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Messa a Trujillo. Francesco: nel dolore ricorrete all'olio della solidarietà in Cristo

Dopo la giornata trascorsa a fianco delle popolazioni indigene dell'Amazzonia, il Santo Padre oggi è nella seconda città del Perù, accolto da 500mila persone

Papa Francesco è arrivato in auto sulla spianata di Huanchaco, località balneare sulla costa peruviana del Pacifico, dove celebra la Messa. La spianata, poco lontana da Trujillo che è la seconda città del Perù, ha accolto almeno 200mila persone per partecipare all'Eucarestia. Lungo la strada il Papa è stato festeggiato e acclamato dalla folla, e ha anche fatto un giro tra i fedeli con la papamobile aperta per salutarli. L'entusiasmo dei peruviani per Bergoglio si era già visto ieri per le strade di Lima ma qui, sulla costa Incas è apparsa davvero incontenibile.

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"Queste terre hanno sapore di Vangelo. Tutto l’ambiente che ci circonda e questo immenso mare sullo sfondo ci aiutano a comprendere meglio l’esperienza che gli apostoli hanno vissuto con Gesù e che oggi anche noi siamo chiamati a vivere -ha detto Francesco iniziando l'omelia - . Mi fa piacere sapere che siete arrivati da diversi luoghi del nord peruviano per celebrare questa gioia del Vangelo. I discepoli di ieri, come tanti di voi oggi, si guadagnavano da vivere con la pesca. Uscivano sulle barche come alcuni di voi continuano a fare sui “cavallini di totora” [piccole imbarcazioni monoposto costruite con la pianta chiamata totora ndr] e tanto loro quanto voi con lo stesso fine: guadagnarsi il pane quotidiano. In questo si giocano molte delle nostre fatiche di ogni giorno: poter portare avanti le nostre famiglie e procurare ad esse quanto le aiuterà a costruire un futuro migliore. Questa «laguna con pesci dorati», come hanno voluto chiamarla, è stata fonte di vita e benedizione per molte generazioni. Nel corso del tempo ha saputo nutrire sogni e speranze".

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"Voi, come gli apostoli, conoscete la forza della natura e avete sperimentato i suoi colpi. Come essi affrontarono la tempesta sul lago, a voi è toccato affrontare il duro colpo del 'Nino costiero', le cui conseguenze dolorose sono tuttora presenti in tante famiglie,specialmente quelle che non hanno ancora potuto ricostruire le loro case. Anche per questo ho voluto venire e pregare qui con voi". Così il Papa ha continuato l'omelia rivolto alla centinaia di migliaia di fedeli presenti alla messa sulla spianata costiera di Huanchaco, a Trujillo, città colpita l'hanno scorso dalle devastanti alluvioni provocate dal fenomeno 'El Nino', che ha interessato il Perù e l'Ecuador. Nei primi mesi del 2017, Trujillo ha subito pesanti inondazioni originate dall'anomalo riscaldamento dell'acqua del mare e dalle conseguenti forti precipitazioni, e per giorni il centro storico della città, che conserva il suo impianto coloniale, è rimasto sott'acqua. Migliaia sono state le persone colpite dalla catastrofe. "Gesù sulla croce vuole essere vicino ad ogni situazione dolorosa per darci la mano e aiutarci ad alzarci", ha detto Francesco.

"So che, nel momento di oscurità, quando avete sentito il colpo del Niño, queste terre hanno saputo mettersi in movimento e avevano l’olio per correre e aiutarsi come veri fratelli. C’era l’olio della solidarietà, della generosità che vi ha messi in movimento e siete andati incontro al Signore con innumerevoli gesti concreti di aiuto. In mezzo all’oscurità, insieme a tanti altri, siete stati torce vive e avete illuminato la strada con mani aperte e disponibili per alleviare il dolore e condividere quello che avevate nella vostra povertà".

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"Nella Lettura - ha proseguito papa Francesco -, possiamo notare come le fanciulle che non avevano l’olio andarono al villaggio a comprarlo. Nel momento cruciale della loro vita, si accorsero che le loro lampade erano vuote, che mancava loro l’essenziale per trovare la strada della gioia autentica. Erano sole e così restarono fuori dalla festa. Ci sono cose, come ben sapete, che non si improvvisano e tanto meno si comprano. L’anima di una comunità si misura da come riesce ad unirsi per affrontare i momenti difficili, di avversità, per mantenere viva la speranza. Con questo atteggiamento date la più grande testimonianza evangelica: «Da questo tutti sapranno che siete miei discepoli: se avete amore gli uni per gli altri» (Gv 13,35). Perché la fede ci apre ad avere un amore concreto, fatto di opere, di mani tese, di compassione; che sa costruire e ricostruire la speranza quando tutto sembra perduto".

