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«Le divisioni danneggiano la Chiesa»

All'udienza generale papa Francesco lancia un appello ai cristiani: «Dobbiamo cercare l’unità soprattutto all’interno della nostra famiglia»

La Chiesa corpo di Cristo. Papa Francesco riparte dalle parole del Concilio Vaticano II per spiegare cos’è la Chiesa. Nell’udienza generale del mercoledì in Piazza San Pietro Bergoglio continua la catechesi sul mistero della Chiesa e insiste sul fatto che essa «non è un’associazione assistenziale, culturale o politica, ma è un corpo vivente che Gesù guida, nutre e sorregge».

E poi fa appello all’unità: «Stamattina ho pregato per circa 30-40 minuti con un pastore evangelico», confida. «Noi dobbiamo imparare a pregare insieme, a essere uniti soprattutto tra noi cattolici, con i cristiani, con gli altri. Dobbiamo cercare l’unità soprattutto all’interno della nostra famiglia».
Parlando a braccio Francesco ha aggiunto che «l’unità è superiore ai conflitti. I conflitti se non si sciolgono bene ci separano tra di noi e ci separano da Dio. Il conflitto può aiutarci a crescere, ma anche può dividerci. Non andiamo sulla strada della divisione e delle lotte tra noi, no, tutti uniti nelle differenze, quella è la strada di Gesù».

Tornando ancora sull’insegnamento del Vaticano II, il Papa ha ribadito che «corpo e membra per vivere devono essere uniti!» e che «l’unità è una grazia che dobbiamo chiedere al Signore perché ci liberi dalle tentazioni della divisione, delle lotte tra noi, degli egoismi, delle chiacchiere». «Quanto male fanno le chiacchiere…», ha detto il Papa, «mai chiacchierare degli altri, mai. Quanto danno arrecano alla Chiesa le divisioni tra i cristiani, l’essere di parte, gli interessi meschini!».

Infine il Papa ha ricordato che domani ricorre la Giornata mondiale del rifugiato: «Quest’anno», ha spiegato, «siamo invitati a considerare specialmente la situazione delle famiglie rifugiate, costrette spesso a lasciare in fretta la loro casa e la loro patria e a perdere ogni bene e sicurezza. Oltre ai pericoli del viaggio, spesso queste famiglie si trovano a rischio di disgregazione e, nel Paese che li accoglie, devono confrontarsi con culture e società diverse dalla propria».

«Non possiamo essere insensibili», è l’appello del Papa ai cristiani, «verso le famiglie e verso tutti i nostri fratelli e sorelle rifugiati: siamo chiamati ad aiutarli, aprendoci alla comprensione e all’ospitalità. Non manchino in tutto il mondo persone e istituzioni che li assistano: nel loro volto è impresso il volto di Cristo!».

Annachiara Valle

© Famiglia Cristiana, 19 giugno 2013

 

Il testo dell'Udienza

 

 

Cari fratelli e sorelle, buongiorno!

Oggi mi soffermo su un'altra espressione con cui il Concilio Vaticano II indica la natura della Chiesa: quella del corpo; il Concilio dice che la Chiesa è Corpo di Cristo (cfr Lumen gentium, 7).

Vorrei partire da un testo degli Atti degli Apostoli che conosciamo bene: la conversione di Saulo, che si chiamerà poi Paolo, uno dei più grandi evangelizzatori (cfr At 9,4-5). Saulo è un persecutore dei cristiani, ma mentre sta percorrendo la strada che porta alla città di Damasco, improvvisamente una luce lo avvolge, cade a terra e sente una voce che gli dice «Saulo, Saulo, perché mi perseguiti?». Lui domanda: «Chi sei, o Signore?», e quella voce risponde: «Io sono Gesù che tu perseguiti» (v. 3-5). Questa esperienza di san Paolo ci dice quanto sia profonda l’unione tra noi cristiani e Cristo stesso. Quando Gesù è salito al cielo non ci ha lasciati orfani, ma con il dono dello Spirito Santo l’unione con Lui è diventata ancora più intensa. Il Concilio Vaticano II afferma che Gesù «comunicando il suo Spirito, costituisce misticamente come suo corpo i suoi fratelli, chiamati da tutti i popoli» (Cost. dogm. Lumen gentium, 7).

