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Meditazioni sul Natale. Charles de Foucauld e l'umiltà dei pastori

Da Charles de Foucauld a Madre Teresa di Calcutta. Così i santi e i maestri dello spirito si sono fatti rapire dal Natale. Prepariamoci con loro al mistero del 25 dicembre

Cosa ci dice il Natale

Quante sono le preghiere ispirate dal Natale? E quante le poesie, i pensieri, le riflessioni più o meno profonde? Centinaia di migliaia probabilmente, forse milioni. Impossibile contarle tutte. C’è chi è stato ispirato dallo scandaloso mistero di un Dio che si fa bambino, chi ha sentito particolarmente vicina l’umiltà dei pastori, chi guarda in silenzio a Giuseppe e Maria, al loro sì che spalanca le porte al Signore della vita. In prima fila, naturalmente i santi, i maestri dello spirito, cui abbiamo idealmente chiesto di accompagnarci, con la profondità della loro testimonianza, all’arrivo del 25 dicembre. Sono meditazioni, preghiere, storie di vita vissuta che abbiamo pensato di condividere con voi, una al giorno, perché possano essere delle guida sicure verso la grotta di Betlemme. Iniziamo il nostro breve viaggio con il beato Charles de Foucauld, di cui il 1° dicembre scorso ricorreva il centenario della morte. Il testo è tratto dalle “Opere spirituali”.

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Charles de Foucauld

Gesù sceglie lui stesso i suoi adoratori ... Attrae a sé con la voce degli angeli i pastori, che per primi vuole vederseli intorno, dopo Maria e Giuseppe. Per genitori ha scelto due poveri operai; per primi adoratori, sceglie poveri pastori … Sempre la stessa
abiezione, sempre lo stesso amore della povertà e dei poveri. Gesù non respinge i ricchi, è morto per essi, li chiama tutti, li ama, ma rifiuta di condividere le loro ricchezze e chiama per primi i poveri. Come sei divinamente buono, mio Dio! Se per primi tu
avessi chiamato i ricchi, i poveri non avrebbero osato avvicinarsi a Te, si sarebbero creduti obbligati a restare in disparte a causa della loro povertà. Ti avrebbero guardato da lontano, lasciando che ti circondassero i ricchi. Ma chiamando i pastori per primi, hai
chiamato a Te tutti. Tutti: i poveri, poiché con ciò mostri loro , sino alla fine dei secoli, ch’essi sono i primi chiamati, i favoriti, i privilegiati; i ricchi, perché da una parte essi non sono timidi e dall’altra dipende da loro il diventare poveri come i pastori. In un minuto, se vogliono, se hanno il desiderio di essere simili a Te, se temono che le loro ricchezze li allontanino da Te, possono diventare perfettamente poveri. Quanto sei buono! Come hai scelto il mezzo giusto per chiamare d’un sol colpo intorno a Te tutti i tuoi figli, senza eccezione alcuna! E che balsamo hai messo sino alla fine dei secoli nel cuore dei poveri, dei piccoli, dei disprezzati dal mondo, mostrando loro già dalla tua nascita ch’essi sono i tuoi privilegiati, i tuoi favoriti, i primi chiamati: quelli che chiami sempre intorno a Te che hai voluto essere uno dei loro ed essere fin dalla tua culla e per tutta la vita circondato da essi.

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Riccardo Maccioni

© Avvenire, lunedì 19 dicembre 2016
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