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Il Papa nell'udienza a Abuna Matthias I, patriarca della Chiesa Ortodossa Tewahedo Etiopica

La sofferenza e il martirio di cristiani di diverse confessioni come seme di ritorno alla piena comunione delle Chiese cristiane. Lo ha ribadito il Papa nella udienza a Abuna Matthias I, patriarca della Chiesa Ortodossa Tewahedo Etiopica. "Le sofferenze condivise - ha rimarcato papa Francesco - hanno fatto sì che i cristiani divisi si avvicinassero gli uni agli altri, nello stesso modo in cui lo spargimento del sangue dei martiri è diventato seme" della fede, "oggi il sangue di così tanti martiri appartenenti a diverse chiese diventa seme di unità dei cristiani".

"I martiri di tutte le tradizioni - ha rimarcato il Pontefice - sono già una cosa sola in Cristo, i loro nomi sono scritti nell'unico martirologio della chiesa di Cristo" e questo "è un invito a noi a percorrere il cammino verso una unità sempre più piena".

La Chiesa ortodossa d'Etiopia appartiene alla "famiglia" delle "Chiese ortodosse orientali". Questa Chiesa, unica nel suo genere, ha mantenuto diverse pratiche ebraiche, come la circoncisione, il rispetto delle regole alimentari e l'osservanza dello shabbat del Sabato e della Domenica. La liturgia etiope è di origine alessandrina (copta) ed è influenzata dalla tradizione siriaca. La liturgia è stata sempre celebrata nell'antica lingua Gèez fino a tempi molto recenti. Oggi una traduzione della liturgia nell'amharic moderno è usata sempre più nelle parrocchie. Prosegue una forte tradizione monastica. La Chiesa conta oggi 35 milioni di membri.

Esiste anche una grande comunità a Roma. "Abbiamo scoperto - ha detto Francesco in un ulteriore passaggio del suo discorso - che abbiamo quasi tutto in comune: una sola fede, un solo battesimo, un solo Signore che è il salvatore, siamo uniti in virtù del battesimo che ci ha incorporato, uniti grazie" anche agli elementi "comuni delle nostre ricche tradizioni monastiche e liturgiche, siamo fratelli in Cristo, e come è stato spesso osservato ciò che ci unisce è molto più grande di ciò che ci divide. Come dice san Paolo: 'se un membro soffre, tutte le membra soffrono insieme, e se un membro è onorato tutte sono onorate insieme".

© Avvenire, 29 febbraio 2016

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