Tengo il telefono e taglio il cane
Nella breve gag audio viene presentata una coppia che sta discutendo quali spese  tagliare per far fronte al caro vita. Durante la loro conversazione si  percepisce in sottofondo un cagnolino che abbaia festoso mentre lei esclama  “no... Fuffi no, dai…”, e lui conclude con un perentorio “Taglia!”.
Nelle intenzioni della compagnia telefonica doveva trattarsi solo di un ammiccamento ironico mentre nella percezione degli utenti è diventato un invito all’abbandono del fidato animale domestico. Nel giro di poche ore la protesta degli utenti della Rete e dei blogger è stata amplificata e rilanciata dai quotidiani nazionali facendo fare marcia indietro alla compagnia telefonica che ha presentato subito le sue scuse tramite Internet, ritenute comunque da molti troppo blande. La protesta nel web sta scemando perché la compagnia telefonica ha subito ritirato lo spot radiofonico, ma la vicenda mi suggerisce almeno tre considerazioni su quanto accaduto.
1)  Il controllo sulla comunicazione e sul consumo
Che Internet  fosse un potente strumento di controllo in mano agli utenti già lo sapevamo.  Oggi, però, risulta sempre più evidente che può costituire il contatto più  rapido dei consumatori con le aziende, in grado di influenzare anche le  politiche di mercato delle stesse. Se i social network sono diventati luogo  principe per le ricerche di mercato è altrettanto vero che possono diventare  strumento per orientare pesantemente il flusso dei consumi e smascherare  pubblicità e proposte ingannevoli. La brand reputation, la reputazione  del marchio, si gioca oggi soprattutto in Rete, con le dovute attenzioni alle  campagne diffamatorie e agli attacchi che la concorrenza scatena appositamente  su Internet.
2)  Gli affetti non si toccano
«Comunque è fondamentale il rapporto  umano fisico», sento ripetere dagli adulti al termine di ogni incontro che abbia  come tema Internet. Per alcuni si tratta di una blanda difesa verso un mondo che  sentono particolarmente estraneo, per molti è un mantra prodigioso che ricorda  loro la necessità di una dimensione affettiva e di contatto che oggi più che mai  diventa irrinunciabile. La presenza di un cagnolino in casa riporta al centro la  necessità di un contatto fisico, del rapporto con un essere vivente che  rappresenta la fedeltà e la dedizione all’uomo. Irrinunciabile anche al tempo  della relazione elettronica e con i tagli della crisi. Il dolore provocato dalla  perdita di un affetto caro è lacerante, perchè riportarlo a galla in uno spot  che dovrebbe risultare piacevole e simpatico?
3)  La cura restituisce senso
Prendersi cura di un essere vivente  nell’era in cui i rapporti personali si possono troncare con un sms diventa un  antidoto efficace per dare senso ai legami, ma anche alla propria esistenza.  «Avevo rifiutato la vita più volte», mi ha confidato una ragazza ospite della  comunità papa Giovanni XXIII di Rimini, «ma da quando mi hanno affidato un  ragazzo disabile di cui prendermi cura tutto ha ripreso senso e luce». Si  spostano equilibri, priorità, attenzioni, ritmi di vita. La cura polarizza e  restituisce senso all’esistenza. La “Pet therapy” ci assicura che anche la cura  di Fuffi è salutare e addirittura medicinale per l’uomo. 
Scodinzolio di  Fuffi contro Internet? 1 a 0 per Fuffi.
don Marco Sanavio
© Famiglia Cristiana, 3 febbraio 2012
            