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La Consulta Nazionale Antiusura “San Giovanni Paolo II” in udienza privata da Papa Leone XIV per il trentennale della fondazione

In occasione del trentesimo anniversario della sua fondazione, la Consulta Nazionale Antiusura “San Giovanni Paolo II” è stata ricevuta in udienza privata da Sua Santità Papa Leone XIV, sabato 18 ottobre alle ore 10.30. L’incontro si è tenuto nella Sala Clementina del Palazzo Apostolico con la partecipazione dei volontari delle 35 Fondazioni antiusura aderenti alla Consulta, attive su tutto il territorio nazionale, accompagnati dal Presidente Luciano Gualzetti.

Al termine dell’Udienza, alle ore 12.00, la Santa Messa nella Basilica di San Pietro presso l’Altare della Cattedra, presieduta da S.E. Mons. Giuseppe Satriano, Arcivescovo di Bari- Bitonto, in un clima di preghiera e riconoscenza per il cammino condiviso.

L’udienza rappresenta un momento di profonda gratitudine e riconoscimento per l’impegno instancabile delle Fondazioni nel contrasto all’usura, nella promozione della legalità economica e nell’accompagnamento delle persone in difficoltà. In trent’anni di attività, la Consulta ha costruito una rete capillare di enti che operano in sinergia con le istituzioni civili ed ecclesiali, promuovendo percorsi di giustizia sociale, prevenzione e tutela della dignità umana.

“Essere ricevuti dal Santo Padre nel trentennale della Consulta è per noi un dono e una responsabilità – dichiara il Presidente Luciano Gualzetti –. È il riconoscimento di un cammino fatto di ascolto, prossimità e difesa della dignità umana. In un tempo segnato da nuove povertà e fragilità, il nostro servizio continua ad essere una risposta concreta, radicata nel Vangelo e nella Costituzione, per costruire comunità più giuste e solidali.”

Le parole dell’Esortazione apostolica Dilexi te, in cui Papa Leone XIV richiama l’amore preferenziale per i poveri e l’invito a una Chiesa che si faccia prossima a chi ha “poca forza”, risuonano profondamente nell’impegno quotidiano delle Fondazioni. L’usura, infatti, è una ferita che colpisce i più vulnerabili, privandoli di speranza e dignità. Contrastarla significa incarnare quell’amore concreto e liberante che il Santo Padre indica come via evangelica e sociale.

La Consulta Nazionale esprime profonda riconoscenza a Sua Santità per l’attenzione riservata a questa realtà e per il sostegno morale che accompagna il cammino delle Fondazioni. Il trentennale diventa così non solo occasione celebrativa, ma anche stimolo per rilanciare con forza il servizio a favore di una società più equa, inclusiva e rigenerativa.

Michela Di Trani

 

Per l'occasione, S.E. Mons. Giuseppe Satriano, Arcivescovo di Bari-Bitonto, ha inviato una sua riflessione sotto forma di intervista, pubblicata sulla Gazzetta del Mezzogiorno del 18 ottobre 2025:

  1. Che importanza ha l’incontro del 18 ottobre con Papa Leone XIV?

Una grande importanza, un momento di profondo significato ecclesiale e civile per tutti. Incontrare il Santo Padre offre sempre a ogni credente l’opportunità di ritornare alle origini. Sarà così anche per la Consulta Nazionale Antiusura, nata nel cuore della Chiesa e chiamata ad attingere costantemente da quel cuore luce, forza e orientamento. Attenzione a non considerarlo un incontro per “addetti ai lavori”: la parola del Papa è un appello profetico che interpella l’intera società, perché l’usura non è un fenomeno marginale, ma una ferita profonda nel corpo sociale. Presentarsi al Papa. per la Consulta. significa offrire, con umiltà, il cammino trentennale di servizio alla dignità delle persone ed essere confermati e incoraggiati nel prosieguo del cammino.

