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Incontro di Bari. Souraya Bechealany: “Ho portato ai Patriarchi la voce del popolo cristiano in Medio Oriente”

Unica donna laica all’incontro di preghiera per la pace a Bari. Intervista a Souraya Bechealany, segretario generale del Consiglio delle Chiese del Medio Oriente. “Non c’è pace senza giustizia e non c’è giustizia senza apertura all’altro. Il cristiano in Medio Oriente è il garante dell’alterità”, dice: “Mostra al mondo mediorientale che si può essere diversi e vivere insieme. Ma se i cristiani abbandonano il Medio Oriente, rischiano di lasciare campo libero a una guerra terribile tra sciiti e sunniti, tra i musulmani tra loro, tra musulmani ed ebrei. È quindi vero che se noi lasciamo, la pace sparirà dal Medio Oriente. Perché i cristiani, dappertutto in questa terra, sono un ponte tra i popoli”

“È stato un giorno di Kairos, momento favorevole, giusto e opportuno. Non solo i Capi delle Chiese si sono riuniti a Bari, ma anche il popolo di Dio è venuto numeroso per sostenere il nostro lavoro e pregare con noi, cristiani d’Oriente. La mia è più che un’impressione. È una certezza: la Chiesa è viva, e non potrà morire”. Cattolica libanese, Souraya Bechealany è segretario generale del Consiglio delle Chiese del Medio Oriente. Parla con il Sir dell’incontro di Bari visto nella prospettiva dell’unica donna ammessa a partecipare, insieme ai Patriarchi d’Oriente e a Papa Francesco, all’incontro di preghiera e di discussione a porte chiuse nella basilica di San Nicola. “Ho visto – confida – la Chiesa una, pur nella sua diversità, e la Chiesa unita nella preghiera che precede la riflessione teologica e dogmatica”.

Lei è segretario generale del Consiglio delle Chiese cristiane in Medio Oriente. Cosa vi preoccupa di più?
Quello che mi sta più a cuore è che le Chiese siano insieme, perché da sole non possono affrontare tutte le sfide che abbiamo davanti.

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Il Papa ha detto che “un Medio Oriente senza cristiani non sarebbe Medio Oriente”. Quanto pesa la fuga dei cristiani per gli equilibri di pace nella Regione?
Non si possono colpevolizzare i cristiani che lasciano il Medio Oriente perché lo fanno solo quando non è più possibile vivere nella loro casa. Ma quanto il Papa dice è importantissimo. Perché non c’è pace senza giustizia e non c’è giustizia senza apertura all’altro. Il cristiano in Medio Oriente è il garante dell’alterità. E mostra al mondo musulmano che non si può vivere solo con chi mi assomiglia ed è uguale a me in tutto e per tutto. Si può essere diversi e si può vivere insieme. Se i cristiani abbandonano il Medio Oriente, rischiano di lasciare campo libero a una guerra terribile tra sciiti e sunniti, tra i musulmani tra loro, tra musulmani ed ebrei. È quindi vero che se noi lasciamo, la pace sparirà dal Medio Oriente. Perché i cristiani dappertutto in questa terra sono un ponte tra i popoli.

Come è andata la discussione a porte chiuse nella basilica di San Nicola?
È stato un incontro attorno a un tavolo rotondo dove il Papa e i Patriarchi hanno vissuto un momento di sinodalità, tra fratelli. Hanno parlato fraternamente, coraggiosamente, liberamente, senza limitazioni. Tutti hanno potuto esprimere ciò che pensavano e anche il Papa ha parlato. Sì, è stato bello. È stato bello vedere questa Chiesa attorno a un tavolo rotondo.

Hanno parlato tutti?
Tutti hanno preso la parola, anch’io. Ho parlato per ultima. Ho aspettato che tutti parlassero. Ed è stato commovente prendere la parola come donna. Ero seduta giusto di fronte al Papa. Avevo a destra e a sinistra tutti i Patriarchi.

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Che cosa ha detto?
Mi sono resa conto che come donna, ero la sola a rappresentare il popolo di Dio e ho cercato di essere la voce di questo popolo. Qualche giorno fa, ho avuto un incontro con i giovani del Medio Oriente e mi hanno lasciato una pagina. Ho cercato di esprimere ai Patriarchi quello che mi hanno scritto.

E che cosa le hanno scritto? Cosa si aspetta la gente del Medio Oriente da questo incontro di Bari?
Che la Chiesa sia fedele alla sua missione, che non assomigli a questo mondo, che sia cioè nel mondo ma non del mondo, che denunci tutto ciò che non le appartiene. Si può essere tentati dalla corruzione e dalla divisione. Ciò che il popolo di Dio del Medio Oriente – ma non solo – si aspetta dalla Chiesa è che sia il volto di Cristo nel mondo, che sia corretta, onesta, coraggiosa e unita. Se lo fa, tutto il popolo di Dio la seguirà.

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Quale impressione le ha dato Papa Francesco nella basilica di san Nicola?
In termini teologici si dice “primus inter pares”, “primo fra pari”. Ma è stato soprattutto un fratello per i suoi fratelli, un padre.

Dopo Bari, cosa succederà?
Ci sono stati nel passato momenti difficili. Ma non ci devono scoraggiare. Momenti come quelli vissuti a Bari, danno forza alle persone responsabili e speranza alle loro Chiese. I frutti saranno oggi e domani impercettibili ma sicuramente nel tempo saranno visibili. Non dobbiamo perdere la speranza. E sa perché? Perché noi seguiamo un Dio che ha vinto il mondo. Non lavoriamo per qualcuno che non è debole, ma per qualcuno che ha dato la vita ed è risorto. Per quanto il male sia forte, il termine ultimo della questione, è la vittoria della vita sulla morte. È questa la speranza che spinge i cristiani a non mollare, a costruire la pace, a lottare per la giustizia. È questo il motivo per cui noi, cristiani del Medio Oriente, non ci scoraggeremo mai.

M. Chiara Biagioni

© www.agensir.it, martedì 10 luglio 2018

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