"Così - ha sottolineato Bergoglio - diventiamo partecipi dell’azione divina, quella che ci descrive l’apostolo Giovanni quando ci mostra Dio che asciuga le lacrime dei suoi figli. E quest’opera divina Dio lo compie con la stessa tenerezza di una madre che cerca di asciugare le lacrime dei suoi figli. Com’è bella la domanda che ci farà il Signore: quante lacrime hai asciugato oggi?"

"Altre tempeste possono sferzare queste coste e, nella vita dei figli di queste terre, hanno effetti devastanti - ha insistito il Papa- . Tempeste che ci interpellano anche come comunità e mettono in gioco il valore del nostro spirito. Si chiamano violenza organizzata, come il “sicariato” e l’insicurezza che esso crea; la mancanza di opportunità educative e di lavoro, specialmente tra i più giovani, che impedisce loro di costruire un futuro con dignità; la mancanza di un alloggio sicuro per tante famiglie costrette a vivere in zone ad alta instabilità e senza accessi sicuri; come pure tante altre situazioni che voi conoscete e soffrite, che come le peggiori inondazioni abbattono la mutua fiducia, tanto necessaria per costruire una rete di sostegno e di speranza. Inondazioni che investono l’anima e reclamano da noi l’olio che abbiamo per farvi fronte".

Poi Francesco ha posto un problema pratico: "Molte volte ci interroghiamo su come affrontare queste tempeste, o su come aiutare i nostri figli e superare queste situazioni. Voglio dirvi: non c’è altra via d’uscita migliore di quella del Vangelo, e si chiama Gesù Cristo. Riempite sempre la vostra vita di Vangelo. Voglio esortarvi ad essere una comunità che si lasci ungere dal suo Signore con l’olio dello Spirito. Lui trasforma tutto, rinnova tutto, consola tutto. In Gesù abbiamo la forza dello Spirito per non accettare come normale ciò che ci fa male, ciò che ci inaridisce lo spirito e, quel che è peggio, ci ruba la speranza. In Gesù abbiamo lo Spirito che ci mantiene uniti per sostenerci a vicenda e far fronte a ciò che vuole prendersi il meglio delle nostre famiglie. In Gesù Dio ci rende comunità credente capace di sostenersi; comunità che spera e perciò lotta per respingere e trasformare le molteplici avversità; comunità che ama perché non permette che stiamo con la mani in mano. Con Gesù l’anima di questo popolo di Trujillo potrà continuare a chiamarsi “la città dell’eterna primavera”, perché con Lui tutto diventa occasione di speranza".

"Conosco l’amore che questa terra prova verso la Madonna - ha infine detto -, e so quanto la devozione a Maria vi sostiene portandovi sempre a Gesù. Chiediamo a lei che ci ponga sotto il suo manto e che ci porti sempre a suo Figlio; ma diciamolo cantando con questa bella canzone marinara: «Madonnina della porta, dammi la tua benedizione. Madonnina della porta, dacci pace e tanto amore»".

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Incontro privato con gli studenti

Un gruppo di studenti in rappresentanza dei più di 200 giovani di 34 scuole pubbliche, private, religiose e laiche del Perù che hanno partecipato ai programmi di Scholas Ciudadania nel Paese - promossi dalla Fondazione Scholas Occurrentes sostenuta dal Pontefice - hanno potuto organizzare oggi un incontro con papa Francesco a Trujillo, nel quale conversare con lui sulle problematiche che più li coinvolgono e i progetti che propongono per superarle nelle loro città e nei loro paesi.

Scholas, con il supporto del Ministero della Pubblica Istruzione peruviano e finanziato dalla Banca Inter-American Development Bank (Idb), è riuscita a coinvolgere i giovani nella risoluzione di problemi delle loro comunità attraverso la ricerca e il lavoro sul campo, e quindi a contribuire alla costruzione di una società migliore. Nonostante siano in vacanza scolastica, più di 200 studenti delle scuole superiori tra i 15 ei 17 anni hanno partecipato ai programmi di Scholas Cittadinanza per due settimane, tra il 4 e il 12 gennaio, e identificato e selezionato "discriminazione" e "centralismo" come i due problemi che più colpiscono i giovani. Scholas Occurrentes firmerà un accordo col Ministero della Pubblica Istruzione del Perù per continuare il lavoro di integrazione e di pace con studenti di altre regioni e per quello avrà il supporto dell'Idb.

© Avvenire Redazione Internet, sabato 20 gennaio 2018

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