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XIII Domenica del tempo Ordinario. Check-up del discepolo

Come vedi dal titolo, oggi Gesù ti propone un check-up, un test, per verificare il modo con cui lo stai seguendo. Come quando si programma un lungo viaggio in auto occorre un controllo di freni, olio, gomme, acqua del radiatore, luci... così Gesù ti invita a fermarti e fare un check-up completo al tuo cuore.Verifica qui se le tre caratteristiche del discepolo sono anche le tue:

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Per seguire Gesù la PRIMA CARATTERISTICA è essere come lui: sradicato dai comodi e dalle sicurezze materiali, per essere sempre disponibile alla volontà di Dio, in perfetta libertà. Quando il cuore è pieno d'amore, la condivisione con i fratelli che hanno meno riempie di gioia.

"Le volpi hanno le loro tane e gli uccelli del cielo i loro nidi, ma il Figlio dell'uomo non ha dove posare il capo".
LA TANA E IL NIDO indicano le comodità, il rifugiarsi, il cercare una vita tranquilla senza problemi, l'amore al divano... Nessun animale fa entrare "ospiti" o estranei nel proprio nido o nella propria tana. Gesù ci invita a fare della nostra vita, della nostra casa, non un rifugio ma uno spazio accogliente per gli altri.

E' l'esperienza di Roberto. Roberto è un muratore brasiliano che con il suo magro stipendio riesce a stento a pagare l'affitto di una povera casa.
Ci siamo commossi, quando lui e la moglie si sono offerti di ospitare Jakson, un ragazzo di 14 anni, che desiderava lasciare la vita della strada, ma non trovava nessuno che lo accogliesse.
"Dormirà nella stanza con nostro figlio e noi ci sistemeremo nel divano dell'ingresso, vero Lucia?"
La moglie annuisce con un sorriso. Poi, accorgendosi che il nostro sguardo ha colto che manca la porta del bagno, spiega: "Abbiamo dato la porta ad una famiglia che sta costruendo la sua baracca di legno, ma non aveva la porta di entrata. Noi possiamo risolvere con una tenda. Condividere il poco che abbiamo ci rende felici."

La SECONDA CARATTERISTICA di chi vuole seguire Gesù è ESSERE PRONTI A RISPONDERE ALLE SUE RICHIESTE.

"Lascia che i morti seppelliscano i loro morti; tu va' e annuncia il Regno di Dio".
Questa è la risposta che Gesù dà a un uomo che, pronto a rispondere alla chiamata, chiede che PRIMA gli sia concesso di andare a seppellire il padre, di compiere cioè un dovere sacrosanto per un figlio. La risposta di Gesù sembrerebbe quasi crudele, in aperto contrasto con quanto egli stesso ha insegnato sui doveri filiali...
Ma Gesù non è disumano.... Il suo linguaggio paradossale vuole sottolineare la necessità per chi voglia seguirlo di essere distaccato in modo radicale non solo dalle cose materiali, ma perfino dai doveri più sacri, per rispondere con immediatezza a ciò che ci chiede.
Egli conosce molto bene l'animo umano. Sa che facilmente ci lasciamo prendere dai nostri impegni. Quante volte non riusciamo a trovare tempo per Dio, per lavorare per il suo Regno, perché siamo persone "troppo occupate"...

Marilda ha saputo riporre tutta la sua fiducia in Gesù e seguirlo con coraggio. Così ci scrive di lei una missionaria:
Ho conosciuto Marilda quando aveva 21 anni. Nata e cresciuta in una delle più povere favelas brasiliane, grazie alla sua intelligenza, al suo desiderio di uscire dalla miseria e all'aiuto economico di una Fondazione, era riuscita a studiare fino al diploma di ragioniera. Le sue capacità intellettuali e la sua grinta le avevano permesso di trovare subito un lavoro ben pagato presso una grande industria. Sebbene così giovane, aveva uno stipendio 10 volte superiore a quello del papà, che era un semplice manovale.
Conosciuti i missionari, Marilda decise di lasciare il lavoro, che pure le permetteva di aiutare la famiglia, per dedicarsi completamente ad aiutare i poveri.
La settimana prima di lasciare il lavoro, suo padre viene colpito da un ictus al cervello, che gli paralizza metà corpo e lo costringe a lasciare il lavoro.
Molti pensano che Marilda rinuncerà alla sua chiamata o che per lo meno rimanderà la realizzazione della sua vocazione... Lei, però, non tentenna. Incoraggiata anche dal padre, che è un uomo di fede, affida la sua famiglia al Signore, lascia il lavoro e oggi è una missionaria, che dedica tutta la sua vita ad aiutare i poveri e non solo la sua famiglia.

Una TERZA CARATTERISTICA del discepolo è quella di dare al Signore il primo posto, non per costrizione o per un improvviso entusiasmo bensì per una libera decisione.

"Nessuno che ha messo mano all'aratro e poi si volge indietro,
è adatto per il Regno di Dio."

