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Santa Marta. Papa: non essere cristiani parcheggiati

Il vero cristiano non si ferma alla prima grazia ricevuta, ma va sempre avanti, perché cerca la gioia dello stare con il Signore

“Se non vedete segni e prodigi, voi non credete”. E’ un rimprovero quello che, nell’odierno brano del Vangelo, Gesù rivolge al funzionario del re che gli va incontro in Galilea per chiedergli di guarire il figlio malato. La gente sapeva che Gesù aveva fatto già tanti miracoli. E Gesù sembra perdere la pazienza perché il prodigio sembra l’unica cosa che conta per loro e, nell'omelia della Messa mattutina a Casa Santa Marta, Papa Francesco commenta: Dov’è la vostra fede?”. Vedere un miracolo, un prodigio e dire: ‘Ma, Tu hai la potenza, Tu sei Dio’, sì, è un atto di fede, ma piccolino così. Perché è evidente che quest’uomo ha un potere forte; ma lì incomincia la fede, ma poi deve andare avanti. Dove è il tuo desiderio di Dio? Perché la fede è questo: avere il desiderio di trovare Dio, di incontrarlo, di essere con Lui, di essere felice con Lui. (Adriana Masotti per Vatican News)

Ma qual è piuttosto il grande miracolo che compie il Signore? La prima lettura tratta dal libro del profeta Isaia, lo spiega, dice Francesco: ‘Ecco, io creo nuovi cieli e nuova terra. Si godrà e si gioirà sempre, di quello che sto per creare’. Il Signore attira il nostro desiderio alla gioia di essere con Lui. Quando il Signore passa nella nostra vita e fa un miracolo in ognuno di noi, e ognuno di noi sa cosa ha fatto il Signore nella sua vita, lì non finisce tutto: questo è l’invito ad andare avanti, a continuare a camminare, “cercare il volto di Dio”, dice il Salmo; cercare questa gioia.

Il miracolo è dunque solo l’inizio e il Papa si chiede che cosa penserà Gesù di tanti cristiani che si fermano lì alla prima grazia ricevuta, che non camminano e si comportano come uno che, al ristorante, si sazia con l’antipasto e se ne torna a casa non sapendo che il meglio viene dopo: Perché ci sono tanti cristiani fermi, che non camminano; cristiani insabbiati nelle cose di ogni giorno – buoni, buoni! – ma non crescono, rimangono piccoli. Cristiani parcheggiati: si parcheggiano. Cristiani ingabbiati che non sanno volare con il sogno a questa cosa bella alla quale il Signore ci chiama.

E’ una domanda che ciascuno di noi può farsi, prosegue Francesco. “Com’è il mio desiderio? (…) Cerco il Signore così? Oppure ho paura, sono mediocre? (…) Qual è la misura del mio desiderio? L’antipasto o tutto il banchetto?”
E conclude: “custodire il proprio desiderio, non sistemarsi troppo, andare un po’ avanti, rischiare. Il vero cristiano rischia, esce dalla sicurezza”.

Adriana Masotti - Vatican News

© Avvenire, lunedì 12 marzo 2018