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San Paolo fuori le mura. Papa Francesco: cristiani uniti da martirio e persecuzioni

In San Paolo Fuori le Mura la celebrazione presieduta dal Papa al termine della Settimana di preghiera per l’unità dei cristiani, nella solennità della conversione di san Paolo

"Quanti fratelli oggi subiscono persecuzioni per il nome di Gesù!", ha esclamato papa Francesco nell'omelia nella celebrazione dei Secondi Vespri alla basilica di San Paolo fuori le Mura, a conclusione della Settimana di preghiera per l'Unità dei cristiani sul tema "Potente è la tua mano, Signore (cfr. Esodo 15, 1-21)". "I cristiani di oggi incontrano nel cammino molte difficoltà, circondati - proseguito il Papa - da tanti deserti spirituali, che fanno inaridire la speranza e la gioia. Sul cammino ci sono pure dei pericoli gravi, che mettono a repentaglio la vita: quanti fratelli oggi subiscono persecuzioni per il nome di Gesù!". Prendono parte alla celebrazione anche i rappresentanti delle altre Chiese e Comunità ecclesiali presenti a Roma.

"Quando il loro sangue viene versato, anche se appartengono a Confessioni diverse, diventano insieme testimoni della fede, martiri, uniti nel vincolo della grazia battesimale". "Ancora - ha aggiunto il Papa -, insieme agli amici di altre tradizioni religiose, i cristiani affrontano oggi sfide che sviliscono la dignità umana: fuggono da situazioni di conflitto e di miseria; sono vittime della tratta degli esseri umani e di altre schiavitù moderne; patiscono gli stenti e la fame, in un mondo sempre più ricco di mezzi e povero di amore, dove continuano ad aumentare le disuguaglianze".

"Ma, come gli israeliti dell'Esodo - ha rievocato Francesco -, i cristiani sono chiamati a custodire insieme il ricordo di quanto Dio ha compiuto in loro. Ravvivando questa memoria, possiamo sostenerci gli uni gli altri e affrontare, armati solo di Gesù e della dolce forza del suo Vangelo, ogni sfida con coraggio e speranza". Parlando dell'odierna festa della conversione di San Paolo, il Papa ha detto che "la grazia di Dio ha spinto pure lui a cercare la comunione con altri cristiani, da subito, prima a Damasco e poi a Gerusalemme". "È questa la nostra esperienza di credenti - ha proseguito -. Man mano che cresciamo nella vita spirituale, comprendiamo sempre meglio che la grazia ci raggiunge insieme agli altri ed è da condividere con gli altri".

Secondo papa Francesco, "le varie Confessioni cristiane hanno fatto questa esperienza. Nell'ultimo secolo abbiamo finalmente compreso di trovarci insieme sulle rive del Mar Rosso. Nel Battesimo siamo stati salvati e il canto grato della lode, che altri fratelli e sorelle intonano, ci appartiene, perché è anche il nostro. Quando diciamo di riconoscere il Battesimo dei cristiani di altre tradizioni, confessiamo che anch'essi hanno ricevuto il perdono del Signore e la sua grazia che opera in loro. E accogliamo il loro culto come espressione autentica di lode per quanto Dio compie". "Desideriamo allora pregare insieme, unendo ancora di più le nostre voci - ha aggiunto -. E anche quando le divergenze ci separano, riconosciamo di appartenere al popolo dei redenti, alla stessa famiglia di fratelli e sorelle amati dall'unico Padre".

© Avvenire Redazione Internet, giovedì 25 gennaio 2018

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