
Onu. Fame nel mondo in aumento, dopo dieci anni. Conflitti e clima le cause
La fame nel mondo torna a crescere e colpisce 815 milioni di persone, l'11% della popolazione mondiale. Lo dice il rapporto "The State of Food Security and Nutrition in the World 2017" a cura delle agenzie dell'Onu: l'Organizzazione delle Nazioni Unite per l'Alimentazione e l'Agricoltura (Fao), il Fondo internazionale per lo Sviluppo Agricolo (Ifad), il Fondo delle Nazioni Unite per l'Infanzia (Unicef), il Programma alimentare mondiale (Wfp) e l'Organizzazione Mondiale della Sanità (Oms).
Nel dettaglio, se ne contano 520 in Asia, 243 milioni in Africa, 42 milioni in America latina e nei Caraibi.
Il rapporto è la prima valutazione globale dell'Onu sulla sicurezza alimentare e sulla nutrizione rilasciata dopo l'adozione dell'Agenda per lo sviluppo sostenibile 2030, che mira a porre fine alla fame e a tutte le forme di malnutrizione entro il 2030 come priorità politica a livello internazionale. Dopo 10 anni di costante diminuzione, viene messo in luce che i 38 milioni di persone malnutrite in più rispetto al 2015 "si devono in gran parte alla proliferazione di conflitti violenti e agli choc climatici".
Conflitti e cambiamenti climatici fra le cause di fame e malnutrizione
I conflitti - sempre più aggravati dal cambiamento climatico - sono tra i fattori chiave dietro il riacutizzarsi della fame e di molte forme di malnutrizione che riguardano milioni di bimbi. Circa 155 milioni di bambini sotto i cinque anni sono sotto sviluppati (troppo bassi per la loro età), mentre 52 milioni soffrono di deperimento cronico, che significa che il loro peso non è adeguato rispetto alla loro altezza.
Circa 41 milioni di bambini sono invece in sovrappeso. Preoccupano inoltre, secondo il rapporto, l'anemia delle donne e l'obesità degli adulti. Queste tendenze sono una conseguenza non solo dei conflitti e del cambiamento climatico, ma anche dei grandi mutamenti nelle abitudini alimentari e dei rallentamenti economici.
Quali sono i Paesi più colpiti da fame e malnutrizione?
La situazione è in particolare drammatica in Paesi come il Sud Sudan: "Una grossa delusione per la comunità internazionale - secondo il presidente dell'Ifad Gilbert Fossoun Houngbo - dopo l'accordo applaudito da tutti nel 2011. Ma dobbiamo continuare a lavorare e a lanciare appelli alle parti in causa". È molto difficile in Nigeria, nonostante le ricchezze petrolifere: "Il nord-est è in mano ai Boko Haram", ricorda Houngbo. In Somalia, "dopo quattro anni di siccità, l'aspetto umanitario ha sostituito quello dello sviluppo, e c'è da risolvere la questione idrica". Inoltre, agli inizi del 2017, per diversi mesi, la carestia ha colpito alcune parti del Sud Sudan e c'è il rischio concreto che possa riapparire nel paese e in altre zone colpite da conflitti, soprattutto nel nordest della Nigeria, in Somalia e in Yemen.