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L'udienza. Il Papa: «Non stancatevi di fare del bene»

Dall'Aula Paolo VI in Vaticano la catechesi del mercoledì

"Non stancatevi di fare il bene". È l'appello di papa Francesco all'udienza generale di stamani, in cui ha proseguito il ciclo di catechesi sulla Lettera ai Galati dell'apostolo Paolo, incentrando la meditazione sul tema: "Non lasciamoci prendere dalla stanchezza".

"In questo cammino impegnativo ma affascinante, l'apostolo ci ricorda che non possiamo permetterci alcuna stanchezza nel fare il bene", ha detto il Pontefice. Nei momenti di difficoltà della vita, occorre "scuotere" la fede, "risvegliare Cristo" per poter vedere oltre la tempesta e non far "sopraggiungere la stanchezza che frena l'entusiasmo" ha detto il Papa nella catechesi. "Nei momenti di difficoltà - ha aggiunto a braccio - siamo come dice Sant'Agostino nella barca, nel momento della tempesta. E che hanno fatto gli Apostoli? Hanno svegliato Cristo. Sveglia Cristo che dorme e tu sei nella tempesta, ma lui è presente. L'unica cosa che possiamo fare nei momenti brutti. Svegliare Cristo che è dentro di noi ma dorme, come nella barca".

"Siamo consapevoli dei nostri limiti - ha affermato Francesco -, perché tocchiamo con mano ogni giorno quanto facciamo fatica ad essere docili allo Spirito, ad assecondare la sua benefica azione. Allora può sopraggiungere la stanchezza che frena l'entusiasmo. Ci si sente scoraggiati, deboli, a volte emarginati rispetto allo stile di vita secondo la mentalità mondana". Ecco quindi come suggerisce Sant'Agostino, "Risveglia Cristo, scuoti la tua fede! Persino nel turbamento sei in grado di fare qualcosa. Scuoti la tua fede. Cristo si desti e ti parli. Perciò risveglia Cristo. Credi ciò che è stato detto, e si fa grande bonaccia nel tuo cuore". "È proprio così. Dobbiamo risvegliare Cristo nel nostro cuore e solo allora potremo contemplare le cose con il suo sguardo, perché Lui vede oltre la tempesta. Attraverso quel suo sguardo sereno, possiamo vedere un panorama che, da soli, non è neppure pensabile scorgere".

I "cristiani liberi" non sono "attaccati al passato" o "incatenati a pratiche" ha spiegato il Papa. "Ma sempre c'è la tentazione - ha sottolineato - di tornare indietro" ma "noi cristiani non siamo gente che torna indietro", ha aggiunto citando un passo delle Scritture. C'è "la tentazione ad andare indietro perché è più sicuro tornare alla legge" ma "la vita nello Spirito vuole essere vissuta nella libertà, la libertà cristiana".

San Paolo, nella Lettera ai Galati, "ha ribadito con parresia, cioè con coraggio, ai credenti che la libertà non equivale affatto a libertinaggio, né conduce a forme di presuntuosa autosufficienza", ha aggiunto il Pontefice concludendo: "In questo cammino impegnativo ma affascinante, l'Apostolo ci ricorda che non possiamo permetterci alcuna stanchezza nel fare il bene. Non stancatevi di fare il bene".

Ai polacchi cita Wojtyla: «Conquistare la terra con la benedizione»

Al termine dell'udienza il Papa ha ricordato che domani in Polonia ricorre la festa nazionale dell'indipendenza. Poi ha citato san Giovanni Paolo II che nel 1999 diceva: "Oggi il mondo e la Polonia hanno bisogno di uomini dal cuore grande, che servono con umiltà e amore, che benedicono e non maledicono, che conquistano la terra con la benedizione". Parole che risuonano attuali in questi giorni in cui il Paese sta affrontando una grave emergenza legata ai migranti che arrivano ai confini, spinti dalla Bielorussia.

© Avvenire Redazione Internet, mercoledì 10 novembre 2021

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