Gesù incontra un terzo uomo che, pur essendo disposto a seguirlo, desidera prima congedarsi dai suoi. Una richiesta legittima, direte, eppure Gesù ci sorprende con quest'altra risposta abbastanza radicale.
L'immagine dell'aratro è ripresa dal mondo agricolo e dice la difficoltà di tracciare dei solchi diritti nell'impervio e sassoso terreno della Palestina, senza una grande attenzione e applicazione. Guai a voltarsi indietro, anche solo per misurare il lavoro già fatto o per riprendere semplicemente fiato! C'è il rischio di fare un solco sbagliato proprio sul più bello e perdere il merito di tanto lavoro.
Il vero discepolo è colui che con cuore indiviso, libero da ogni attaccamento, si lancia, sulle orme di Gesù, nella faticosa ma realizzante strada dell'Amore, con costanza, senza ripensamenti o nostalgia per quello che è ormai dietro le spalle.
Tutti siamo spesso davanti ad un bivio: di qui la volontà di Dio, il servizio di Dio, la croce che il Signore ci invita a prendere per seguirlo, di là una scelta che ci pare più logica, più facile e più felice per noi.

Un missionario racconta di aver conosciuto in carcere un uomo condannato a 12 anni per furto, truffa aggravata e bancarotta fraudolenta: una vita sbagliata, perché aveva tutte le possibilità di fare bene, ma aveva perso tutto al gioco. Era sposato con un'ottima donna, ricca, dolce, che gli aveva dato due figli. La famiglia di lei l'aveva aiutato ad impiantare un'azienda e per un po' era andato bene, guadagnava perché era un uomo capace.
Poi è venuta la passione del gioco e in pochi anni ha perso tutto. Una volta la bella e giovane signora confidò al missionario: "Padre, preghi per me, perché sono tentata di abbandonare mio marito. Potrei chiedere il divorzio. Ho un altro uomo che mi fa la corte. La mia famiglia mi spinge ad abbandonarlo, perché è un disgraziato e i due bambini hanno bisogno di un padre, ma io capisco che il Signore non vuole. Farei uno sbaglio. Ho sposato quest'uomo per amore; abbiamo avuto due figli. Come posso nel momento in cui soffre ed è abbandonato da tutti, lasciarlo anch'io?".
Anni dopo, la signora va a trovare questo missionario con una bambina di pochi mesi in braccio e gli dice: " Padre, ringrazio Dio e ringrazio anche lei, perché, nel momento in cui ero in difficoltà, mi ha aiutata a scegliere bene. Mio marito ha avuto una riduzione della pena, è uscito, si è messo a fare il bene, abbiamo avuto questa bambina. Non cesso di ringraziare Dio che mi ha fatto scegliere la strada più difficile. Oggi sono contenta".

Quando scegliamo la volontà di Dio, non ci perdiamo mai. Magari non ce ne accorgiamo subito, ma, a distanza di anni, tocchiamo con mano che la nostra vera felicità sta nel realizzare il piano di Dio per l'uomo e, cioè, quello dell'Amore.
Forse anche noi che ci diciamo cristiani, ci accontentiamo di pratiche esteriori, di pii desideri....che si scontrano con la realtà del nostro quotidiano. Siamo considerati "persone per bene", perché andiamo a Messa tutte le domeniche...ma la nostra vita non ha quell'intensità di amore, di gioia, di impegno che dovrebbe avere, se davvero Cristo occupasse il primo posto nella graduatoria dei nostri valori.
L'annuncio del Regno è, per il cristiano, talmente urgente, che non si può perdere nessuna frazione di tempo. Ogni attimo, infatti, può essere per noi e per gli altri il momento decisivo, dopo il quale non ce n'è un altro. Gesù esige da tutti di essere scelto come il "Valore assoluto" davanti al quale tutto il resto, quello che possediamo, quello che facciamo e anche quello che amiamo diventa secondario.
La Parola di Dio oggi ci chiama ad una conversione profonda: mettere Cristo AL CENTRO della nostra vita, così come un INNAMORATO fa con la persona dei suoi sogni.
Possiamo porci alcune domande:
Quanto conta Dio nella mia vita?
Ho mai sperimentato, in concreto, la passione per il Signore, per il Regno di Dio?
Ho mai desiderato di appartenere totalmente a Lui?
Chiedo con insistenza al Signore che mi faccia innamorare di lui?
Il radicalismo evangelico porta a questa conclusione: siamo tutti chiamati alla santità, cioè, a vivere di Dio, ad essere innamorati di Dio.
Secondo TE, è possibile seguire Gesù così? Qualcuno può pensare: "Voi siete missionari. Ma noi, poveri giovani, esposti a mille tentazioni, con mille problemi e fastidi, è già tanto che ci manteniamo in grazia di Dio, senza aspirazioni troppo alte che non riusciremo a realizzare". Invece Gesù ci dice che LUI HA CREATO IL NOSTRO CUORE CAPACE DI AMARLO CON QUESTA RADICALITA' e che possiamo chiedere questa grazia!
Le nostre debolezze non possono fermarci. Se Gesù ci chiede di vivere così, ci dà anche la capacità di riuscirci, pur tra cadute e difficoltà.

Comunità Missionaria di Villaregia

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