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Pena di morte, esecuzioni in calo

Sono 31 i Paesi che negli ultimi dieci anni hanno abolito la pena capitale. Ma resta l'incognita della Cina, dove il boia opera spesso in segreto. I sospetti di Amnesty International.

amnestyok_1353914.jpgLa buona notizia è di qualche giorno fa. L'Illinois ha abolito la pena capitale e diventa così il 16° Stato degli Usa ad abolire la pena di morte. È il segnale di una inversione di tendenza? Lo spera Amnesty International, che nel Rapporto sulla pena di morte nel mondo nel 2010, sottolinea un aspetto importante: “I Paesi che continuano a ricorrere alla pena di morte sono sempre più isolati”.

Negli ultimi 10 anni, 31 Paesi hanno abolito la pena di morte nella legge o nella prassi, mentre Cina, Iran, Arabia Saudita, Stati Uniti d'America e Yemen restano tra i paesi che più frequentemente ricorrono alle esecuzioni, in alcuni casi in flagrante contraddizione col diritto internazionale dei diritti umani. Il numero delle esecuzioni ufficiali è in calo. Amnesty aveva calcolato 714 morti nel 2009 e 527 nel 2010. Ma resta la grande incognita della Cina, dove la pena di morte viene praticata nel massimo segreto e dove Amnesty sospetta che siano state giustiziate migliaia di persone, quasi sempre al termine di processi che non hanno rispettato gli standard internazionali sui processi equi.

L'Asia e il Medio Oriente sono le aree geografiche nelle quali avvengono la maggior parte delle esecuzioni. Tra i reati più colpiti ci sono quelli legati al consumo e allo spaccio di droga, ma vengono puniti con la morte anche reati di natura economica, di tipo sessuale (anche fra adulti consenzienti) e di blasfemia. Un dato preoccupante è che Arabia Saudita, Emirati Arabi Uniti, Iran, Pakistan e Sudan hanno emesso condanne a morte anche nei confronti di persone che avevano commesso i reati a un'età inferiore ai 16 anni.

Gli Stati Uniti sono l'unico Paese del continente americano che esegue condanne a morte: nel 2010 sono state emesse 110 sentenze capitali (un terzo di quelle che si registravano a metà degli anni Novanta). Secondo Salil Shetty, segretario generale di Amnesty International:"Ogni paese che continua eseguire condanne a morte sfida le norme sui diritti umani e gli organismi delle Nazioni Unite, entrambi affermano che l'obiettivo finale di ogni paese dovrebbe essere l'abolizione della pena capitale. Un mondo libero dalla pena di morte non solo è possibile, è inevitabile. La domanda è quanto ci vorrà".

Roberto Zichittella
© Famiglia Cristiana, 29 marzo 2011
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