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Le relazioni con i nonni: trasmettere la fede in famiglia

«A Dublino sono stati due nonni irlandesi, Sarah e Declan O’Brian, a confermare con la propria storia personale che per trasmettere la fede ai propri nipoti non servono lunghi discorsi (anzi, meglio astenersi…), ma serve la condivisione del tempo. Grandi tesori nascosti nelle pieghe delle parole piccole della vita familiare, nel segno di quel “permesso”, “grazie” e “scusa” che da subito hanno segnato il magistero di papa Francesco»

Giovedì mattina incontro molto stimolante, su “Trasmettere la fede tra generazioni: il ruolo dei nonni”, che ha ripreso molto da vicino diverse parti di Amoris laetitia, con testimonianze particolarmente interessanti su un tema troppo dimenticato quando si parla di famiglia: l’importanza del rapporto tra le generazioni. Un tema molto caro, invece, a Papa Francesco, e al suo sguardo “speciale” sulla famiglia, capace di leggere le grandi verità e i grandi tesori nascosti nelle pieghe delle parole piccole della vita familiare, attento come pochi a confermare che la santità e la bellezza della famiglia si sperimentano, si riscoprono e si ricostruiscono nelle piccole evidenze della quotidianità. Quel “permesso”, “grazie” e “scusa” che da subito hanno segnato il suo magistero.

Così, sono stati due nonni irlandesi, Sarah e Declan O’Brian, a confermare con la propria storia personale che per trasmettere la fede ai propri nipoti non servono lunghi discorsi (anzi, meglio astenersi…), ma serve la condivisione del tempo, bastano poche parole dette al momento opportuno (come quando la nipotina ti chiede “Ma perché, nonna, porti il crocifisso al collo?”), e soprattutto serve la fedeltà (coerenza) alla propria storia di fede: la messa, la preghiera quotidiana, il segno della croce a tavola... tutte vissute con semplicità, senza imposizioni, ma anche senza censurare se stessi e i propri valori.

Di particolare interesse – anche per il nostro Paese – è stata la consapevolezza che questa generazione di nonni, genitori e nipoti sta attraversando in Irlanda un momento epocale di modernizzazione e di distanza dall’esperienza della fede: i nonni l’hanno vissuta come un dato solido, mai in discussione, quasi “come l’acqua in cui si nuota”, ma i loro figli – i genitori di oggi – sono la prima generazione che ha messo in discussione le vecchie pratiche religiose, e spesso l’esperienza stessa di fede. Così i bambini di oggi – i nipoti – sono la prima generazione educata in una società in fase di accelerata secolarizzazione, dove la Chiesa è diventata marginale, almeno nel discorso pubblico. Così, ai nonni spetta la testimonianza ai propri nipoti di un valore e di un orizzonte di significato che spesso non hanno nemmeno incontrato. Per certi versi, per i nonni sembra più facile, questa testimonianza di fede, rispetto ai genitori, forse anche perché la relazione nonni – nipoti può essere più libera, più gratuita, più ricca di un incontro giocoso e insieme serio.

Peraltro nelle società occidentali è ormai dato consolidato una generale interruzione (o almeno grande difficoltà) della trasmissione dei valori tra le generazioni all’interno delle famiglie; quindi questo potrebbe essere un compito specifico che i nonni posso riscoprire, magari anche con qualche percorso di accompagnamento e di formazione (come ha acutamente chiesto una persona dal pubblico).

Del resto tutti noi apparteniamo a storie e genealogie familiari ben precise (che magari avremmo voluto diverse), che affondano le radici ben indietro nel passato. In questo senso è stato commovente vedere Catherine Wiley, presidente dell’Associazione Irlandese dei Nonni Cattolici, iniziare a parlare del suo rapporto con i nipoti partendo dalla fotografia del proprio nonno, da lei ricordato come “a spiritual man”, un uomo solido nella sua fede, la cui memoria rimaneva ben presente in lei, già nonna: una storia di ben cinque generazioni, quindi, un prezioso tesoro da cui le famiglie possono pescare “cose vecchie e cose nuove”, nella incessante sfida dell’educazione dei propri figli e dei propri nipoti.

Francesco Belletti, Direttore Cisf

© www.famigliacristiana.it, giovedì 23 agosto 2018

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