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Il Papa: la teologia di Benedetto XVI, passione e ricchezza intrise di Vangelo

Francesco firma la prefazione di un volume della Lev “Dio è sempre nuovo”, che raccoglie i pensieri spirituali del Papa emerito: “Il suo argomentare la fede era compiuto con la devozione dell’uomo che ha abbandonato tutto se stesso a Dio”

Sono lieto che il lettore possa avere tra le mani questo testo di pensieri spirituali del compianto Papa Benedetto XVI. Il titolo già esprime uno degli aspetti più caratteristici del magistero e della stessa visione della fede del mio predecessore: sì, Dio è sempre nuovo perché Lui è fonte e ragione di bellezza, di grazia e di verità. Dio non è mai ripetitivo, Dio ci sorprende, Dio porta novità. La freschezza spirituale che traspare da queste pagine lo confermano con intensità.

Benedetto XVI faceva teologia in ginocchio. Il suo argomentare la fede era compiuto con la devozione dell’uomo che ha abbandonato tutto se stesso a Dio e che, sotto la guida dello Spirito Santo, cercava una sempre maggior compenetrazione del mistero di quel Gesù che lo aveva affascinato fin da giovane.

La raccolta di pensieri spirituali che viene presentata in queste pagine mostra la capacità creativa di Benedetto XVI nel saper indagare i vari aspetti del cristianesimo con una fecondità di immagini, di linguaggio e di prospettiva che diventano uno stimolo continuo a coltivare il dono prezioso dell’accogliere Dio nella propria vita. Il modo nel quale Benedetto XVI ha saputo far interagire cuore e ragione, pensiero e affetti, razionalità ed emozione costituisce un modello fecondo su come poter raccontare a tutti la forza dirompente del Vangelo.

Il lettore lo vedrà confermato in queste pagine, che rappresentano – anche grazie alla competenza del Curatore, cui va il nostro sentito ringraziamento – una sorta di «sintesi spirituale» degli scritti di Benedetto XVI: qui brilla la sua capacità di mostrare sempre nuova la profondità della fede cristiana. Ne basta un piccolo florilegio. «Dio è un evento di amore», espressione che da sola rende giustizia con pienezza di una teologia sempre armoniosa tra ragione e affetto. «Che cosa mai potrebbe salvarci se non l’amore?» ha chiesto ai giovani nella veglia di preghiera a Colonia, nel 2006, meditazione qui opportunamente ricordata, ponendo una domanda che fa eco a Fëdor Dostoevskij. E quando parla della Chiesa, la passione ecclesiale gli fa pronunciare parole quanto mai innervate di appartenenza e affezione: «Non siamo un centro di produzione, non siamo un’impresa finalizzata al profitto, siamo Chiesa».

La profondità del pensiero di Joseph Ratzinger, che si fondava sulla Sacra Scrittura e sui Padri della Chiesa ci è di aiuto ancor oggi. Queste pagine affrontano un ventaglio di tematiche spirituali e ci sono di stimolo nel rimanere aperti all’orizzonte dell’eternità che il cristianesimo ha nel proprio dna. Quello di Benedetto XVI è e rimarrà sempre un pensiero e un magistero fecondo nel tempo, perchè ha saputo concentrarsi sui riferimenti fondamentali della nostra vita cristiana: anzitutto, la persona e la parola di Gesù Cristo, inoltre le virtù teologali, ovvero la carità, la speranza, la fede. E di questo tutta la Chiesa.

© www.vaticannews.va, mercoledì 4 gennaio 2023

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