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«Eccomi, manda me». Tessitori di fraternità

La scelta del tema di questo Ottobre Missionario 2020 manifesta il desiderio di Papa Francesco di sottolineare il legame stretto tra il dinamismo vocazionale che è nella nostra fede e la sua identità missionaria

La risposta del profeta Isaia al Signore rappresenta insieme il punto di arrivo di un appello che afferra il cuore di chi ha ascoltato quella domanda struggente – «Chi manderò e chi andrà per noi?» – ed il punto di partenza di una missione che è testimonianza – μαρτυρία, a volte anche cruenta – di un Dio che rivela la sua misericordia.

Nel messaggio per la Giornata Missionaria Mondiale (18 Ottobre), Papa Francesco ci provoca in questo modo:

 

«La missione è risposta, libera e consapevole, alla chiamata di Dio. Ma questa chiamata possiamo percepirla solo quando viviamo un rapporto personale di amore con Gesù vivo nella sua Chiesa. Chiediamoci: siamo pronti ad accogliere la presenza dello Spirito Santo nella nostra vita, ad ascoltare la chiamata alla missione, sia nella via del matrimonio, sia in quella della verginità consacrata o del sacerdozio ordinato, e comunque nella vita ordinaria di tutti i giorni? Siamo disposti ad essere inviati ovunque per testimoniare la nostra fede in Dio Padre misericordioso, per proclamare il Vangelo della salvezza di Gesù Cristo, per condividere la vita divina dello Spirito Santo edificando la Chiesa? Come Maria, la madre di Gesù, siamo pronti ad essere senza riserve al servizio della volontà di Dio (cfr Lc 1,38)? Questa disponibilità interiore è molto importante per poter rispondere a Dio: “Eccomi, Signore, manda me” (cfr Is 6,8). E questo non in astratto, ma nell’oggi della Chiesa e della storia.»

 

In che modo “nell’oggi della Chiesa e della storia” si concretizza questa chiamata che si fa missione?

Il sottotitolo della Giornata ci orienta in questo senso: tessitori di fraternità. Quali atteggiamenti, quali sottolineature suggerisce questa immagine che fa riferimento al lavoro di tessitura, finalizzato alla comunione fraterna? Ne suggeriamo tre:

  • L’attitudine al lavoro: non diamola per scontata. La situazione che viviamo – con le sue restrizioni, gli impedimenti, i blocchi, i distanziamenti, le chiusure – può a volte solleticare e giustificare una certa pigrizia (anche pastorale) nella quale rintanarsi e in cui l’azione dello Spirito è mortificata.
  • La pazienza: la tessitura è un’opera che chiede pazienza e disponibilità a dare del tempo (alle persone, alle situazioni), senza avere la pretesa di ottenere subito dei risultati, compiendo quella fatica quotidiana nella quale misteriosamente il Signore semina per i frutti futuri.
  • La comunione fraterna: se l’Eucaristia è la fonte e il culmine della vita della Chiesa, la comunione fraterna ne è l’espressione più bella ed evidente, verso la quale tendere, per la quale impegnarsi, con la quale dare testimonianza («Da questo tutti sapranno che siete miei discepoli …» Gv 13,35).

Il Signore ci aiuti a cogliere la sua azione nella nostra vita anche in questo tempo, a rispondervi con generosità, a testimoniarla con coraggio.

Don Alessandro Tanzi

Direttore dell’Ufficio Missionario

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