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Donne diacono, il Papa sorpreso dalle reazioni

Padre Lombardi: Francesco ha parlato di una commissione di studio, non ha detto di avere intenzione di introdurre un’ordinazione diaconale delle donne

"Il Papa mi ha telefonato sorpreso circa le...diaconesse! Pensa a una Commissione. Non affrettiamo le conclusioni!". Così scrive in un tweet il sostituto della Segreteria di Stato, l’arcivescovo Angelo Giovanni Becciu.

Un tema, quello della possibile diaconia femminile, emerso nella recente conversazione di Papa Francesco con le religiose, che sta facendo discutere. E sul qual è intervenuto anche il direttore della Sala Stampa vaticana, padre Federico Lombardi.

«Si tratta di una bellissima conversazione che il Papa ha fatto con le Superiore delle religiose delle diverse parti del mondo - ha detto Lombardi -. Molto bella e incoraggiante sulle donne e in particolare sulle donne consacrate nella vita della Chiesa, anche sui loro compiti in posizioni importanti nei dicasteri quando non sia implicata la ordinazione».

E poi: «Ha suscitato molto rumore il fatto che il Papa, rispondendo a una domanda, abbia parlato di una Commissione per studiare la questione del diaconato delle donne. E’ una questione di cui si è molto parlato anche in passato e che nasce dal fatto che nella Chiesa antica vi erano donne chiamate “diaconesse”, che svolgevano certi servizi nella comunità».

«Si sono fatti anche diversi studi storici su questo fatto, e il Papa vi ha fatto qualche cenno - ha sottolineato padre Lombardi -. Inoltre, c’è un documento importante del 2002 della Commissione Teologica Internazionale che ne ha parlato. Il Papa dice che pensa di costituire una Commissione che riprenda queste questioni per vederle con maggiore chiarezza. Ma bisogna essere onesti: il Papa non ha detto che abbia intenzione di introdurre un’ordinazione diaconale delle donne, e meno che meno ha parlato di ordinazione sacerdotale delle donne. Anzi, parlando della predicazione nel corso della Celebrazione eucaristica ha fatto capire che a questo non pensa affatto».

«Ma è sbagliato ridurre tutte le molte cose importanti che il Papa ha detto alle religiose a questa sola questione», ha concluso.

© Avvenire, 13 maggio 2016

 

Colloquio del Papa con le religiose

 

Testo integrale della domanda ​sul ruolo delle donne consacrate nella Chiesa

 

Il ruolo delle donne consacrate nella Chiesa
Le donne consacrate lavorano già tanto con i poveri e con gli emarginati, insegnano la catechesi, accompagnano i malati e i moribondi, distribuiscono la comunione, in molti Paesi guidano le preghiere comuni in assenza di sacerdoti e in quelle circostanze pronunciano l’omelia. Nella Chiesa c’è l’ufficio del diaconato permanente, ma è aperto solo agli uomini, sposati e non. Cosa impedisce alla Chiesa di includere le donne tra i diaconi permanenti, proprio come è successo nella Chiesa primitiva? Perché non costituire una commissione ufficiale che possa studiare la questione? Ci può fare qualche esempio di dove Lei vede la possibilità di un migliore inserimento delle donne e delle donne consacrate nella vita della Chiesa?
Papa Francesco
Questa domanda va nel senso del “fare”: le donne consacrate lavorano già tanto con i poveri, fanno tante cose… nel “fare”. E tocca il problema del diaconato permanente. Qualcuno potrà dire che le “diaconesse permanenti” nella vita della Chiesa sono le suocere [ride, ridono]. In effetti questo c’è nell’antichità: c’era un inizio... Io ricordo che era un tema che mi interessava abbastanza quando venivo a Roma per le riunioni, e alloggiavo alla Domus Paolo VI; lì c’era un teologo siriano, bravo, che ha fatto l’edizione critica e la traduzione degli Inni di Efrem il Siro. E un giorno gli ho domandato su questo, e lui mi ha spiegato che nei primi tempi della Chiesa c’erano alcune “diaconesse”. Ma che cosa sono queste diaconesse? Avevano l’ordinazione o no? Ne parla il Concilio di Calcedonia (451), ma è un po’ oscuro. Qual era il ruolo delle diaconesse in quei tempi? Sembra – mi diceva quell’uomo, che è morto, era un bravo professore, saggio, erudito – sembra che il ruolo delle diaconesse fosse per aiutare nel battesimo delle donne, l’immersione, le battezzavano loro, per il decoro, anche per fare le unzioni sul corpo delle donne, nel battesimo. E anche una cosa curiosa: quando c’era un giudizio matrimoniale perché il marito picchiava la moglie e questa andava dal vescovo a lamentarsi, le diaconesse erano le incaricate di vedere i lividi lasciati sul corpo della donna dalle percosse del marito e informare il vescovo. Questo, ricordo. Ci sono alcune pubblicazioni sul diaconato nella Chiesa, ma non è chiaro come fosse stato. Credo che chiederò alla Congregazione per la Dottrina della Fede che mi riferiscano circa gli studi su questo tema, perché io vi ho risposto soltanto in base a quello che avevo sentito da questo sacerdote che era un ricercatore erudito e valido, sul diaconato permanente. E inoltre vorrei costituire una commissione ufficiale che possa studiare la questione: credo che farà bene alla Chiesa chiarire questo punto; sono d’accordo, e parlerò per fare una cosa di questo genere.

Poi dite: “Siamo d’accordo con lei, Santo Padre, che ha più volte riportato la necessità di un ruolo più incisivo delle donne nelle posizioni decisionali nella Chiesa”. Questo è chiaro. “Ci può fare qualche esempio di dove Lei vede la possibilità di un migliore inserimento delle donne e delle donne consacrate nella vita della Chiesa?”. Dirò una cosa che viene dopo, perché ho visto che c’è una domanda generale. Nelle consultazioni della Congregazione per i religiosi, nelle assemblee, le consacrate devono andare: questo è sicuro. Nelle consultazioni sui tanti problemi che vengono presentati, le consacrate devono andare. Un’altra cosa: un migliore inserimento. Al momento non mi vengono in mente cose concrete, ma sempre quello che ho detto prima: cercare il giudizio della donna consacrata, perché la donna vede le cose con una originalità diversa da quella degli uomini, e questo arricchisce: sia nella consultazione, sia nella decisione, sia nella concretezza.

Questi lavori che voi fate con i poveri, gli emarginati, insegnare la catechesi, accompagnare i malati e i moribondi, sono lavori molti “materni”, dove la maternità della Chiesa si può esprimere di più. Ma ci sono uomini che fanno lo stesso, e bene: consacrati, ordini ospedalieri… E questo è importante.

Dunque, sul diaconato, sì, accetto e mi sembra utile una commissione che chiarisca bene questo, soprattutto riguardo ai primi tempi della Chiesa.

Riguardo a un migliore inserimento, ripeto quello che ho detto prima.
Se c’è qualcosa da concretizzare, domandatelo adesso: su questo che ho detto, c’è qualche domanda in più, che mi aiuti a pensare? Avanti…

© Avvenire, 13 maggio 2016

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