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Il Mezzogiorno non è “ Questione”, se siamo solidali

la questione del mezzogiorno può diventare un laboratorio, in cui esercitare “un modo di pensare diverso da parte di tutti, ancorati alla giustizia e persino alla santità e non solo alla convenienza e alla opportunità”. Per questo però occorre promuovere una solidarietà nazionale: dipende da tutti, ma in particolare da noi meridionali, convinti di realizzare bene comune, cittadinanza attiva, buona armonia, rifiuto dell’illegalità, contro ogni torpore e inerzia.

sud-italia.jpgA vent’anni dalla pubblicazione del documento “Sviluppo nella solidarietà. Chiesa italiana e Mezzogiorno”, i vescovi italiani riprendono la riflessione sul cammino della solidarietà nel nostro Paese con particolare attenzione al Mezzogiorno d’Italia, e la ripropongono inserendola nell’approccio solidale e sugli ineludibili doveri della solidarietà sociale. Lo fanno nel nuovo documento “Per un paese solidale. Chiesa Italiana e Mezzogiorno”, pubblicato lo scorso 21 febbraio, ribadendo l’appello lanciato da Giovanni  Paolo II nel 1995 che “spetta alle genti del sud essere  protagoniste del proprio riscatto, ma questo non dispensa l’intera nazione dal dovere di solidarietà”.

E’ noto che l’argomento era già stato approfondito nel convegno “Chiese nel sud, Chiese del sud”, celebrato a Napoli nel febbraio 2009 e in altri scritti e riflessioni in anni precedenti.

Si potrebbe dire che c’è una lunga insistenza e attenzione al problema.

Se questo conforta, non può non preoccupare perché mostra la persistenza dei limiti operativi nella articolazione di una sussidiarietà organica.

Di questo si è parlato nei giorni scorsi anche a Bari nella biblioteca “Gaetano  Ricchetti” con una relazione del prof. Francesco Sportelli e con interventi di alcuni presenti. Scrivono i vescovi: “la condivisione è il valore su cui vogliamo puntare”. In tal modo la questione del mezzogiorno può diventare un laboratorio, in cui esercitare “un modo di pensare diverso da parte di tutti, ancorati alla giustizia e persino alla santità e non solo alla convenienza e alla opportunità”. Per questo però occorre promuovere una solidarietà nazionale: dipende da tutti, ma in particolare da noi meridionali, convinti di realizzare bene comune, cittadinanza attiva, buona armonia, rifiuto dell’illegalità, contro ogni torpore e inerzia.

Dobbiamo di conseguenza impegnarci tutti nella pratica della solidarietà, innescando l’attesa di una trasformazione possibile, coscienti della responsabilità di tutti nei confronti di ciascuno e di ciascuno nei confronti di tutti, consapevoli che così ci si arricchisce tutti.

Iniziamo col pensare che la condivisione è il valore  in cui credere: “Pensare insieme e gli uni per gli altri. Possiamo così valorizzare al meglio il patrimonio di cui disponiamo, cioè la nostra intelligenza, la capacità di capire i problemi e di farsene carico, la creatività nel risolverli”.

La condivisione è anche donare senza trattenere tutto per sé, comprendendo che non possiamo attendere da altri ciò che dipende da noi e che siamo noi i protagonisti del nostro riscatto. Il messaggio sociale del Vangelo non deve essere considerato una teoria, ma prima di tutto un fondamento ed una motivazione per l’azione: lo sviluppo è impossibile senza uomini retti, senza operatori economici e uomini politici che vivano fortemente nelle loro coscienze l’appello al bene comune. Sostituiamo alla logica del potere e del benessere la pratica della condivisione radicata nella sobrietà e nella solidarietà.

A centocinquanta anni dall’unità d’Italia è necessario crescere insieme in uno spirito di condivisione e di responsabilità nell’intera nazione sia nel dare che nel ricevere, offrendo, con reciprocità fra tutti, nuove possibilità di comprensione della vita sociale e di cambiamenti improntati  sugli ineludibili valori della solidarietà.

In tutto questo ognuno di noi può fare la sua parte, vivendo comportamenti personali e collettivi  di rilevanza morale ispirati dalla fede e dalla ragione: insieme si può.

sac. Giacinto Ardito

Direttore Ufficio Chiesa e Mondo della Cultura