) con la valutazione da parte del Consiglio Permanente di un primo strumento, chiamato Invito, con il quale si chiama ad accoglierne il tema (In Gesù Cristo il nuovo umanesimo) e a comprenderne il significato. Si vuole pure verificare le vie in atto nelle Diocesi per incarnare l’umanesimo cristiano in proposte di vita capaci di animare iniziative pastorali di nuova evangelizzazione nei diversi contesti dell’esistenza umana.

I destinatari dell’Invito sono essenzialmente i Consigli presbiterali e pastorali diocesani, le Consulte per l’apostolato dei laici e le principali realtà associative e di movimento laicale, le Facoltà teologiche e gli Istituti superiori di Scienze Religiose.

Il testo contiene un appello a “muoversi subito e insieme”, riconoscendosi nella scia conciliare e, in particolare, all’interno del processo educativo a cui sono dedicati gli Orientamenti pastorali del decennio; recupera la testimonianza di incarnazione del messaggio cristiano, che parla attraverso le cattedrali e i santi e porta a convergere su Gesù Cristo, fulcro dell’umanesimo, che ha il suo cuore nell’Eucaristia celebrata e vissuta con fede e coerenza morale.

La riflessione intende avviare anche l’individuazione di qualche esperienza significativa, oltre a raccogliere suggerimenti e proposte per la stesura del documento preparatorio, che nell’anno pastorale 2014-2015 sarà rivolto a tutte le componenti del popolo di Dio, a cominciare dalle comunità parrocchiali.

4. Note pastorali e Progetto culturale

Un congruo spazio di confronto i Vescovi l’hanno dedicato al Progetto culturale orientato in senso cristiano, rivisitandone metodi e contenuti. In particolare, è stato valorizzato lo stile di lavoro del Comitato, come pure le iniziative realizzate, dai Convegni internazionali ai tre volumi del Rapporto-proposta. Il Consiglio Permanente ha evidenziato l’importanza di continuare l’efficace attività di promozione realizzato dal Servizio nel territorio, dove l’attenzione alla dimensione culturale si è tradotta nel sostegno a numerose iniziative locali e nazionali.

Il Consiglio Permanente ha approvato la richiesta di predisporre due Note pastorali, relative rispettivamente all’Ordo Virginum e alla scuola cattolica in Italia.

La prima, affidata alla Commissione Episcopale per il clero e la vita consacrata, è suggerita dalla nuova fioritura in Italia dell’antico Ordine delle Vergini, presente in 113 Diocesi di tutte le Regioni ecclesiastiche.

La seconda Nota, che si vuole capace di esprimere l’attenzione della Chiesa a tutta la scuola e alla sua promozione, è affidata alla Commissione Episcopale per l’educazione cattolica, la scuola e l’università; mira anche ad aiutare il superamento di pregiudizi e posizioni ideologiche, che si rivelano incapaci di riconoscere la libertà educativa e continuano di fatto a penalizzare la scuola paritaria.

In particolare, in vista dell’iniziativa “La Chiesa per la scuola” – che culminerà il prossimo 10 maggio in un incontro del mondo della scuola italiana con il Santo Padre, a Roma, in Piazza San Pietro – il Consiglio Permanente ha deciso di predisporre una lettera-invito, che favorisca la preparazione e la partecipazione alla mobilitazione.

È stata presentata ai Vescovi una prima ricognizione sulle “buone pratiche educative” presenti nelle Diocesi, con l’intento di favorirne la conoscenza e lo scambio.

Il Consiglio Permanente ha, quindi, approvato il Messaggio per la 36ª Giornata Nazionale per la Vita (2 febbraio 2014), nonché la modifica statutaria richiesta dall’associazione di fedeli Opera Assistenza Malati Impediti (O.A.M.I.).

5. Nomine

Nel corso dei lavori, il Consiglio Permanente ha proceduto alle seguenti nomine:

-          Membri della Commissione Episcopale per il servizio della carità e la salute: S.E. Mons. Corrado Pizziolo, Vescovo di Vittorio Veneto; S.E. Mons. Douglas Regattieri, Vescovo di Cesena - Sarsina.

-          Membro della Presidenza di Caritas Italiana: S.E. Mons. Luigi Bressan, Arcivescovo di Trento.

-          Direttore dell’Ufficio Nazionale per i problemi sociali e il lavoro: Mons. Fabiano Longoni (Venezia).

-          Direttore dell’Ufficio Nazionale per l’ecumenismo e il dialogo interreligioso: Don Cristiano Bettega (Trento).

-          Responsabile del Servizio per gli interventi caritativi a favore dei Paesi del Terzo Mondo: Don Leonardo Di Mauro (San Severo).

-          Presidente dell’Associazione dei bibliotecari ecclesiastici italiani: S.E. Mons. Francesco Milito, Vescovo di Oppido Mamertina - Palmi.

-          Presidente del Centro di Azione Liturgica: S.E. Mons. Alceste Catella, Vescovo di Casale Monferrato.

-          Assistente ecclesiastico nazionale del Movimento Ecclesiale di Impegno Culturale: Don Giovanni Tangorra (Palestrina).

-          Assistente Ecclesiastico Nazionale dell’Azione Cattolica Italiana per il Movimento Lavoratori: Don Emilio Centomo (Vicenza).

-          Coordinatore nazionale della pastorale per gli immigrati greco-cattolici romeni in Italia: Don Ioan Alexandru Pop (Oradea - Romania).

-          Consulente ecclesiastico della Confederazione italiana consultori familiari di ispirazione cristiana: Don Edoardo Algeri (Bergamo).

 

La Presidenza, nella riunione del 23 settembre, ha proceduto alle seguenti nomine:

-          Presidente della Commissione Nazionale Valutazione Film: Don Ivan Maffeis, Vice Direttore dell’Ufficio Nazionale per le comunicazioni sociali della CEI.

-          Segretario del Comitato per la promozione del sostegno economico alla Chiesa Cattolica: Sig.ra Patrizia Falla.

-          Assistente Ecclesiastico dell’Università Cattolica del Sacro Cuore - sede di Milano: Padre Enzo Viscardi (Missionari della Consolata, IMC).

-          Assistente Ecclesiastico dell’Università Cattolica del Sacro Cuore - sede di Piacenza: Don Mauro Bianchi (Piacenza - Bobbio).

Roma, 27 settembre 2013