Arcivescovo

S.E. Giuseppe

Satriano

IN AGENDA

Papa: testimoniare bellezza matrimonio, vicinanza a coppie in crisi

Incontrando in Laterano i partecipanti al corso di formazione su matrimonio e famiglia, Francesco auspica un “catecumenato permanente” per le coppie. Esorta ad aiutare quanti entrano in crisi nel riscoprire la grazia del Sacramento, offrendo in certi casi indicazioni per intraprendere un processo di nullità

Un “accompagnamento”, con un “catecumenato permanente”, per il Sacramento del matrimonio che riguardi “la sua preparazione, la celebrazione e i primi tempi successivi”. E’ la “necessità” espressa dal Papa incontrando, nel pomeriggio nella Basilica di San Giovanni in Laterano, i circa 850 partecipanti al corso di formazione su matrimonio e famiglia, promosso dalla Diocesi di Roma e dal Tribunale della Rota Romana. L’esortazione del Pontefice è quindi ad un “cammino condiviso” per sacerdoti, operatori pastorali e sposi cristiani.

Una scelta consapevole

Partendo proprio dalle giornate di studio e riflessione dedicate a esaminare le sfide e i progetti pastorali concernenti la famiglia, considerata come “chiesa domestica e santuario della vita”, “decisiva e insostituibile” per il “bene comune” dei popoli, Francesco riflette sul “vasto, complesso e delicato” campo apostolico ad essa collegato.

Ho sviluppato questo tema, specialmente nell’Esortazione apostolica Amoris laetitia, ponendo al centro l’urgenza di un serio cammino di preparazione al matrimonio cristiano, che non si riduca a pochi incontri. Il matrimonio non è soltanto un evento “sociale”, ma un vero Sacramento che comporta un’adeguata preparazione e una consapevole celebrazione. Il vincolo matrimoniale, infatti, richiede da parte dei fidanzati una scelta consapevole, che metta a fuoco la volontà di costruire insieme qualcosa che mai dovrà essere tradito o abbandonato.

Giovani sposi non siano lasciati in solitudine

Già diverse diocesi del mondo, nota il Pontefice, stanno sviluppando iniziative per rendere “più adeguata alla situazione reale la pastorale familiare”, con seminari e ritiri di preghiera, che coinvolgano anche coppie sposate di “consolidata esperienza familiare” ed esperti nelle “discipline psicologiche”.

Tante volte la radice ultima delle problematiche, che vengono alla luce dopo la celebrazione del sacramento nuziale, è da ricercare non solo in una immaturità nascosta e remota esplosa improvvisamente, ma soprattutto nella debolezza della fede cristiana e nel mancato accompagnamento ecclesiale, nella solitudine in cui vengono lasciati di solito i neo-coniugi dopo la celebrazione delle nozze. Soltanto messi di fronte alla quotidianità della vita insieme, che chiama gli sposi a crescere in un cammino di donazione e di sacrificio, alcuni si rendono conto di non aver compreso pienamente quello che andavano ad iniziare.

Preparazione e accompagnamento dopo le nozze

“Più il cammino di preparazione sarà approfondito e disteso nel tempo - spiega il Papa - più le giovani coppie impareranno a corrispondere alla grazia e alla forza di Dio e svilupperanno anche gli ‘anticorpi’ per affrontare gli inevitabili momenti di difficoltà e di fatica della vita coniugale e familiare”. Ma questo non basta.

La maggiore efficacia della cura pastorale si realizza dove l’accompagnamento non termina con la celebrazione delle nozze, ma “scorta” almeno i primi anni di vita coniugale. Mediante colloqui con la coppia singola e momenti comunitari, si tratta di aiutare i giovani sposi ad acquisire gli strumenti e i supporti per vivere la loro vocazione. E questo non può avvenire che attraverso un percorso di crescita nella fede delle coppie stesse.

Situazioni di crisi e nuovo processo matrimoniale

“Riguardo a quei coniugi che sperimentano seri problemi nella loro relazione e si trovano in crisi - aggiunge il Papa - occorre aiutarli a ravvivare la fede e riscoprire la grazia del Sacramento; e, in certi casi - da valutare con rettitudine e libertà interiore - offrire indicazioni appropriate per intraprendere un processo di nullità”.

Quanti si sono resi conto del fatto che la loro unione non è un vero matrimonio sacramentale e vogliono uscire da questa situazione, possano trovare nei vescovi, nei sacerdoti e negli operatori pastorali il necessario sostegno, che si esprime non solo nella comunicazione di norme giuridiche ma prima di tutto in un atteggiamento di ascolto e di comprensione. A tale proposito, la normativa sul nuovo processo matrimoniale costituisce un valido strumento, che richiede di essere applicato concretamente e indistintamente da tutti, ad ogni livello ecclesiale, poiché la sua ragione ultima è la salus animarum! Mi ha rallegrato apprendere che molti Vescovi e Vicari giudiziali hanno prontamente accolto e attuato il nuovo processo matrimoniale, a conforto della pace delle coscienze, soprattutto dei più poveri e lontani dalle nostre comunità ecclesiali.

Accoglienza anche per chi sceglie di convivere

Ricordando dunque la salvezza eterna delle anime, l’auspicio finale del Pontefice è che “l’orizzonte della pastorale familiare diocesana sia sempre più vasto”, assumendo lo stile “proprio” del Vangelo, “incontrando e accogliendo anche quei giovani che scelgono di convivere senza sposarsi”. Perché - conclude - “occorre testimoniare loro la bellezza del matrimonio”.

Giada Aquilino - Città del Vaticano

© www.vaticannews.va, venerdì 27 settembre 2018