L’immagine del corpo ci aiuta a capire questo profondo legame Chiesa-Cristo, che san Paolo ha sviluppato in modo particolare nella Prima Lettera ai Corinzi (cfr cap. 12). Anzitutto il corpo ci richiama ad una realtà viva. La Chiesa non è un’associazione assistenziale, culturale o politica, ma è un corpo vivente, che cammina e agisce nella storia. E questo corpo ha un capo, Gesù, che lo guida, lo nutre e lo sorregge. Questo è un punto che vorrei sottolineare: se si separa il capo dal resto del corpo, l’intera persona non può sopravvivere. Così è nella Chiesa: dobbiamo rimanere legati in modo sempre più intenso a Gesù. Ma non solo questo: come in un corpo è importante che passi la linfa vitale perché viva, così dobbiamo permettere che Gesù operi in noi, che la sua Parola ci guidi, che la sua presenza eucaristica ci nutra, ci animi, che il suo amore dia forza al nostro amare il prossimo. E questo sempre! Sempre, sempre! Cari fratelli e sorelle, rimaniamo uniti a Gesù, fidiamoci di Lui, orientiamo la nostra vita secondo il suo Vangelo, alimentiamoci con la preghiera quotidiana, l’ascolto della Parola di Dio, la partecipazione ai Sacramenti.

E qui vengo ad un secondo aspetto della Chiesa come Corpo di Cristo. San Paolo afferma che come le membra del corpo umano, pur differenti e numerose, formano un solo corpo, così tutti noi siamo stati battezzati mediante un solo Spirito in un solo corpo (cfr 1Cor 12,12-13). Nella Chiesa quindi, c’è una varietà, una diversità di compiti e di funzioni; non c’è la piatta uniformità, ma la ricchezza dei doni che distribuisce lo Spirito Santo. Però c’è la comunione e l’unità: tutti sono in relazione gli uni con gli altri e tutti concorrono a formare un unico corpo vitale, profondamente legato a Cristo. Ricordiamolo bene: essere parte della Chiesa vuol dire essere uniti a Cristo e ricevere da Lui la vita divina che ci fa vivere come cristiani, vuol dire rimanere uniti al Papa e ai Vescovi che sono strumenti di unità e di comunione, e vuol dire anche imparare a superare personalismi e divisioni, a comprendersi maggiormente, ad armonizzare le varietà e le ricchezze di ciascuno; in una parola a voler più bene a Dio e alle persone che ci sono accanto, in famiglia, in parrocchia, nelle associazioni. Corpo e membra per vivere devono essere uniti! L’unità è superiore ai conflitti, sempre! I conflitti se non si sciolgono bene, ci separano tra di noi, ci separano da Dio. Il conflitto può aiutarci a crescere, ma anche può dividerci. Non andiamo sulla strada delle divisioni, delle lotte fra noi! Tutti uniti, tutti uniti con le nostre differenze, ma uniti, sempre: questa è la strada di Gesù. L'unità è superiore ai conflitti. L’unità è una grazia che dobbiamo chiedere al Signore perché ci liberi dalle tentazioni della divisione, delle lotte tra noi, degli egoismi, delle chiacchiere. Quanto male fanno le chiacchiere, quanto male! Mai chiacchierare degli altri, mai! Quanto danno arrecano alla Chiesa le divisioni tra i cristiani, l’essere di parte, gli interessi meschini!

Le divisioni tra noi, ma anche le divisioni fra le comunità: cristiani evangelici, cristiani ortodossi, cristiani cattolici, ma perché divisi? Dobbiamo cercare di portare l'unità. Vi racconto una cosa: oggi, prima di uscire da casa, sono stato quaranta minuti, più o meno, mezz'ora, con un Pastore evangelico e abbiamo pregato insieme, e cercato l'unità. Ma dobbiamo pregare fra noi cattolici e anche con gli altri cristiani, pregare perché il Signore ci doni l'unità, l'unità fra noi. Ma come avremo l'unità fra i cristiani se non siamo capaci di averla tra noi cattolici? Di averla nella famiglia? Quante famiglie lottano e si dividono! Cercate l'unità, l'unità che fa la Chiesa. L'unità viene da Gesù Cristo. Lui ci invia lo Spirito Santo per fare l'unità.

Cari fratelli e sorelle, chiediamo a Dio: aiutaci ad essere membra del Corpo della Chiesa sempre profondamente unite a Cristo; aiutaci a non far soffrire il Corpo della Chiesa con i nostri conflitti, le nostre divisioni, i nostri egoismi; aiutaci ad essere membra vive legate le une con le altre da un’unica forza, quella dell’amore, che lo Spirito Santo riversa nei nostri cuori (cfr Rm 5,5).


Saluti:

Je salue cordialement les pèlerins francophones, particulièrement les nombreux jeunes présents, venus de Suisse et de France. Chers frères et sœurs, devenons chaque jours plus unis à Jésus. Demandons cette grâce au Seigneur de ne plus faire souffrir le Corps de son Eglise par nos égoïsmes et nos divisions. Que l’Esprit de communion soit toujours le plus fort !

I offer an affectionate greeting to all the English-speaking pilgrims and visitors present at today’s Audience, including those from England, Scotland, Slovakia, Sweden, South Africa, Papua New Guinea, India, Indonesia, Pakistan, the West Indies and the United States. May your stay in the Eternal City confirm you in love for our Lord and for his Body which is the Church. God bless you all!

