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Francesco: "Dio è papà nostro"

All'Angelus il pontefice ricorda le parole di San Paolo per celebrare la Festa della Trinità. la preghiera dell'Africa in occasione della beatificazione della missionaria Leonella Sgorbati. Il 15 settembre sarà a Palermo per ricordare la figura di padre Pino Puglisi, il sacerdote di Brancaccio ucciso dalla mafia

Oggi all’Angelus, rivolgendosi ai fedeli radunati in piazza San Pietro, papa Francesco ha ricordato la celebrazione della festa della Santissima Trinità. “Una festa”, ha detto “nata per contemplare e lodare il mistero del Dio di Gesù Cristo, che è Uno nella comunione di tre Persone: il Padre, il Figlio e lo Spirito Santo. Per celebrare con stupore sempre nuovo Dio-Amore, che ci offre gratuitamente la sua vita e ci chiede di diffonderla nel mondo”. Nel commentare le letture bibliche di questa domenica il pontefice ha spiegato che queste “ci fanno capire come Dio non voglia tanto rivelarci che Lui esiste, quanto piuttosto che è il “Dio con noi”, vicino a noi, che ci ama, che cammina con noi, è interessato alla nostra storia personale e si prende cura di ognuno, a partire dai più piccoli e bisognosi. Egli "è Dio lassù nei cieli" ma anche "quaggiù sulla terra". Pertanto, noi non crediamo in una entità lontana, no! In un’entità indifferente, no! Ma, al contrario, nell’Amore che ha creato l’universo e ha generato un popolo, si è fatto carne, è morto e risorto per noi, e come Spirito Santo tutto trasforma e porta a pienezza”.
 

E citando San Paolo, “che in prima persona ha sperimentato questa trasformazione operata da Dio-Amore” ha ricordato il suo desiderio di essere chiamato Padre, “anzi “papà” - Dio è “Papà nostro” -, con la totale confidenza di un bimbo che si abbandona nelle braccia di chi gli ha dato la vita. Lo Spirito Santo – ricorda ancora l’Apostolo – agendo in noi fa sì che Gesù Cristo non si riduca a un personaggio del passato, no, ma che lo sentiamo vicino, nostro contemporaneo, e sperimentiamo la gioia di essere figli amati da Dio. Infine, nel Vangelo, il Signore risorto promette di restare con noi per sempre. E proprio grazie a questa sua presenza e alla forza del suo Spirito possiamo realizzare con serenità la missione che Egli ci affida. Qual è la missione? Annunciare e testimoniare a tutti il suo Vangelo e così dilatare la comunione con Lui e la gioia che ne deriva. Dio, camminando con noi, ci riempie di gioia e la gioia è un po’ il primo linguaggio del cristiano”.

Dunque, la festa della Santissima Trinità “ci fa contemplare il mistero di Dio che incessantemente crea, redime e santifica, sempre con amore e per amore, e ad ogni creatura che lo accoglie dona di riflettere un raggio della sua bellezza, bontà e verità. Egli da sempre ha scelto di camminare con l’umanità e forma un popolo che sia benedizione per tutte le nazioni e per ogni persona, nessuna esclusa. Il cristiano non è una persona isolata, appartiene ad un popolo: questo popolo che forma Dio. Non si può essere cristiano senza tale appartenenza e comunione. Noi siamo popolo: il popolo di Dio. La Vergine Maria ci aiuti a compiere con gioia la missione di testimoniare al mondo, assetato di amore, che il senso della vita è proprio l’amore infinito, l’amore concreto del Padre, del Figlio e dello Spirito Santo”.

Al termine dell’Angelus Francesco – che il 15 settembre sarà a Palermo in occasione dei 15 anni dalla morte dipadre Pino Puglisi, il parroco di Brancaccio ucciso da Cosa Nostra e salito agli onori degli altari come martire, ha chiesto ai fedeli di pregare per l’Africa, ricordando il sacrifico di Leonella Sgorbati, suora missionaria della Consolata, proclamata beata, uccisa in odio alla fede a Mogadiscio, in Somalia, nel 2006. “La sua vita spesa per il Vangelo e al servizio dei poveri, come pure il suo martirio, rappresentano un pegno di speranza per l’Africa e per il mondo intero. Preghiamo insieme per l’Africa, perché ci sia la pace lì”.

© www.famigliacristiana.it, domenica 27 maggio 2018