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I costi della crisi? Pagano le famiglie

Lo rileva anche l'ultimo "Rapporto Italia" dell'Eurispes: i nuclei familiari sono fortemente in affanno. Ormai si fatica ad arrivare anche alla terza settimana del mese.

crisi.jpgGrave crisi”, “tunnel”, “bombe innescate”. Non c'è da essere ottimisti a leggere i termini usati dal professor Gian Maria Fara, presidente dell'Eurispes, nella presentazione del “Rapporto Italia 2011”.

Come ogni anno l'istituto di ricerca fotografa lo stato d'animo degli italiani e il quadro che emerge in questo 23° Rapporto non è dei migliori. “L'Italia sta vivendo, insieme, una grave crisi politica istituzionale, economica e sociale. Tre percorsi di crisi”, spiega Fara, “che si intrecciano, si alimentano e si avviluppano l'uno con l'altro fino a formare un tutt'uno solido, resistente, refrattario ad ogni tentativo di districarlo”. In questo quadro di crisi ci sono due “bombe innescate”: il grave scontro istituzionale che avvelena la vita politica e il pesante debito pubblico che grava sui conti dello Stato.

“Deve essere chiaro”, dice Fara, “che non sarà possibile scaricare direttamente sulle famiglie italiane una parte del debito pubblico senza aver prima eliminato gli sprechi a danno delle finanze pubbliche e ridotto drasticamente i costi, diretti e indiretti, della politica”. Gli italiani sarebbero anche disposti a compiere ulteriori sacrifici, ma chiedono in cambio serietà, correttezza e trasparenza. Le famiglie, come ormai emerge da diverse ricerche, sono in affanno e pagano duramente i costi della crisi.

Si tagliano le spese superflue e si riducono i beni non essenziali: meno regali, meno pasti fuori casa, meno viaggi. La spesa si fa più accorta: attenzione ai saldi e alle offerte, più visite ai discount e agli outlet, commercio elettronico sempre più diffuso (il 36,2 per cento degli italiani acquista online per risparmiare). Ormai si fatica ad arrivare anche alla terza settimana e per arrivare alla fine del mese una famiglia italiana su tre deve intaccare i risparmi familiari depositati in banca.

Così il 33,8 per cento degli intervistati prevede che, con molta probabilità, non riuscirà a risparmiare nulla durante l'anno e il 23,6 per cento ne è proprio sicuro. Dalle banche non ci si aspetta un grande aiuto. Il Rapporto rileva “un risparmiatore molto scettico e disincantato rispetto alla capacità delle banche di farsi carico delle necessità delle famiglie, delle imprese e più in generale della crescita dell'economia nazionale”.

Nonostante tutto, il 62,9 per cento dei cittadini pensa che vivere in Italia sia una fortuna, ma quattro italiani su dieci si trasferirebbero all'estero per sfuggire ai nostri mali nazionali: la precarietà, la mancanza di senso civico, la corruzione. Gravati da queste difficoltà gli italiani, secondo Fara, rallentano il passo, come si fa in un tunnel del quale non si vede ancora l'uscita.”Ma l'uscita c'è”, conclude Fara, “bisogna avere il coraggio di superare la curva e il portale d'uscita, per lontano che sia, apparirà”.

 
Roberto Zichittella
© Famiglia Cristiana, 28 gennaio 2011