Il Papa: «Il cristianesimo ha modellato l'Italia»
 Lo  scrive il Papa nel messaggio consegnato questa mattina al presidente  della Repubblica, Giorgio Napolitano, dal segretario di Stato, cardinale  Tarcisio Bertone. Nel testo Benedetto XVI cita Dante, Giotto, Petrarca,  Michelangelo, Raffaello, Pierluigi da Palestrina, Caravaggio,  Scarlatti, Bernini e Borromini. "Sono solo alcuni nomi", spiega, "di una  filiera di grandi artisti che, nei secoli, hanno dato un apporto  fondamentale alla formazione dell'identità italiana". Per il Pontefice,  "anche le esperienze di santità, che numerose hanno costellato la storia  dell'Italia, contribuirono fortemente a costruire tale identità, non  solo sotto lo specifico profilo di una peculiare realizzazione del  messaggio evangelico, che ha marcato nel tempo l'esperienza religiosa e  la spiritualità degli italiani (si pensi alle grandi e molteplici  espressioni della pietà popolare), ma pure sotto il profilo culturale e  persino politico". E così, aggiunge Ratzinger, "San Francesco di Assisi,  si segnala anche per il contributo a forgiare la lingua nazionale;  santa Caterina da Siena offre, seppure semplice popolana, uno stimolo  formidabile alla elaborazione di un pensiero politico e giuridico  italiano".
IL CONTRIBUTO DEI CATTOLICI ALL'UNITA' D'ITALIA
Sempre  nel messaggio Benedetto XVI contesta le ricostruzioni degli storici a  causa delle quali "il Risorgimento è passato come un moto contrario alla  Chiesa, al Cattolicesimo, talora anche alla religione in generale". E  scrive: "Senza negare il ruolo di tradizioni di pensiero diverse, alcune  marcate da venature giurisdizionaliste o laiciste, non si può sottacere  l'apporto di pensiero e talora di azione dei cattolici alla formazione  dello Stato unitario. Dal punto di vista del pensiero politico,  basterebbe ricordare tutta la vicenda del neoguelfismo che conobbe in  Vincenzo Gioberti un illustre rappresentante; ovvero pensare agli  orientamenti cattolico-liberali di Cesare Balbo, Massimo d'Azeglio,  Raffaele Lambruschini".
Continua Ratzinger: "Per il pensiero  filosofico, politico ed anche giuridico risalta la grande figura di  Antonio Rosmini, la cui influenza si è dispiegata nel tempo, fino ad  informare punti significativi della vigente Costituzione italiana. E per  quella letteratura che tanto ha contribuito a 'fare gli italiani', cioè  a dare loro il senso dell'appartenenza alla nuova comunità politica che  il processo risorgimentale veniva plasmando, come non ricordare  Alessandro Manzoni, fedele interprete della fede e della morale  cattolica; o Silvio Pellico, che con la sua opera autobiografica sulle  dolorose vicissitudini di un patriota seppe testimoniare la  conciliabilità dell'amor di Patria con una fede adamantina. E di nuovo  figure di santi, come san Giovanni Bosco, spinto dalla preoccupazione  pedagogica a comporre manuali di storia Patria, che modellò  l'appartenenza all'istituto da lui fondato su un paradigma coerente con  una scome san Giovanni Bosco, spinto dalla preoccupazione pedagogica a  comporre manuali di storia Patria, che modellò l'appartenenza  all'istituto da lui fondato su un paradigma coerente con una sana  concezione liberale: 'cittadini di fronte allo Stato e religiosi di  fronte alla Chiesà".
"Anche quando parti della penisola furono  assoggettate alla sovranità di potenze straniere, fu proprio grazie a  tale identità ormai netta e forte che, nonostante il perdurare nel tempo  della frammentazione geopolitica, la nazione italiana - scrive  Benedetto XVI - potè continuare a sussistere e ad essere
consapevole di sè". 