Pochi giorni fa Papa Leone XIV ha pubblicato il suo primo documento pastorale, l’esortazione “Dilexi te”, con la quale riconsegna alla Chiesa il suo vero tesoro: i poveri e gli oppressi. Il suo magistero riparte da dove è arrivato quello di Papa Francesco: un richiamo costante a non dimenticare le periferie esistenziali, a riconoscere nei volti feriti la presenza viva di Cristo. È verso gli ultimi, infatti, che l’amore si fa concreto, autentico e disinteressato.

 

  1. Che importanza ha il lavoro quotidiano della Consulta?

È un lavoro silenzioso, capillare, profondamente umano. Le Fondazioni antiusura non sono soltanto presìdi economici: sono luoghi di ascolto, di accompagnamento, di rinascita. Ogni giorno, in tutta Italia, operatori e volontari si fanno prossimi a famiglie schiacciate dai debiti, a piccoli imprenditori in difficoltà, a persone smarrite nella rete dell’usura o del gioco d’azzardo. La Consulta coordina e sostiene questa rete, offrendo strumenti finanziari, consulenza legale, percorsi educativi, ma soprattutto tenendo viva una cultura di solidarietà evangelica e responsabilità civile. Certamente non sempre si arriva a tutto e a tutti ma l’impegno è quello di una testimonianza che si attesti come un “noi” solidale.

  1. Com’è la situazione sul territorio di Bari?

Anche sul territorio barese si avvertono i segni di una pressione crescente. L’inflazione, il caro vita, le crisi produttive e occupazionali stanno impoverendo molte famiglie e piccole imprese, rendendole più vulnerabili. Al disagio economico si somma spesso l’isolamento relazionale, che priva le persone di reti di sostegno e le spinge verso canali seducenti e pericolosi. Accanto alle forme classiche di usura, emergono fenomeni di sovra indebitamento legati al credito, al consumo, all’uso inconsapevole degli strumenti finanziari, o al gioco d’azzardo, che rappresenta spesso la porta d’ingresso nell’inferno dell’usura, un autentico “giogo” a cui non è facile sottrarsi. È una piaga in parte sommersa, che richiede coraggio civile e pastorale per essere nominata, denunciata e affrontata.

  1. Cosa sarebbe necessario fare oggi per salvaguardare le possibili vittime dell’usura?

Occorre agire su più piani. Anzitutto, investire nella prevenzione, attraverso una formazione capillare: la cosiddetta financial capability, cioè la capacità reale di comprendere e gestire le scelte finanziarie, è ancora molto bassa nel nostro Paese. Educare significa rendere le persone più libere. In secondo luogo, è fondamentale rafforzare le reti di prossimità: nessuno deve sentirsi solo. Famiglie, comunità parrocchiali, associazioni e istituzioni sono chiamate collaborare per offrire ascolto e alternative concrete. Infine, servono strumenti giuridici ed economici adeguati: l’estensione del Fondo di Solidarietà alle famiglie, la semplificazione delle procedure di accesso al credito legale, la trasparenza nelle offerte finanziarie. Ma soprattutto, è necessario alimentare quella fantasia della carità che spinge a osare cammini nuovi, a cercare la persona dietro il debito, a salvare insieme vittime e, quando possibile, anche usurai, annunciando la possibilità della conversione.

  1. Come è possibile intervenire di fronte all’aumento delle diseguaglianze?

Le diseguaglianze non consistono solo in disparità economiche, ma si esprimono come vere e proprie fratture sociali e antropologiche che indeboliscono la coesione del Paese. Per contrastarle non bastano interventi assistenziali: serve un cambio di paradigma, una rifondazione del “noi” capace di mettere al centro la persona e non il profitto. Le politiche pubbliche devono garantire equità nell’accesso al credito, tutela dei più fragili e promozione di percorsi di emancipazione; ma non bastano interventi dall’alto. È indispensabile un tessuto sociale vivo, che si faccia carico delle ferite del territorio. La Consulta e le sue Fondazioni rappresentano un esempio concreto di questa alleanza possibile tra istituzioni, società civile e Chiesa. È da questa sinergia che può nascere un futuro più giusto.

Roma, 18 ottobre 2025

 

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