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Incontro di Bari. Mons. Cacucci: “Una risposta corale mai vista prima”

Mentre Bari si veste a festa per accogliere domani Papa Francesco e i Patriarchi del Medio Oriente, l'arcivescovo del capoluogo pugliese parla dell'incontro di preghiera come "un dono caduto dall'alto". "Sarà - afferma - un’esperienza di sinodalità tra le varie confessioni cristiane che non ha precedenti di queste proporzioni" e con innegabili ripercussioni sul cammino ecumenico

“È una Bari affettuosa” quella che in queste ore aspetta Papa Francesco e i Patriarchi delle Chiese orientali che si ritroveranno domani nella basilica di san Nicola per pregare per la pace in Medio Oriente. A raccontarlo al Sir è lo stesso arcivescovo del capoluogo pugliese, mons. Francesco Cacucci. Nel lungomare si sistemano transenne e fiori mentre alla Rotonda, dove è allestito il palco per la preghiera, si stanno ultimando i preparativi. Le strade sono piene di manifesti di benvenuto per Papa Francesco.

papa-a-bari-268x477.jpg“Aspettiamo circa 50mila pellegrini da tutta la regione e moltissimi saranno i fedeli ortodossi che abitano in gran numero la nostra città. Qui abbiamo copti, etiopi, rumeni, greci, georgiani che celebrano la Divina Liturgia nelle chiese di Bari vecchia che abbiamo dato loro in affidamento. Sarà un momento di ecumenismo di popolo”, dice l’arcivescovo, il cui stato d’animo, a poche ore dall’evento, è quello “di ringraziamento per un dono ricevuto dall’alto, attraverso la volontà autonoma del Papa. Ma ci tengo a dire che non è il Papa che viene a Bari per trovarci, ma è il Papa che viene a Bari con i Patriarchi per il mondo”.Eccellenza, domani Bari ospiterà un incontro storico, inedito e con innegabili ripercussioni sul cammino ecumenico…
Sarà un’esperienza di sinodalità tra le varie Confessioni cristiane che non ha precedenti di queste proporzioni. Si tratta di una risposta corale all’invito del Papa mai vista prima. Altra novità è che l’incontro di Bari non affronterà questioni interne alle Chiese o temi di carattere teologico. Ci si incontrerà tutti insieme per i fratelli del mondo. Non è da poco in un momento di tensioni particolaristiche. Un domani non saranno tanto le discussioni teologiche che faciliteranno il cammino dell’unità quanto l’incontro dei popoli.

20180706_080633-268x201.jpgLa venerazione da parte dei Patriarchi delle reliquie di san Nicola, conservate nella cripta della basilica, e la preghiera sul lungomare sono due momenti in cui la Chiesa prega insieme per dei fratelli in difficoltà. San Nicola è il santo che più di ogni altro può aiutare il cammino verso l’unità dei cristiani. C’è un momento di comunione già in atto. Aneliti di unità li ho visti nel Patriarca di Mosca, Kirill, e in quello ecumenico, Bartolomeo, ma è un cammino che chiede tempo, non tanto ai fedeli laici, quanto alle varie componenti delle Chiese.

Ecumenismo di popolo ma anche del sangue. Domani il Papa e i Patriarchi pregheranno per la pace in Medio Oriente e per tanti “nostri fratelli e sorelle in difficoltà” che subiscono discriminazioni e persecuzioni violente…
Aggiungerei un ecumenismo dei martiri. Il Papa esprime con dolore la difficoltà di accettare questa congiura del silenzio riguardo a questi temi. Credo che una delle motivazioni dell’incontro è ascoltare l’invocazione che viene da queste popolazioni. I Patriarchi non si sentono ascoltati. Ciò che accade a due passi da noi pare che non esista. L’incontro di Papa Francesco con i capi delle Chiese del Medio Oriente dona visibilità e aiuta a mettere a tema il problema della condizione dei cristiani e del loro martirio. Tuttavia vanno tenute presenti anche le sofferenze di sunniti, sciiti, yazidi e altre minoranze. La guerra non fa caso alle Confessioni. Prima delle guerre, in Iraq e in Siria esisteva una convivenza pacifica. La guerra è la radice dei mali di oggi.

logo_papa.pngÈ anche per questo che è stato scelto il motto “Su di te sia pace”?
Non solo. Sul logo dell’incontro abbiamo voluto mettere un arco, ricordando un documento redatto con don Tonino Bello riguardante il problema degli F-16 in Puglia. Quel documento portava il titolo “Puglia arca di pace e non arco di guerra”, suggerito proprio da don Tonino. Incontri, come questo di Bari, ci aiutano anche a riconsiderare profeti già presenti, come don Tonino Bello e il sindaco di Firenze Giorgio La Pira, che tanto si sono spesi per la pace.

20170304_155723-268x151.jpgPerché si parla poco delle persecuzioni contro i cristiani?
Il mondo dei mass media segue una legge: ciò che accade fuori della porta di casa è reale. Ciò che accade a distanza di migliaia di chilometri non esiste. Prendiamo, per esempio, il tema dei migranti: non si può mettere sullo stesso piano ciò che viviamo noi e ciò che si vive in alcune zone del mondo dove milioni di persone sono costrette, nel silenzio generale, alla fuga da guerre, fame, violenza. Viviamo, a livello mondiale, la globalizzazione dei prodotti e la tribalizzazione delle persone che si basa sulla paura di non avere garanzie di sicurezza per il futuro. Si cavalca il timore di povertà.

Daniele Rocchi

© www.agensir.it, venerdì 6 luglio 2018

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