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Un ego eccessivo «è una schiavitù che incatena più di una prigione»

Papa Francesco spiega il terzo comandamento e mette in relazione il giorno in cui si santifica la festa con quanto rischia di paralizzare la nostra anima: «Non c’è tregua per il goloso e il lussurioso che devono vivere di piacere; l’ansia del possesso distrugge l’avaro; il fuoco dell’ira e il tarlo dell’invidia rovinano le relazioni»

 

 

La misericordia di Dio ci libera. Come ha liberato padre Massimiliano Kolbe o monsignor Van Thuan che persino in carcere hanno sperimentato la libertà e hanno portato la luce. Ma ci sono schiavitù che imprigionano più del carcere, la schiavitù del proprio ego. Papa Francesco, nella catechesi generale del mercoledì spiega il terzo comandamento, quello del giorno del riposo. E lo fa mettendolo in relazione alla schiavitù.  Papa Francesco si chiede infatti se può esistere riposo quando ci sono «costrizioni esterne come le oppressioni, le vite sequestrate dalla violenza e da altri tipi di ingiustizia» o quando si è schiavi di «prigionie interiori, che sono, ad esempio, i blocchi psicologici, i complessi, i limiti caratteriali e altro». Francesco chiede: «Esiste riposo in queste condizioni?  Un uomo recluso o oppresso può restare comunque libero? E una persona tormentata da difficoltà  interiori può essere libera?». Il Papa porta come esempio quelle persone che hano una grande libertà d’animo seppur imprigionate: «Pensiamo, ad esempio, a San Massimiliano Kolbe, o al Cardinale Van Thuan, che trasformarono delle oscure oppressioni in luoghi di luce. Come pure ci sono persone segnate da grandi fragilità interiori che però conoscono il riposo della misericordia e lo sanno trasmettere. L’incontro con la misericordia di Dio ci libera».

La vera libertà allora non consiste nella infinita libertà di scelta. «Certamente questa è una parte della libertà, e ci impegniamo perché sia assicurata a ogni uomo e donna», dice il Papa, «ma sappiamo bene che poter fare ciò che si desidera non basta per ad essere veramente liberi, e nemmeno felici. La vera libertà  è molto di più».

E allora «il terzo comandamento, che invita a celebrare nel riposo la liberazione, per noi cristiani è profezia del Signore Gesù, che spezza la schiavitù interiore del peccato per rendere l’uomo capace di amare. L’amore vero è la vera libertà: distacca dal possesso, ricostruisce le relazioni, sa accogliere e valorizzare il prossimo, trasforma in dono gioioso ogni fatica e rende capaci di comunione. L’amore rende liberi anche in carcere, anche se deboli e limitati. Questa è la libertà  che riceviamo dal nostro Redentore, il Signore Gesù Cristo».

L’importante è non dare spazio all’ego che ci rende schiavi, come vediamo in «quella gente che sembra che tutta la giornata si stia rispecchiando nello specchio, per vedere l’ego. Il proprio ego ha una statura più alta del proprio corpo. Sono schiavi dell’ego. L’ego può diventare un aguzzino che tortura l’uomo ovunque sia e gli procura la più profonda oppressione, quella che si chiama ’peccato’, che non è banale violazione di un codice, ma fallimento dell’esistenza e condizione di schiavi». Ego, ha aggiunto papa Francesco p «voglio fare questo, questo, questo, e non m’importa se c’è un limite, se c’è un comandamento. E non mi importa neppure se c’è l’amore: questo è peccato».  Così si diventa schiavi di se stessi e dei propri vizi. Il Papa li elenca dicendo anche che l’anima degli invidiosi diventa gialla come la pelle di chi ha l’epatite e spiega che «non c’e’ tregua per il goloso e il lussurioso che devono vivere di piacere. La gola è l’ipocrisia della stomaco. Siamo schiavi di  un ipocrisia dello stomaco; l’ansia del possesso distrugge  l’avaro sempre in cerca di soldi; il fuoco dell’ira e il tarlo dell’invidia rovinano le relazioni; l’accidia che scansa ogni fatica rende incapaci di vivere. Il goloso, il lussurioso, l’avaro, l’iracondo, l’invidioso, l’accidioso, il superbo sono schiavi dei loro vizi, che li tiranneggiano e li tormentano».

Annachiara Valle

© www.famigliacristiana.it, mercoledì 12 settembre 2018