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Il discorso. Papa Francesco: un cristiano non può essere antisemita

Lo ha ribadito con forza papa Francesco, ricevendo in udienza delegati del World Congress of Mountain Jews, provenienti da diversi Paesi del Caucaso

Un cristiano «non può essere antisemita». Lo ribadisce con forza papa Francesco, ricevendo in udienza delegati del World Congress of Mountain Jews, provenienti da diversi Paesi del Caucaso. (QUI IL DISCORSO INTEGRALE)

«È la prima volta che fratelli ebrei appartenenti alla vostra antica tradizione si recano insieme in visita al Papa, – sottolinea il Pontefice all’inizio del discorso tenuto questa mattina – e anche per questo l’incontro odierno è motivo di gioia».

Papa Francesco ricorda la recente visita in Lituania dove, nel 75mo della distruzione del ghetto di Vilnius, ha pregato davanti al
monumento delle vittime dell’olocausto. «Commemorare l’olocausto – commenta – è necessario, perché del passato resti una memoria viva». E «senza una memoria viva non ci sarà futuro perché, se non impariamo dalle pagine più nere della storia a non ricadere nei medesimi errori, la dignità umana rimarrà lettera morta».

Pensando alla Shoa Papa Francesco commemora due «tragici eventi». Infatti «lo scorso 16 ottobre ricorreva un altro drammatico
settantacinquesimo: quello del rastrellamento del ghetto di Roma». Mentre «tra pochi giorni, il 9 novembre, saranno ottant’anni dalla cosiddetta “Kristallnacht”, quando vennero distrutti molti luoghi di culto ebraici». «Quando si è voluto sostituire il Buon Dio con l’idolatria del potere e l’ideologia dell’odio, – sottolinea il Pontefice – si è arrivati alla follia di sterminare le creature». Perciò «la libertà religiosa è un bene sommo da tutelare, un diritto umano fondamentale, baluardo contro le pretese totalitariste».

«Ancora oggi, purtroppo, atteggiamenti antisemiti sono presenti», è l’amara constatazione del Papa. Ma, aggiunge, «come più volte ho ricordato, un cristiano non può essere antisemita». Sarebbe «una contraddizione della fede e della vita». Infatti «le nostre radici sono comuni». E «insieme siamo invece chiamati a impegnarci perché l’antisemitismo sia bandito dalla comunità umana».

Gianni Cardinale

© Avvenire, lunedì 5 novembre 2018

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