La chiesa di San Sebastiano riapre al culto
I  lavori sono stati finanziati per metà dal contributo dell'ottox1000   della Chiesa Cattolica e per l'altra metà dalla comunità parrocchiale   della Cattedrale. Sono stati diretti dagli architetti Francesco Dicarlo e   Armando Coppola, che si sono avvalsi della collaborazione dalla   restauratrice Felicia La Viola ed eseguiti dalla ditta Ars. Questa   chiesa venne edificata negli anni 823-827 dall'allora Arcivescovo di   Bari e Canosa, di nome Sebastiano. Il 25 novembre 1144, Papa Lucio II   conferma la chiesa di San Sebastiano con tutte le sue pertinenze a   Nicola Abate del Monastero d'Ognissanti di Cuti, in Valenzano. Nel 1192 è   ricordato un certo sacerdote Marino, quale celebrante in questa  Chiesa.  La chiesa alla fine del secolo XVI è Beneficio"ius patronatus   laicorum"dell'antica nobile famiglia Gargano in Bari. Nel XVI secolo   avviene il passaggio di proprietà dalla famiglia Gargano all'antica   famiglia Gizzinosi. Lo stemma apposto sulla facciata è della famiglia   Gizzinosi-Ramirez, di Giovinazzo della metà XVI sec. Nella chiesa di San   Sebastiano vi era anche l'obbligo pomeridiano di insegnare la dottrina   cristiana ai ragazzi e don Alfonso Ramirez provvede a far porre una   piccola campana sulla Chiesa. Il 14 novembre 1650 don Paolo De Dominicis   prende possesso del beneficio "ius patronatus" delle famiglie   Gargano-Gizzinosi-Ramirez con l’impegno di due messe settimanali e   l'obbligo di fare la festa il giorno di San Sebastiano. Nel 1656, anno   della terribile peste, la cura della chiesa è della famiglia Gambacorta,   che ha avuto sempre una particolare devozione per questo santo,   protettore della Guardia Civica. Un’iscrizione sepolcrale dichiara che   nel 1860 la chiesa di San Sebastiano apparteneva a Luigi Volpicella di   Molfetta. L'ultimo proprietario è stato Vincenzo Volpicella fino al   1910, in seguito il titolo di proprietà è passato all’Arcidiocesi di   Bari-Bitonto, che l’ha dato in concessione d’uso pastorale alla   Parrocchia Cattedrale. La chiesetta situata in strada San Sebastiano   nelle vicinanze dell'Arco Alto ( di fronte al castello normanno-svevo) è   completamente inglobata nel tessuto urbano del centro storico della   città vecchia di Bari, solo la facciata sulla strada omonima, la rivela a   chi percorre questa via. La facciata è in stile tardo romanico-gotico,   mentre l'interno è rinascimentale (XVI sec.)L’ingresso ad arco gotico   risalirebbe, per forma, ad epoca precedente a quella della   riedificazione rinascimentale a cui, probabilmente, fa riferimento la   finestra centrale sormontata dall’insegna araldica della famiglia   Gizzinosi-Ramirez.L’architettura della chiesa ad aula unica coperta da   volta a botte unghiata e ribassata secondo una tipologia architettonica   quattrocentesca, è interrotta spazialmente da un grande arco di  rinforzo  realizzato in epoca certamente successiva all’edificazione  originaria,  per sopperire a un dissesto statico a tutt’oggi visibile  che è stato  oggetto dell’intervento di consolidamento e restauro in  atto. Nella zona  presbiterale è presente un altare a spalliera in  muratura, la cui  realizzazione risale, secondo alcune fonti, ai primi  del ‘900, il cui  aspetto è in stile barocco napoletano. Sulla parete  sovrastante l’altare  è presente una tela raffigurante San Sebastiano  del XIX  secolo.L'importanza della chiesa di San Sebastiano ha un valore   fondamentale per la ricostruzione del tessuto sociale circostante che è   contagiata da modelli culturali di grande povertà culturale. La   Parrocchia, attraverso il restauro della chiesa e volendo farne un   centro formativo, ha voluto ricostruire un presidio umano per la   ricostruzione di relazioni sane capaci di un protagonismo ecclesiale   civile positivo.Valore spiritualeSan Sebastiano è il protettore della   Guarnigione che vigila sulla Città. Se prima gli ufficiali spagnoli che   abitavano nel vicinato della chiesa, ne avevano fatta una loro cappella   privata, quali "custodi" della Città, ora la chiesa è anche cappella  del  corpo dei Vigili Urbani del Comune di Bari per essere luogo  memoriale  della loro autentica vocazione a custodire la legge.
Michele Cassano
© La Repubblica.it, 16 gennaio 2015
            