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Oltre 200 preti morti di Covid-19 nei primi 9 mesi. Il Nord più colpito, 60% di decessi in più del 2019

A morire sono soprattutto i preti più anziani, con un’età media di 82 anni in linea con quella delle vittime di Covid-19 nella popolazione generale. Ma non sono soltanto i sacerdoti più fragili o ricoverati nelle case di riposo ad andarsene: oltre 40 di loro, infatti, hanno massimo 75 anni (20% del totale), ovvero l’età limite prevista dal Codice di Diritto canonico per svolgere il ministero di parroco. Sono preti attivi che vivono la missione tra la gente (4 hanno meno di 50 anni), partecipando quotidianamente alle vicende del popolo di Dio loro affidato. E anche tra quanti hanno età superiore ai 75 anni, numerosi proseguono in deroga a ottemperare ai compiti ministeriali come parroci o collaboratori parrocchiali

Il 27 marzo 2020 è il giorno più lungo. A tre settimane dalle misure di contenimento del virus che hanno chiuso in casa sessanta milioni di italiani, il numero dei contagi inizia finalmente a stabilizzarsi ma la conta dei morti fa tremare i polsi: 969 persone perdono la vita in ventiquattr’ore a causa del Covid-19. È l’apice dell’ecatombe della prima ondata, il picco del tributo di sangue pagato alla peste del nuovo millennio. Mentre l’Italia è impaurita di fronte a un nemico invisibile, la sera di quello stesso giorno Papa Francesco compie profeticamente uno dei gesti più significativi del pontificato: solo in una piazza San Pietro deserta e sferzata dalla pioggia, presiede un momento straordinario di preghiera chiamando a raccolta il mondo intero: “È il tempo di reimpostare la rotta della vita verso di Te, Signore, e verso gli altri. E possiamo guardare a tanti compagni di viaggio esemplari, che, nella paura, hanno reagito donando la propria vita. È la forza operante dello Spirito riversata e plasmata in coraggiose e generose dedizioni. È la vita dello Spirito capace di riscattare, di valorizzare e di mostrare come le nostre vite sono tessute e sostenute da persone comuni – solitamente dimenticate – che non compaiono nei titoli dei giornali e delle riviste né nelle grandi passerelle dell’ultimo show ma, senza dubbio, stanno scrivendo oggi gli avvenimenti decisivi della nostra storia: medici, infermiere e infermieri, addetti dei supermercati, addetti alle pulizie, badanti, trasportatori, forze dell’ordine, volontari, sacerdoti, religiose e tanti ma tanti altri che hanno compreso che nessuno si salva da solo”.

Covid19PretiInPrimaLinea_cover-768x1105.jpgIn quella penombra nella quale si combatte la quotidiana battaglia contro un male che ha preso le fattezze di un virus invisibile, centinaia di storie di sacerdoti si incrociano in un intreccio di vita e di morte.

Dal 1° marzo al 30 novembre 2020 sono 206 i sacerdoti diocesani italiani che muoiono a causa diretta o meno dell’azione del Covid-19.

Ad essere coinvolto nella strage silenziosa è quasi un terzo delle diocesi: 64 su 225. La concentrazione delle vittime è nell’Italia settentrionale (80%), con un picco in Lombardia (38%), Emilia Romagna (13%), Trentino-Alto Adige (12%) e Piemonte (10%). Segue il Centro (11%) e il Sud (9%). Il mese di marzo è quello che registra il numero più alto di decessi (99), che rappresentano poco meno della metà del totale (48%); ad aprile la situazione migliora (27 morti) per degradare nella tarda primavera e durante l’estate (5 vittime complessive). Ad ottobre però la miccia si riaccende con i primi 7 decessi della seconda ondata, per poi rapidamente deflagrare nel mese di novembre con 68 morti (33%).

A morire sono soprattutto i preti più anziani, con un’età media di 82 anni in linea con quella delle vittime di Covid-19 nella popolazione generale. Ma non sono soltanto i sacerdoti più fragili o ricoverati nelle case di riposo ad andarsene: oltre 40 di loro, infatti, hanno massimo 75 anni (20% del totale), ovvero l’età limite prevista dal Codice di Diritto canonico per svolgere il ministero di parroco.

Sono preti attivi che vivono la missione tra la gente (4 hanno meno di 50 anni), partecipando quotidianamente alle vicende del popolo di Dio loro affidato. E anche tra quanti hanno età superiore ai 75 anni, numerosi proseguono in deroga a ottemperare ai compiti ministeriali come parroci o collaboratori parrocchiali. Il primo decesso si registra il 1° marzo a Pesaro, gli ultimi a Bolzano, L’Aquila e Trento il 30 novembre. La vittima più anziana ha 105 anni ed è di Cremona, la più giovane ne avrebbe compiuti 46 un paio di mesi dopo la morte avvenuta a Salerno. Nel confronto periodico anno su anno, si evidenzia con chiarezza l’incremento dei decessi: dal 1° marzo al 31 maggio 2019 sono morti 194 sacerdoti; nell’analogo arco temporale del 2020 ne sono scomparsi 310 con un aumento di circa il 60%.

Nella prima parte del libro, sono raccontate quattro storie scelte tra quanti hanno perso la vita durante la prima ondata della pandemia. Accanto ad esse, sono narrate quattro testimonianze di preti che hanno servito il popolo senza tirarsi indietro nel momento di massima crisi. La seconda parte del volume, invece, riporta i profili biografici e un’istantanea di ciascuno dei 206 sacerdoti diocesani morti in Italia in questi nove mesi a causa del Covid-19. Un omaggio alla memoria di coloro che il Papa, nell’omelia della Messa in Coena Domini, ha definito “i santi della porta accanto”.

 

dal libro “Covid-19: preti in prima linea” (Edizioni San Paolo)

Riccardo Benotti

© www.agensir.it, martedì 2 marzo 2021

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