Non zucche, ma teste e cuori
«Vien da dire: è uno scherzetto? Qualcuno potrebbe ricordare forse alle maestre che la giornata di festa, nel nostro Paese, è ancora formalmente intitolata al ricordo di Tutti i Santi? Detto questo, mi permetta due osservazioni. Non voglio entrare nel merito di logiche commerciali: so bene che si vendono meglio vestiti da strega piuttosto che santini. Non vorrei nemmeno invocare quella che pare esser al giorno d’oggi l’unica coppia di santi venerabili: il laicismo e la libertà di far quel che si vuole, tutto quel che si vuole. Una libertà che rigetta ogni richiesta di valore assoluto, anche se buono, anche se naturale, e che così facendo finisce per imporsi essa stessa, paradossalmente, come imperativo assoluto. E allora, parlando di libertà, mi chiedo se sia libertà per tutti. Mi chiedo, e le chiedo: se non si fa il Presepe in tante scuole per non offendere chi non crede, perché nessuno si pone il dubbio se sia il caso o meno di urtare la sensibilità di un cristiano imponendogli una festa come quella di Halloween? Le rispondo io: offendere i cristiani, oggi, par esser lo sport di moda. E non mi dica che così facendo non si impone nulla a nessuno, perché le risponderei allora che nemmeno facendo un Presepe si impone nulla a nessuno. Ma non solo: mi chiedo soprattutto quale messaggio si passa ai giovani, ai bambini, con quella che ormai è l’assodata sostituzione della festa di importazione americana a quella dei Santi. Non è forse meglio dire ai bambini chiaramente che si sta a casa da scuola il primo di novembre per onorare persone che, si creda o meno, si sia cristiani o meno, vanno ricordate per aver speso la loro vita all’insegna dell’Amore, del dono di se stessi verso il prossimo? Non sarebbe un bell’insegnamento? Questi sono i santi, questo è l’esempio che sostituiamo con zucche e fantasmi. E ai bambini, così facendo, togliamo cuori pieni e lasciamo zucche vuote».
Federico Vincenzi, Brescia
Ha fatto le domande e ha dato le risposte, gentile avvocato. E infatti la sua è un’efficace arringa difensiva che si fa positiva proposta. Che altro posso argomentare? Con una battuta potrei solo dirle di stare attento, caro amico, a non essere incriminato in questi tempi di magra, «per attentato al Pil» (Halloween a questo serve, a far girare – anzi, buttare – un altro po’ di soldi...). Ma preferisco essere serio. Come serio è Pier Giorgio Liverani che, qui sotto, rifà un po’ di storia di Halloween e la condisce di considerazioni appropriate e complementari alle sue. Insomma, lei ha ragione. Noi abbiamo ragione. E siccome non basta sperare che altri recuperino la propria, diamoci da fare per far prevalere teste e cuori sulle zucche.
Marco Tarquinio
® Avvenire, 1 novembre 2010
Per polemica o politeismo (e basterebbe l’amore)
controstampa di Pier Giorgio Liverani Il Corriere della sera denuncia (mercoledì 27) «l’offensiva cattolica anti Halloween».
Alla maniera 'laica', la situazione è rovesciata. Avrebbe dovuto dire «difensiva». Non sono le celebrazioni di tutti i Santi e dei defunti che minacciano Halloween, ma è questo rito pagano che riduce gli uni e gli altri a notturni spiriti erranti senza alcun significato se non quello di alimentare il business dei consumi e dei costumi. Nei secoli precristiani la festa (in irlandese antico samain da sam e fuin, fine dell’estate) era celebrata in Europa dalle popolazioni celtiche (specialmente in Irlanda).
«Le forze del male – lo ricorda anche il Corriere – si liberavano insieme con gli spiriti dei morti, accendendo fuochi e offrendo sacrifici».
Dall’Europa settentrionale passò a Stati Uniti e Canada, prendendo il nome di All Hallow’s Eve, vigilia di tutti i santi, da cui Halloween, e recuperò il suo antico contenuto pagano. In sostanza non è altro che un’alternativa areligiosa alle celebrazioni di tutti i Santi e dei defunti. Il suo recente rientro in Europa è un’ulteriore iniezione di consumismo estranea alle tradizioni cristiane. Se il carnevale è una specie di contestazione della Quaresima, Halloween è la stessa cosa rispetto all’Avvento che si avvicina. Perciò, le comunità cristiane cercano di correre ai ripari con la fantasia della fede: qualcuno ha inventato Holyween (la notte dei Santi) che prevede chiese aperte anche di notte, l’esposizione alle finestre delle immagini di Padre Pio, Madre Teresa e dei Santi; le maratone benefiche e altro. Tutte semplici forme di difesa delle tradizioni cristiane dalla sempre crescente riduzione dei valori a dolcetti e scherzetti.