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I Domenica di Quaresima anno A. Il nuovo Adamo, Gesù, si rifugia nella Parola di Dio

La "tentazione" significa la "prova"; e "prova" significa verificare, cioè fare vero o fare falso, mostrare se è vero o falso, e, soprattutto, fino a che punto è vero, se noi ci fidiamo o no della Parola

Il Vangelo di questa domenica ci mostra il nuovo Adamo, l'uomo Gesù, condotto dallo Spirito nel deserto. E' interessante osservare che non è il demonio, lo spirito cattivo, che lo conduce nel deserto, ma, appunto, lo Spirito santo, lo Spirito di Dio; così noi, Adami di oggi, che portiamo in noi stessi l'immagine dell'antico Adamo con la sua ribellione, ma anche del nuovo Adamo, Gesù, con la sua giustizia, siamo portati nei nostri deserti, nelle nostre prove, non, come riteniamo spesso, dalla cattiveria degli altri, dall'ingiustizia del mondo, dalla nostra inferiorità e incapacità, ovvero dalla nostra stessa peccaminosità, cioè, in una parola, dallo spirito del male, ma da Dio stesso, che ci guida, ci sostiene, non ci abbandona e ci fa crescere.

In altri termini, la vita cristiana non è, come si ama credere, un passaggio dal buio alla luce, come una sorta di iniziazione, un percorso dal basso verso l'alto, ma piuttosto il contrario. Così Gesù incontra il deserto e il demonio dopo il suo battesimo, non prima; la grazia dell'incontro con Dio non giunge dopo la prova, ma prima di essa, e ti dà la forza di affrontarla. Così Gesù, che nel battesimo ha ricevuto lo Spirito che come colomba è sceso e rimasto su di Lui, proprio in virtù di questo può essere condotto nella terra di prova, incontrare la radice stessa del male, colui da cui ogni male procede, e vincerlo. Riconosciamo dunque nei nostri deserti il suo stesso deserto; lui che ha abitato il deserto della morte scendendo nel sepolcro, abita anche i nostri deserti, perché noi anche lì lo potessimo trovare vicino, compagno e amico nelle nostre prove. Infatti Egli abita la nostra terra, fatta di luci e di buio, di giardini e di deserti, e non è meno presente negli uni che negli altri, secondo quanto dice il salmo: "Se salgo in cielo là tu sei, se scendo negli inferi eccoti".

Riflettiamo ancora su simbolo del deserto: è il luogo in cui non c'è nessuna direzione, perché potrebbero esserci tutte, è il luogo dove non sai più trovare la via, perché quella che tu hai in mente si è confusa con tutte le altre possibili. Il deserto è lo smarrimento, il vuoto dentro: quello che ti riempiva è sparito, ciò su cui avevi costruito la tua identità, le tue scelte, perfino la tua fede, ti ha lasciato. Pensavi di essere un brav'uomo, scopri che non è così, perché, come il primo Adamo, scopri che sei nudo dopo il peccato, e la vergogna della nudità è difficile da portare, e puoi solo nasconderla, con ridicole foglie di fico; pensavi di essere amato da qualcuno, e scopri che sei stato solo un passatempo, e quell'amore sul quale avevi costruito tanto si è rivelato una roccia friabile; pensavi che la tua casa fosse costruita sulla roccia, e invece soffiarono i venti e caddero le piogge, e la sua rovina fu grande. E gli esempi si potrebbero moltiplicare: a ognuno riflettere sul proprio.

Il demonio: purtroppo l'iconografia alla quale siamo abituati ce lo presenta ridicolo, e questo ce lo rende incredibile. Le corna per noi significano solo problemi coniugali, e un cornuto ci fa solo ridere. Ma quelle corna sono le corna dell'ariete, e nella simbologia della Scrittura -che del resto non descrive mai il diavolo, come nemmeno gli angeli - questo dice ovviamente la forza dell'animale che cozza contro l'altro rivale. Il demonio è il rivale per eccellenza, e un rivale più che temibile; come l'ariete medievale, l'ordigno da guerra, fatto cozzare contro la parte più debole e scoperta della torre. Infatti noi siamo provati proprio sul nervo scoperto, sul nostro tallone d'Achille: lui tenta di prenderci non dove siamo forti, ma indeboliti, nella nostra vulnerabilità più profonda.

Il nuovo Adamo, Gesù, si rifugia nella Parola di Dio, che è "rifugio e forza, aiuto sempre vicino nelle angosce"; Gesù usa l'elmo della salvezza e la spada dello Spirito, cioè la parola di Dio; l'antico Adamo non ci crede, anzi la nega, capovolgendo la Parola, e trattando Dio da mentitore, il nuovo uomo, Gesù, si fida, insieme alla nuova Eva, la Vergine Maria, che ci genera nell'obbedienza e per la vita, la "donna" per eccellenza che ai piedi della croce riceve noi come figli, laddove la prima donna ci ha generato nella disobbedienza e per la morte.

La "tentazione" significa la "prova"; e "prova" significa verificare, cioè fare vero o fare falso, mostrare se è vero o falso, e, soprattutto, fino a che punto è vero, se noi ci fidiamo o no della Parola. Così la Parola può essere, per così dire, surclassata dal pane: moltiplica i pani, risolvi il gravissimo problema della fame nel mondo, dice il demonio. Gesù è venuto a portare un altro pane, rispetto al quale il primo non è niente. E' la tentazione per noi e per la Chiesa di risolversi in un ente planetario di assistenza: non ha importanza la Parola, ma le tue opere sociali. E invece no.

Ancora, la prova è la suadente e possibile proposta del successo, dell'applauso universale: del resto, perché no?, visto che di fronte a una manifestazione straordinaria di potenza tutti batterebbero le mani, ci sarebbe un riconoscimento universale della regalità di Cristo, non ci sarebbero più atei o in genere "cattivi" perché tutti si sarebbero piegati alla lode e all'adorazione giustamente meritata da Lui. Ma Dio rifiuta effetti speciali e colori ultravivaci, e fa rimanere la terra un luogo in cui c'è abbastanza luce per vedere e abbastanza luce per non vedere. Gesù non vuole i titoli di prima pagina e non si impone con la sua forza, che pure possederebbe come creatore e redentore.

La terza illusione che il demonio propone è la più radicale: qui si può dire che getta la maschera, e, se prima agiva nascosto, ora si presenta per quel che è. "tutte queste cose, cioè i regni del mondo e la loro gloria, io ti darò se, gettandoti ai miei piedi, mi adorerai". Altrove è detto "esse sono mie". Il minimo comune denominatore, la radice ultima di ogni tentazione, il veleno presente in ognuna di esse, è il potere: se tu vuoi che gli altri si inchinino a te, tu prostrati a me. Al contrario, il figlio dell'uomo, il nuovo Adamo, non è venuto per essere servito, ma per servire. E ci ha lasciato l'esempio: non a caso la Quaresima termina con la lavanda dei piedi. "Vi ho lasciato l'esempio". E questo esempio il mondo non lo capisce, né potrebbe.

Ottavio De Bertolis

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