Von Herzen grüße ich alle Gäste aus den Ländern deutscher Sprache. besonders die verschiedenen Schülergruppen und die Ehejubilare aus München. Der Heilige Geist lasse uns teilhaben an seiner Liebe, damit wir in Einheit und Frieden mit allen unseren Mitmenschen leben. Gott geleite euch stets auf eurem Lebensweg.

Saludo a los peregrinos de lengua española, en particular a los grupos provenientes de España, Argentina, Costa Rica, Honduras, México, República Dominicana y los demás países latinoamericanos. Pidamos al Señor que nos ayude a ser miembros vivos de su Cuerpo unidos por el amor que el Espíritu Santo derrama en los corazones. Muchas gracias.

Dirijo uma cordial saudação ao grupo de Jurisprudentes Católicos de Língua Portuguesa, aos peregrinos de Lisboa e quantos provêm do Brasil e dos vários países lusófonos. Que esta peregrinação aos túmulos dos Apóstolos São Pedro e São Paulo fortaleça, nos vossos corações, o sentir e o viver com a Igreja, sob o terno olhar da Virgem Mãe. Aprendei com Ela a ler os sinais de Deus na história, para serdes construtores de uma nova humanidade. Com estes votos, invoco sobre vós e vossas famílias a abundância das bênçãos do Céu.

كلمات الأب الأقدس للأشخاص الناطقين باللغة العربية:

المؤمنون الأحباء الناطقون باللغة العربية خاصة القادمون من مصر والعراق ولبنان: إن الكنيسة هي جسد المسيح، ولهذا يجب علينا الاتحاد أكثر بالمسيح، والسماح له بأن يعمل في حياتنا. لترشدنا كلمته، وليغذينا حضوره الإفخارستي، ويهبنا القوة كي نحب القريب، كما أحبنا هو. ليعضد الرب، بواسطة نعمته، عزمنا في ألا نكون سبب ألم لجسد الكنيسة بصراعاتنا، وانقساماتنا، وأنانياتنا. وأمنح لكم جميعا البركة الرسولية!

Drodzy polscy pielgrzymi, prośmy Boga, aby pomógł nam być członkami Ciała Kościoła zawsze głęboko zjednoczonymi z Chrystusem. Módlmy się, abyśmy nie zadawali cierpień Kościołowi przez nasz egoizm, podziały i konflikty. Niech Pan nam pomoże być żywymi członkami połączonymi jedyną siłą miłości, jaką Duch Święty rozlewa w naszych sercach (por. Rz 5,5). Z serca wam błogosławię.


APPELLI

Domani si celebrerà la Giornata Mondiale del Rifugiato. Quest’anno siamo invitati a considerare specialmente la situazione delle famiglie rifugiate, costrette spesso a lasciare in fretta la loro casa e la loro patria e a perdere ogni bene e sicurezza per fuggire da violenze, persecuzioni, o gravi discriminazioni a motivo della religione professata, dell’appartenenza ad un gruppo etnico, delle loro idee politiche.

Oltre ai pericoli del viaggio, spesso queste famiglie si trovano a rischio di disgregazione e, nel Paese che li accoglie, devono confrontarsi con culture e società diverse dalla propria. Non possiamo essere insensibili verso le famiglie e verso tutti i nostri fratelli e sorelle rifugiati: siamo chiamati ad aiutarli, aprendoci alla comprensione e all’ospitalità.

Non manchino in tutto il mondo persone e istituzioni che li assistano: nel loro volto, è impresso il volto di Cristo!

* * *

Domenica scorsa, nell’Anno della fede, abbiamo celebrato Dio che è Vita e fonte della vita, Cristo che ci dona la vita divina, lo Spirito Santo che ci mantiene nella relazione vitale di veri figli di Dio. Vorrei rivolgere ancora una volta l’invito a tutti ad accogliere e testimoniare il “Vangelo della vita”, a promuovere e a difendere la vita in tutte le sue dimensioni e in tutte le sue fasi. Il cristiano è colui che dice “sì” alla vita, che dice “sì” a Dio, il Vivente.


Rivolgo un cordiale benvenuto a tutti i fedeli di lingua italiana: parrocchie, associazioni, gruppi, enti vari. In particolare, ai pellegrinaggi delle Diocesi di Pozzuoli, Lecce, Velletri-Segni e Alessandria, guidati dai rispettivi Pastori. Saluto i fedeli di Osimo, con il loro Arcivescovo, della Vicaria di Marino, con il Vescovo di Albano; e quelli della Parrocchia dei Santi Crisante e Daria, in Roma. Un pensiero speciale rivolgo ai giovani, agli ammalati e agli sposi novelli.

Ringrazio tutti per la presenza a questo incontro. Vi chiedo di pregare per me e per il mio servizio alla Chiesa, e auspico per ciascuno di voi abbondanti grazie, perché siano rafforzati i vostri generosi propositi di fedeltà alla chiamata del Signore.

Papa Francesco

© www.vatican.va, 19 giugno 2013

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