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San Gennaro. Battaglia: "Il vero miracolo è il bene che sovrasta il male"

L'arcivescovo di Napoli: "C'è la necessità urgente di prendersi cura delle ferite che attanagliano la nostra terra

Usa un’interpretazione distante dalla tradizione l’arcivescovo di Napoli don Mimmo Battaglia, arcivescovo metropolita di Napoli, nell’annunciare l’avvenuto prodigio di san Gennaro, questa mattina alle ore 10,02, in una cattedrale gremita: «pensando al sangue del nostro martire mi chiedo - dice - se la sua liquefazione piuttosto che un fatto di cui stupirsi, non sia la semplice fotografia di ciò che purtroppo continua ad avvenire nella storia, ogni qual volta viene versato il sangue dei poveri con le ingiustizie, con la violenza del potere come dell’economia, con la brutalità dei gesti come delle parole».

E, ancora, «a volte credo che la reliquia di questo sangue stia lì a ricordarci questa ferita viva e sempre attuale, questa emorragia mai guarita, questo fluire di sangue mai interrotto. E proprio per questo credo che il vero miracolo si realizzerà il giorno in cui questo sangue sarà per sempre duro, compatto, coagulato! Sì, credo che il vero miracolo avverrà quando la giustizia bacerà la pace, quando il bene sovrasterà il male per sempre, quando la buona notizia di Gesù Cristo prosciugherà il dolore del mondo, illuminerà definitivamente il buio».

L’arcivescovo, all’inizio dell’omelia, aveva invitato a non considerare il «sangue un oracolo da consultare e ancor meno un oroscopo cittadino, la cui funzione è quella di predire sventure o fortune per la città ma un segnale stradale, un indice puntato che rimanda alla necessità, all’urgenza, all’esigenza di seguire in modo radicale il Vangelo di Cristo».
San Gennaro – con il suo prodigio – ci indica una strada possibile «un ricominciamento necessario, la necessità urgente di prendersi cura delle ferite, di fermare il fluire del sangue, di tamponare le emorragie spirituali, interiori, materiali, relazionali, sociali che attanagliano la nostra terra, i nostri cuori».

Il martire Gennaro – dice Battaglia - ci chiede di «sognare insieme questo miracolo, di farcene instancabili strumenti superando steccati di sorta, divisioni e barriere di ogni tipo, perché a dare ali alla speranza non può essere il passo solitario di un eroe ma la marcia unita di una comunità».

Nel Duomo presenti, tra gli altri, anche il cardinale Crescenzio Sepe, arcivescovo emerito di Napoli, oltre a numerose istituzioni militari, religiose e civili. Al termine della celebrazione, grande commozione per la Nuova Orchestra Scarlatti che ha suonato in memoria di Giovanbattista Cutolo, il musicista di corno 24enne, ucciso a piazza Municipio il 31 agosto scorso.

Rosanna Borzillo

© Avvenire, martedì 19 settembre 2023

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