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Udienza. Papa Francesco: la persecuzione dei cristiani rende urgente l'unità

Papa Francesco ha incontrato Rastislav metropolita ortodosso delle Terre Ceche e della Slovacchia. «L'annuncio del Vangelo chiede audacia»

Un dono per crescere nell'edificazione vicendevole. Un passo avanti, da rafforzare nella preghiera, per «raggiungere un giorno la piena unità, verso la quale camminiamo». Il Papa ha sintetizzato in questo modo la gioia dell’incontro con Rastislav metropolita ortodosso delle Terre Ceche e della Slovacchia. Un’udienza tanto più significativa dal momento che per la prima volta l’arcivescovo di Prešov arriva in Vaticano dal giorno della sua elezione nel gennaio 2014. In particolare quella da lui guidata è una 14 Chiese ortodosse autocefale di tradizione bizantina, che trae origine dall'evangelizzazione della Grande Moravia operata dai Santi Cirillo e Metodio.

E proprio dall’eredità spirituale, “ecumenica” dei santi fratelli, vissuti nel I secolo ed evangelizzatori dei popoli slavi, è partito il Papa nel suo discorso. Puntando innanzitutto sulla decisione di portare «a papa Adriano II le reliquie di San Clemente, uno dei primi vescovi di Roma, morto in esilio sotto l’imperatore Traiano. Il gesto di Cirillo e Metodio – ha sottolineato Francesco – ci ricorda che noi cristiani abbiamo insieme ereditato – e abbiamo continuamente bisogno di condividere – un immenso patrimonio comune di santità». E ancora oggi – ha continuato il Papa «le sofferenze di molti fratelli e sorelle perseguitati a causa del Vangelo sono un richiamo urgente, che ci interpella a ricercare una maggiore unità».

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Ma nel suo discorso il Papa si è soffermato anche sul rapporto tra evangelizzazione e cultura , sempre richiamando Cirillo e Metodio, «audaci» nel tradurre il messaggio evangelico in una lingua accessibile ai popoli slavi della Grande Moravia. Incarnando il Vangelo in una determinata cultura, diedero sviluppo alla cultura stessa» Perché – ha sottolineato Bergoglio – «per annunciare il Signore non basta riaffermare gli schemi del passato, ma occorre porsi in ascolto dello Spirito, che sempre ispira vie nuove e coraggiose per evangelizzare i contemporanei».

Infine – ha concluso il Papa – l’esempio dei santo gemelli che «riuscirono a superare le divisioni sorte tra comunità cristiane di culture e tradizioni diverse», ci ricorda che «unità non significa uniformità, ma riconciliazione delle diversità nello Spirito Santo. Possa – ha auspicato il Papa – la testimonianza dei santi Cirillo e Metodio accompagnarci, lungo il cammino verso la piena unità, stimolandoci a vivere questa diversità nella comunione e a non scoraggiarci mai nel nostro percorso, che siamo chiamati a compiere per volontà del Signore e con gioia». A tal proposito , particolarmente significativo è il lavoro della Commissione mista internazionale per il dialogo teologico tra la Chiesa cattolica e la Chiesa ortodossa. La speranza è che tale assise «che ha adottato nel 2016 a Chieti un documento sui rapporti tra primato e conciliarità nel primo millennio, possa continuare ad approfondire il dialogo su questo tema».

Riccardo Maccioni

© Avvenire, venerdì 11 maggio 2018

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