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Terremoto Caritas, il primo aiuto è un centro di comunità. Ecco come aiutare

Circa 350 persone assistite subito nelle strutture di Magione e Corciano. I numeri di conto corrente per versare

Da settimane la Caritas era impegnata dopo il terremoto di Amatrice. Operatori e volontari in prima linea a fianco di chi ha perso tutto. Ma da domenica il dramma si è rinnovato, e con esso l’impegno a non lasciare sole le comunità colpite. La Delegazione regionale Caritas umbra, che si è riunita domenica a Todi con la presenza del vescovo delegato Benedetto Tuzia e dei direttori delle otto Caritas diocesane della regione.

Sono state predisposte alcune attività d’intervento immediato a favore delle popo- lazioni colpite. Circa 350 persone, che hanno accettato volontariamente di lasciare Norcia e le frazioni circostanti, sono state ospitate nelle strutture ricettive di Magione e Corciano, vengono assistite dalle Caritas diocesane di Perugia e di Foligno per le immediate esigenze di vestiario, prodotti per l’igiene e altri generi di prima necessità. Per tutte le altre persone che hanno manifestato la volontà di rimanere nella zona colpita dal terremoto, si stanno cercando strutture abitative provvisorie, come casette in legno, container, camper e roulotte. Molti, infatti, non vogliono allontanarsi dalle proprie città, dove hanno lasciato case e attività produttive, tra cui allevamenti che non intendono abbandonare a sé stessi.

Con il contributo della rete nazionale della Caritas sarà presto allestito anche un presidio Caritas a Norcia per portare assistenza materiale, ma soprattutto vicinanza e sostegno morale ad una comunità che ha la primaria necessità di prossimità e solidarietà, per non perdere la propria identità e storia e per ricominciare presto a vivere. Al riguardo sarà realizzato quanto prima un 'Centro di comunità' dalla Caritas italiana e gestito dalla Caritas di Spoleto-Norcia e dalla Delegazione Caritas umbra con la presenza di volontari e operatori per un lungo periodo, fino a primavera inoltrata.

Si tratta di «una presenza concordata con l’arcivescovo di Spoleto-Norcia, Renato Boccardo, e con i parroci della zona – spiega il delegato regionale Caritas Giorgio Pallucco – , che aiuterà a monitorare la situazione e far fronte ai diversi bisogni di quelle persone che vivono non solo a Norcia ma in tante piccole frazioni, il cui sostentamento è in prevalenza l’allevamento e l’agricoltura e che non possono lasciare la loro casa e azienda».

La macchina della solidariteà era in moto da prima del nuovo evento sismico. «Per queste persone, già dopo il terremoto del 24 agosto avevamo fatto, insieme ad alcuni seminaristi, una mappatura della situazione per avviare progetti specifici di aiuto alla ripresa delle attività. Ora la situazione è peggiorata e dovremmo anche noi cominciare da capo», aggiunge Palluco.

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© Avvenire martedì 1 novembre 2016

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