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La chiesa di San Sebastiano riapre al culto

Con una solenne celebrazione presieduta da S.E. Mons. Francesco Cacucci Arcivescovo di Bari-Bitonto, il 20 gennaio 2015 alle ore 18,30 nel giorno in cui la chiesa festeggia San Sebastiano, riaprirà la chiesetta di San Sebastiano a Bari Vecchia dopo i lavori di restauro durati un anno e mezzo.

I lavori sono stati finanziati per metà dal contributo dell'ottox1000 della Chiesa Cattolica e per l'altra metà dalla comunità parrocchiale della Cattedrale. Sono stati diretti dagli architetti Francesco Dicarlo e Armando Coppola, che si sono avvalsi della collaborazione dalla restauratrice Felicia La Viola ed eseguiti dalla ditta Ars. Questa chiesa venne edificata negli anni 823-827 dall'allora Arcivescovo di Bari e Canosa, di nome Sebastiano. Il 25 novembre 1144, Papa Lucio II conferma la chiesa di San Sebastiano con tutte le sue pertinenze a Nicola Abate del Monastero d'Ognissanti di Cuti, in Valenzano. Nel 1192 è ricordato un certo sacerdote Marino, quale celebrante in questa Chiesa. La chiesa alla fine del secolo XVI è Beneficio"ius patronatus laicorum"dell'antica nobile famiglia Gargano in Bari. Nel XVI secolo avviene il passaggio di proprietà dalla famiglia Gargano all'antica famiglia Gizzinosi. Lo stemma apposto sulla facciata è della famiglia Gizzinosi-Ramirez, di Giovinazzo della metà XVI sec. Nella chiesa di San Sebastiano vi era anche l'obbligo pomeridiano di insegnare la dottrina cristiana ai ragazzi e don Alfonso Ramirez provvede a far porre una piccola campana sulla Chiesa. Il 14 novembre 1650 don Paolo De Dominicis prende possesso del beneficio "ius patronatus" delle famiglie Gargano-Gizzinosi-Ramirez con l’impegno di due messe settimanali e l'obbligo di fare la festa il giorno di San Sebastiano. Nel 1656, anno della terribile peste, la cura della chiesa è della famiglia Gambacorta, che ha avuto sempre una particolare devozione per questo santo, protettore della Guardia Civica. Un’iscrizione sepolcrale dichiara che nel 1860 la chiesa di San Sebastiano apparteneva a Luigi Volpicella di Molfetta. L'ultimo proprietario è stato Vincenzo Volpicella fino al 1910, in seguito il titolo di proprietà è passato all’Arcidiocesi di Bari-Bitonto, che l’ha dato in concessione d’uso pastorale alla Parrocchia Cattedrale. La chiesetta situata in strada San Sebastiano nelle vicinanze dell'Arco Alto ( di fronte al castello normanno-svevo) è completamente inglobata nel tessuto urbano del centro storico della città vecchia di Bari, solo la facciata sulla strada omonima, la rivela a chi percorre questa via. La facciata è in stile tardo romanico-gotico, mentre l'interno è rinascimentale (XVI sec.)L’ingresso ad arco gotico risalirebbe, per forma, ad epoca precedente a quella della riedificazione rinascimentale a cui, probabilmente, fa riferimento la finestra centrale sormontata dall’insegna araldica della famiglia Gizzinosi-Ramirez.L’architettura della chiesa ad aula unica coperta da volta a botte unghiata e ribassata secondo una tipologia architettonica quattrocentesca, è interrotta spazialmente da un grande arco di rinforzo realizzato in epoca certamente successiva all’edificazione originaria, per sopperire a un dissesto statico a tutt’oggi visibile che è stato oggetto dell’intervento di consolidamento e restauro in atto. Nella zona presbiterale è presente un altare a spalliera in muratura, la cui realizzazione risale, secondo alcune fonti, ai primi del ‘900, il cui aspetto è in stile barocco napoletano. Sulla parete sovrastante l’altare è presente una tela raffigurante San Sebastiano del XIX secolo.L'importanza della chiesa di San Sebastiano ha un valore fondamentale per la ricostruzione del tessuto sociale circostante che è contagiata da modelli culturali di grande povertà culturale. La Parrocchia, attraverso il restauro della chiesa e volendo farne un centro formativo, ha voluto ricostruire un presidio umano per la ricostruzione di relazioni sane capaci di un protagonismo ecclesiale civile positivo.Valore spiritualeSan Sebastiano è il protettore della Guarnigione che vigila sulla Città. Se prima gli ufficiali spagnoli che abitavano nel vicinato della chiesa, ne avevano fatta una loro cappella privata, quali "custodi" della Città, ora la chiesa è anche cappella del corpo dei Vigili Urbani del Comune di Bari per essere luogo memoriale della loro autentica vocazione a custodire la legge.

Michele Cassano

© La Repubblica.it, 16 gennaio 2015

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