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Io, suora, offesa dal ministro

Il ministro del Lavoro Sacconi ha raccontato in pubblico una barzelletta agghiacciante su delle suore violentate. "Caro ministro, le spiego il mio disgusto" (di suor Eugenia Bonetti)

sacconiok_1957090.jpgIl ministro del Lavoro Sacconi, per polemizzare contro la Cgil ha utilizzato una barzelletta agghiacciante che parla di suore violentate consenzienti. Questo è il livello di un ministro della Repubblica.
Mi stupisce e mi sconcerta che un uomo di governo, un rappresentante delle più alte istituzioni del nostro Paese, utilizzi un simile esempio, profondamente fuori luogo e offensivo non solo nei riguardi delle suore, ma di tutte le donne. Ormai nel nostro Paese l’uso della metafora a sfondo sessuale sembra essere diventata una prassi condivisa da uomini pubblici ai più alti livelli politici. Non si rendono conto che non si può e non si deve scherzare in nessun modo e in nessun caso sulla violenza perpetrata nei  confronti delle donne? Tanto più se si chiamano in causa delle religiose, che spesso hanno dato - e continuano a farlo - la loro stessa vita per difendere la dignità della donna e di ogni essere umano. È vergognoso e intollerabile!
Da anni, in qualità di responsabile dell'Ufficio Tratta delle donne e dei minori dell'Usmi, lotto in prima persona contro il traffico di donne e bambini oggetto dello sfruttamento sessuale. La storiaccia del ministro mi colpisce nella mia dignità, nella mia vocazione a servire Cristo e nel mio lavoro. Ma non parlo solo a titolo personale. Parlo in particolare a nome di tutte le suore che in Italia lottano contro il traffico di donne e minorenni per lo sfruttamento sessuale. Donne e ragazzine, poco più che bambine, che di giorno e di notte, sono costrette a vendere il loro corpo per soddisfare gli istinti sessuali degli uomini italiani. Sono milioni di veri e propri stupri quelli che queste donne - le nuove “schiave” del XXI secolo - subiscono ogni giorno sulle nostre strade, nei night club o negli appartamenti. E non c’è proprio nulla su cui scherzare. Né sulle religiose, né su alcuna donna che subisce violenza.
 

Suor Eugenia Bonetti
© Famiglia Cristiana, 8 settembre 2011
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