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Udienza. Il Papa: la libertà non dà un senso alla vita, senza l'amore che viene da Dio

All'udienza generale Francesco ha percorso le tappe del recente viaggio nei Paesi Baltici, ricordando le sofferenze patite da quei popoli e la sfida di rafforzare la comunione fra tutti i cristiani

Sarà pubblicato oggi un Messaggio «di fraterno incoraggiamento» di papa Francesco ai cattolici cinesi. Lo ha annunciato lo stesso Pontefice al termine dell'Udienza generale ricordando l'Accordo provvisorio firmato sabato scorso a Pechino tra la Santa Sede e la Repubblica Popolare Cinese sulla nomina dei vescovi in Cina. «Con ciò - ha continuato Francesco -, auspico che in Cina si possa aprire una nuova fase, che aiuti a sanare le ferite del passato, a ristabilire e a mantenere la piena comunione di tutti i cattolici cinesi e ad assumere con rinnovato impegno l'annuncio del Vangelo». «Cari fratelli e sorelle, abbiamo un compito importante! Siamo chiamati ad accompagnare con fervente preghiera e con fraterna amicizia i nostri fratelli e sorelle in Cina. Essi sanno che non sono soli. Tutta la Chiesa prega con loro e per loro».

L'udienza dedicata al recente viaggio nei Paesi baltici

All'udienza generale in piazza San Pietro, papa Francesco ha ripercorso le tappe principali del recente viaggio apostolico nei Paesi Baltici, come avviene dopo ogni viaggio internazionale.

Ricordando che l'occasione era stato il centenario dell'indipendenza di Lituania, Lettonia ed Estonia, il Papa ha sottolineato le sofferenze patite da quelle popolazioni durante le occupazioni prima nazista e poi sovietica: «Sono popoli che hanno molto sofferto e per questo il Signore li ha guardati con predilezione».

«La mia missione - ha proseguito Francesco - era annunciare nuovamente a quei popoli la gioia del Vangelo e la rivoluzione della misericordia, della tenerezza, perché la libertà non basta a dare senso e pienezza alla vita senza l'amore che viene da Dio». Infatti il Vangelo «è luce per il quotidiano cammino delle persone, delle famiglie, della società» ed è «sale che dà sapore alla vita ordinaria».

In Lituania, ha ricordato il Papa, i cattolici sono la maggioranza, mentre in Lettonia ed Estonia prevalgono i luterani e gli ortodossi. Ma molti si sono allontanati dalla vita religiosa, «dunque la sfida è quella di rafforzare la comunione tra tutti i cristiani». «La dimensione ecumenica era intrinseca a questo viaggio» ha osservato.

Tra i momenti salienti, il Papa ha citato la preghiera ecumenica nella cattedrale luterana di Riga, gli incontri con i giovani a Tallinn e a Vilnius, con gli anziani a Riga, con i sacerdoti e i seminaristi in Lituania. A tutti ha parlato della speranza: per i giovani «Gesù Cristo è nostra speranza», per gli anziani la speranza deve accompagnarsi alla pazienza, perché la sfida «è non indurirsi dentro, ma rimanere aperto e tenero di mente e di cuore». A seminaristi e sacerdoti ha ricordato l'importanza di «essere centrati in Dio, radicati nel suo amore», citando la testimonianza che «hanno dato e danno ancora tanti preti anziani: hanno sofferto calunnie, deportazioni».

A Vilnius, ha ricordato ancora Francesco, «ho reso omaggio alle vittime del genocidio ebraico in Lituania a 75 anni dalla chiusura del grande Ghetto che fu anticamere della morte per decine di migliaia di ebrei». «Ho sostato in preghiera - ha proseguito - nelle stanze dove venivano detenuti, torturati e uccisi gli oppositori del regime... È commovente vedere fino a qual punto può arrivare la crudeltà umana».

Passano gli anni, passano i regimi ma Maria Madre della Misericordia continua a vegliare sul suo popolo. «Segno vivo del Vangelo -a concluso il Papa - è sempre la carità concreta. Anche dove più forte è la secolarizzazione Dio parla con il linguaggio dell’amore, allora i cuori si aprono e succedono i miracoli».

© Avvenire Redazione Internet, mercoledì 26 settembre 2018

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