
Ucraina. Caritas, Acli, Cei: tutti mobilitati per portare aiuti a Leopoli
Vicinanza e solidarietà alla popolazione ucraina e un messaggio di pace. Li hanno portati in un viaggio a Leopoli l’arcivescovo di Cagliari e vicepresidente della Cei Giuseppe Baturi, il direttore di Caritas italiana don Marco Pagniello ed Emiliano Manfredonia, presidente nazionale delle Acli. Baturi ha potuto incontrare l’arcivescovo latino Mieczyslaw Mokrzycki, cui è legato da antica e profonda amicizia dai tempi degli studi a Roma. Con questa missione in Ucraina si rafforza la collaborazione a ogni livello tra l’organismo pastorale della Chiesa italiana e la più grande associazione cristiana per ottimizzare gli aiuti che arrivano da circoli e parrocchie.
«Mi sono recato in questa terra martoriata – afferma Baturi – per incontrare un caro amico e assicurargli vicinanza. Ho constatato le ferite di questa nazione, il senso di paura e precarietà che si avverte quando si attivano gli allarmi nella città, il bisogno di un supporto fraterno per lenire le sofferenze di una popolazione duramente provata. È stato bello vedere una chiesa, e i sacerdoti in particolare, mobilitata come il buon samaritano a dare aiuto alle persone sofferenti, senza distinzione di appartenenza politica e religiosa».
Per Caritas italiana era importante incontrare i direttori della Caritas latina e di quella della chiesa greco cattolica. Le Caritas dall’inizio della guerra hanno aiutato oltre mezzo milione di persone e inviato circa 500 tonnellate di aiuti di prima necessità in tutto il paese. Sono stati organizzati punti di raccolta e informazione nei 60 centri di accoglienza, nei quali hanno offerto riparo a più di 8000 persone, assistenza sanitaria e sostegno psicologico mirato.
Caritas Italiana ieri ha subito messo a disposizione altri 600mila euro per le Caritas in Ucraina - in particolare in favore di chi sta subendo traumi e disagi psicologici - in Polonia, Romania e negli altri Paesi impegnati nell’accoglienza, inclusa l’area balcanica. Nel contempo prosegue l’accoglienza diffusa nelle diocesi italiane che domenica vivranno un momento di preghiera per la pace durante le celebrazioni delle Palme.
«In questi due giorni – aggiunge – le sirene del preallarme ci hanno ricordato che questa gente, anche i bambini, ha imparato a convivere con la guerra. Noi vogliamo portare un aiuto diverso dalle armi per costruire la pace. E lavorare in futuro per la riconciliazione». Gli aclisti hanno incontrato gli amministratori della regione e con le strutture ospedaliere, in particolare con l’ospedale pediatrico, che necessitano di maggior aiuto. Significativo l’incontro con i rappresentanti istituzionali del luogo per capire i bisogni e le necessità della popolazione e del tessuto economico della Regione.
«Ad esempio – aggiunge Manfredonia – molte aziende non vogliono andarsene, anche se manca la manodopera. Chiedono all’Europa di aiutarle ed è importante per ricostruire il tessuto economico e sociale. Inoltre ci ha colpito la volontà di aderire all’Ue. Tutti i palazzi espongono la bandiera blu stellata accanto a quella nazionale». Manfredonia ha visitato anche la sede del Patronato Acli a Leopoli, l’unico presente nel paese, che sta svolgendo un compito fondamentale per garantire diritti previdenziali ai tanti ucraini e alle tante ucraine che hanno lavorato in Italia.
Il vescovo di Leopoli ha inviato ieri un ringraziamento all’arcivescovo Baturi, alla Caritas e alla chiesa italiana «per la preghiera, ma anche per la solidarietà che ci viene offerta per tutto ciò di cui abbiamo bisogno, in particolare negli ospedali, per curare quotidianamente i feriti e per l’accoglienza dei bambini orfani».