Pasqua: camminiamo in novità di vita
Il calendario ci ha ricordato parole note: Pasqua, pasquetta, Settimana Santa, triduo pasquale. Ha riproposto anche celebrazioni liturgiche stupende e riti esterni tramandati da tempo ed in parte ancora toccanti per l’estetica e per il sentimento.
Ha forse consentito ad alcuni di noi di partecipare a questo o a quell’evento con maggiore o minore convinzione.
Vorrei però – e lo spero per me e per voi – che non fosse semplice scansione di date per non dimenticare il passato: è un presente, che fa riferimento al vissuto di Dio manifestato in Gesù Cristo, da vivere in ciascuno di noi con responsabile disponibilità. Dio opera con noi, che siamo suo mistico corpo, per realizzare la Sua opera di salvezza nella storia individuale e sociale, come in una spirale progressiva: Pasqua da credere e da vivere; quello che avvenne ieri accade oggi grazie alla nostra partecipazione attiva e fruttuosa mediante la fede ed i sacramenti che ci consentono di parlare, decidere ed agire come Lui.
Sono cosciente che questo non è facile per nessuno, né mi piacerebbe annoverare questo tra le cose che si dicono solo perché così è scritto da qualche parte.
Con la Pasqua è stato operato un “passaggio” verso una dimensione di vita profondamente nuova, si è entrati in un ordine decisamente diverso che riguarda Gesù di Nazareth e, con lui, anche noi, tutta la famiglia umana, la storia e l’intero universo.
La risurrezione di Cristo è come una esplosione di luce e di amore, che scioglie le catene della morte e del male, nonostante le molteplici esperienze negative ancora in atto. Essa dice “vita nuova” e nostra capacità di camminare con Lui per realizzare i doni da Lui immessi nella realtà e che devono tradursi in compiti per ciascuno di noi.
Per noi significa lasciarci cambiare la mente ed il cuore ed accettare la vita nuova che Dio ci offre, diventare creature nuove ed impegnarci con coraggio e coscienza a costruire un mondo migliore.
E’ così che ognuno di noi può diventare per l’altro un riflesso di ciò che la risurrezione di Cristo ha operato in lui.
In ricerca quindi dei molteplici significati della Pasqua.
Riguardano l’evento storico e irripetibile della vita del Signore crocifisso e risorto, la vita nuova in ciascuno di noi che nasce dai sacramenti, il bisogno di attingere forza da Lui per cambiare l’egoismo in gratuità, il potere in servizio, l’orgoglio in umiltà, l’individualismo in comunione.
Essi vanno scoperti con difficoltà nei segni presenti nella storia, nel tessuto ordinario delle condizioni di vita e nelle relazioni che strutturano il contesto socio-culturale.
Non scoraggiamoci, perché non è senza significato, anche per noi, che nei racconti delle “apparizioni” Gesù non è immediatamente riconosciuto né da Maria di Magdala, né dai due discepoli di Emmaus, né dagli apostoli sul litorale del lago di Tiberiade.
Sant’Agostino esprime la difficoltà di questa ricerca con le celebri parole del libro decimo delle Confessioni: “Tu eri con me, ma io non ero con te. Tu eri dentro di me, e io stavo fuori…”.
Dopo aver cercato, cambiare noi, perché si diventi creature nuove.
San Paolo lo afferma con la suggestiva espressione: “Non sono più io che vivo, ma Cristo vive in me”.
Benedetto XVI commenta il pensiero di Paolo affermando: “E’ questa la formula della esistenza cristiana fondata nel battesimo, la formula della risurrezione dentro il tempo, la formula della novità cristiana chiamata a trasformare il mondo”.
Tempo fa invitavo me e voi a coniugare nella vita alcune parole del vocabolario che cominciano con “ri”, due lettere dell’alfabeto: ri-sorgere dal peccato, ri-nascere nei sacramenti, ri-alzarsi dalla debolezza del male, ri-cominciare una nuova vita, ri-edificare relazioni di amore, ri-costruire una società migliore.
Sia questa la mia e la vostra Pasqua.
sac. Giacinto Ardito
Direttore Ufficio Chiesa e Mondo della Cultura