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Nel 16° anniversario della morte di Mons. Mariano Andrea Magrassi

«Il Vescovo è l'uomo della sintesi e il ministro della convergenza. Non ha certamente l'insieme dei carismi, ma ha il carisma dell'insieme»

unnamed.jpgDi famiglia contadina, rimase orfano del padre Costantino quando aveva 5 anni. Le difficoltà economiche della famiglia lo costrinsero a lavorare in campagna fino a 23 anni, sia per aiutare la mamma Rosa Mutti (da lei il primo, discreto suggerimento a seguire la propria vocazione) sia per potersi mantenere agli studi per diventare sacerdote.

Venne ordinato sacerdote il 2 agosto 1953.

Affascinato dalla meditazione dei libri dell’abate Marmion, venne attratto alla vita monastica. Entrò quindi nel monastero benedettino di Genova e fu novizio nell’abbazia S. Giovanni Evangelista di Parma prima di emettere la Professione solenne il 15 gennaio 1958. Successivamente si laureò in Teologia alla Pontificia Università Urbaniana di Roma dove discusse una tesi su "Teologia e storia nel pensiero di Ruperto di Deutz".

Tornò quindi a Genova dove fu maestro dei novizi dal 1961 al 1968. In questo periodo si dedicò anche a predicare in monastero gli esercizi spirituali ai sacerdoti ed ai laici. Così cominciò a diffondersi la fama della sua predicazione, al punto che, specialmente nei convegni che trattavano di Liturgia, veniva richiesta sempre la sua partecipazione come relatore.

Fu eletto abate dell'abbazia benedettina della Madonna della Scala in Noci (BA) nel 1972. Durante la Quaresima 1977 fu chiamato a predicare gli Esercizi spirituali in Vaticano al papa Paolo VI e alla Casa Pontificia.

Fu quindi nominato arcivescovo dell'allora arcidiocesi di Bari e Canosa il 24 novembre 1977 succedendo a monsignor Anastasio Alberto Ballestrero, trasferito a Torino. Ricevette l'ordinazione episcopale il 17 dicembre 1977 dal cardinale Sebastiano Baggio (co-consacranti: cardinale Anastasio Alberto Ballestrero OCD, arcivescovo Guglielmo Motolese). In quel giorno, durante l'omelia della Celebrazione eucaristica, ricordò che "Bari e il suo cuore erano ormai una cosa sola". Per il suo paterno amore per Bari gli venne successivamente conferita la cittadinanza onoraria. Il 30 settembre 1982 fu nominato anche vescovo della diocesi di Bitonto che dal 30 settembre 1986 venne unita alla sede di Bari dando vita all'arcidiocesi di Bari-Bitonto.

Conferì l'ordinazione episcopale a Domenico Padovano, Francesco Cacucci, Silvio Cesare Bonicelli e Luciano Bux.

Ebbe incarichi di rilievo in importanti organismi ecclesiastici quali il Centro Azione Liturgica (CAL) del quale fu Presidente; la Congregazione del Culto Divino e la Congregazione per le Chiese Orientali. Fu Presidente della Commissione Vita consacrata e della Commissione mista Vescovi e Religiosi. È stato a lungo presidente della Conferenza Episcopale Pugliese.

Gli osservatori lo definirono "vescovo della sintesi" e in realtà durante l'intero ministero episcopale prestò una grande attenzione all'ecumenismo e all'unità dei Cristiani, in particolare nei confronti delle chiese ortodosse, con la quale l'arcidiocesi di Bari ha storicamente intrattenuto relazioni strettissime grazie al comune culto per san Nicola. Il suo impegno per l'ecumenismo fu determinante anche nella Commissione internazionale per le Chiese Cattolica e Ortodossa.

Assai apprezzato come autore di spiritualità e liturgia, nel maggio del 1985 ricevette la laurea honoris causa in liturgia conferitagli dall'Ateneo Pontificio Sant'Anselmo in Roma.

Attento al mondo della cultura, della comunicazione e della formazione, rivolse una particolare attenzione pastorale ai problemi della società: importanti furono sotto tale aspetto i documenti pastorali sull'emarginazione, sulla discriminazione, sui gravi problemi di Barivecchia e del Quartiere San Paolo. Si pronunciò più volte sui temi sociali della sanità, della scuola, lavoro e della disoccupazione giovanile. Tra le altre iniziative, fu convinto e tenace sostenitore del Fondo antiusura.

Affetto dal morbo di Alzheimer, fu costretto a rinunziare alla cura pastorale dell’arcidiocesi e a rassegnare le dimissioni il 3 luglio 1999, a 68 anni, rimanendo vescovo emerito dell'arcidiocesi di Bari-Bitonto. Si ritirò quindi nel monastero di Noci dove morì il 15 aprile 2004.

Il suo successore e per tanti anni suo vescovo ausiliare Francesco Cacucci ne ha ricordato la figura con le seguenti parole:
« Padre Mariano Magrassi era di un candore infantile, una sorta di innocenza spirituale caratterizzava la sua vita. Egli era assetato della Parola di Dio come pochi. La sua era una spiritualità vissuta e non esibizione letteraria. Lo abbiamo amato e da lui ci sentiamo profondamente amati. La sua memoria resta in benedizione. »

Il 7 marzo 2006 la salma di Monsignor Magrassi è stata traslata dalla cappella cimiteriale dell'abbazia di Noci alla cripta della cattedrale di Bari.

 

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