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«I potenti risponderanno a Dio del cibo»

Il richiamo del Papa durante la Messa per l'assemblea di Caritas Internationalis, dedicata alla cura del Creato per la famiglia umana.

I potenti della terra un giorno saranno giudicati davanti a Dio. Papa Francesco, durante la celebrazione della Messa in occasione dell'apertura della XX Assemblea generale di Caritas Internazionalis, dal titolo "Una sola famiglia umana, prendersi cura del creato", rivolge un messaggio forte e chiaro a chi sulla terra ha il potere economico e politico: "Fare quello che possiamo perchè tutti abbiano da mangiare, ma anche ricordare ai potenti della terra" la loro responsabilità di cui dovranno rispondere.

Il pianeta può dare cibo a tutti
Il Pontefice denuncia: "tanta gente aspetta anche oggi di mangiare a sufficienza. Il pianeta ha cibo per tutti, ma sembra che manchi la volontà di condividere con tutti. Preparare la tavola per tutti, e chiedere che ci sia una tavola per tutti. Fare quello che possiamo perché tutti abbiano da mangiare, ma anche ricordare ai potenti della terra che Dio li chiamerà a giudizio un giorno, e si manifesterà se davvero hanno cercato di provvedere il cibo per lui in ogni persona e se hanno operato perché l'ambiente non sia distrutto, ma possa produrre questo cibo".

L'esempio del carceriere di Filippi
Bergoglio, inoltre, commentando la lettura degli Atti degli Apostoli, si sofferma su un personaggio "un pò speciale", come dice. "È il carceriere del carcere di Filippi, dove Paolo e Sila sono stati rinchiusi in seguito a un tumulto della folla contro di loro. I magistrati - osserva il Papa - dapprima li fanno bastonare e poi li mandano in prigione, ordinando al carceriere di fare buona guardia. Ecco perché quell'uomo, nella notte, sentito il terremoto e vedendo le porte del carcere aperte, si dispera e pensa di uccidersi. Ma Paolo lo rassicura e lui, tremante e pieno di meraviglia, supplica in ginocchio la salvezza".

Il racconto, osserva il Pontefice, "ci dice che quell'uomo fece subito i passi essenziali del cammino di fede e di salvezza: ascolta la parola del Signore, insieme ai suoi familiari; lava le piaghe di Paolo e Sila; riceve il Battesimo con tutti i suoi; e infine accoglie Paolo e Sila a casa sua, prepara la tavola e offre loro da mangiare, pieno di gioia".

Nel Vangelo la chiamata della Caritas
"Il Vangelo, annunciato e creduto, - ammonisce il Pontefice - spinge a lavare i piedi e le piaghe dei sofferenti e a preparare per loro la mensa. Semplicità dei gesti, dove l'accoglienza della Parola e del sacramento del Battesimo si accompagna all'accoglienza del fratello, quasi si trattasse di un unico gesto: accogliere Dio e accogliere l'altro; accogliere l'altro con la grazia di Dio; accogliere Dio e manifestarlo nel servizio al fratello". In questo gesto, dice Francesco, "possiamo vedere tutta la chiamata di Caritas".

Tutte le Caritas sono uguali
Tutte le Caritas sono uguali, non ci sono Caritas grandi o Caritas piccole, ha detto ancora Papa Francesco, a braccio, durante l'omelia in San Pietro. La Caritas agisce in nome e per conto di Cristo. "La Caritas di ciascuna Chiesa, anche la più piccola, è sempre la stessa. Non ci sono Caritas grandi e Caritas piccole: tutte sono uguali".

La tentazione dell'organizzazione
"Chiediamo al Signore, ha continuato sempre a braccio, la grazia di capire la vera dimensione della Caritas, la grazia di non cadere nell'inganno di credere che un centralismo ben organizzato sia la strada, la grazia di capire che Caritas èsempre in periferia, in ciascuna Chiesa particolare, e la grazia di credere che Caritas centro è soltanto aiuto, servizio ed esperienza di comunione, ma non è il capo di tutte".

La vera missione: andare incontro a Gesù in persona
"Insieme a tanti altri organismi di carità della Chiesa, Caritas rivela dunque - ha poi concluso - la forza dell'amore cristiano e il desiderio della Chiesa di andare incontro a Gesù in ogni persona, soprattutto quando è povera e soffre. Questo è il cammino che abbiamo davanti e con questo orizzonte auspico che possiate svolgere i lavori di questi giorni".

© Avvenire, 12 maggio 2015

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