Per  il Pontefice, "l'unità d'Italia, realizzatasi nella seconda metà  dell'Ottocento, ha potuto aver luogo non come artificiosa costruzione  politica di identità diverse, ma come naturale sbocco politico di una  identità nazionale forte e radicata, sussistente da tempo". E "la  comunità politica unitaria nascente a conclusione del ciclo  risorgimentale ha avuto, in definitiva, come collante che teneva unite  le pur sussistenti diversità locali, proprio la preesistente identità  nazionale, al cui modellamento il Cristianesimo e la Chiesa hanno dato  un contributo fondamentale".
E anche dopo la presa di Porta Pia,  "negli anni della dilacerazione i cattolici - sottolinea Ratzinger -  hanno lavorato all'unità del Paese". Infatti, "l'astensione dalla vita  politica, seguente il 'non expedit', rivolse le realtà del mondo  cattolico verso una grande assunzione di responsabilità nel sociale:  educazione, istruzione, assistenza, sanità, cooperazione, economia  sociale, furono ambiti di impegno che fecero crescere una società  solidale e fortemente coesa"."Anche quando parti della penisola furono  assoggettate alla sovranità di potenze straniere, fu proprio grazie a  tale identità ormai netta e forte che, nonostante il perdurare nel tempo  della frammentazione geopolitica, la nazione italiana - scrive  Benedetto XVI - potè continuare a sussistere e ad essere consapevole di  sè".
Per il Pontefice, "l'unità d'Italia, realizzatasi nella  seconda metà dell'Ottocento, ha potuto aver luogo non come artificiosa  costruzione politica di identità diverse, ma come naturale sbocco  politico di una identità nazionale forte e radicata, sussistente da  tempo". E "la comunità politica unitaria nascente a conclusione del  ciclo risorgimentale ha avuto, in definitiva, come collante che teneva  unite le pur sussistenti diversità locali, proprio la preesistente  identità nazionale, al cui modellamento il Cristianesimo e la Chiesa  hanno dato un contributo fondamentale". 
E anche dopo la presa di  Porta Pia, "negli anni della dilacerazione i cattolici - sottolinea  Ratzinger - hanno lavorato all'unità del Paese". Infatti, "l'astensione  dalla vita politica, seguente il 'non expedit', rivolse le realtà del  mondo cattolico verso una grande assunzione di responsabilità nel  sociale: educazione, istruzione, assistenza, sanità, cooperazione,  economia sociale, furono ambiti di impegno che fecero crescere una  società solidale e fortemente coesa".
IL FONDAMENTALE APPORTO DEI CATTOLICI ALLA COSTITUZIONE
Allo  "storico appuntamento" dell'Assemblea Costituente "solo i costituenti  cattolici si presentarono o con un preciso progetto sulla legge  fondamentale del nuovo Stato italiano; un progetto maturato all'interno  dell'Azione Cattolica, in particolare della FUCI e del Movimento  Laureati, e dell'Università Cattolica del Sacro Cuore, ed oggetto di  riflessione e di elaborazione nel Codice di Camaldoli del 1945 e nella  XIX Settimana Sociale dei Cattolici Italiani dello stesso anno, dedicata  al tema "Costituzione e Costituente". Lo ricorda Benedetto XVI nel suo  messaggio pe ri 15o anni dell'unità d'Italia, rivendicando "l'apporto  fondamentale dei cattolici italiani alla elaborazione della Costituzione  repubblicana", che alla fine "fu il positivo frutto di un incontro e di  una collaborazione tra diverse tradizioni di pensiero".
Così,  nel secondo dopo guerra, sottolinea il Pontefice, "prese l'avvio un  impegno molto significativo dei cattolici italiani nella politica,  nell'attività sindacale, nelle istituzioni pubbliche, nelle realtà  economiche, nelle espressioni della società civile, offrendo un  contributo assai rilevante alla crescita del Paese, con dimostrazione di  assoluta fedeltà allo Stato e di dedizione al bene comune e collocando  l'Italia in proiezione europea". 
© Avvenire, 16 marzo 2011
            