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Un Sud che si impegna ad “osare il coraggio della Speranza”

Intervento del dott. Enzo Purgatorio, Presidente Provinciale delle ACLI al Convegno di studi "Chiesa e Mezzogiorno: I cristiani per la solidarietà, la legalità, la sussidiarietà". Bari – Fiera del Levante, 18 settembre 2010

gente1.jpgCari amici convenuti, Padre Arcivescovo, signor Presidente della Fiera del Levante, Autorità

La Chiesa di Bari e Bitonto è quest’anno in Fiera per dare il proprio contributo alle tradizionali giornate per il Mezzogiorno, proponendo una riflessione nel cuore delle attività produttive meridionali, mediterranee, europee e del Levante, appunto.

Le Comunità Ecclesiali e le Aggregazioni Laicali della diocesi, impegnate a costruire l’appuntamento delle Settimane Sociali di Reggio Calabria del prossimo 14 – 17 ottobre e il Convegno Ecclesiale Regionale di San Giovanni Rotondo del 28 Aprile – 1 ° Maggio del 2011, hanno sviluppato articolati itinerari educativi, singolarmente e comunitariamente, e giungono quindi a questo appuntamento unitario, attorno al loro Pastore, con un cammino già svolto.

Gli incontri di reciproca conoscenza con i responsabili nazionali di alcune Associazioni organizzati dall’Ufficio Laicato e dalla Consulta Diocesana delle Aggregazioni Laicali negli scorsi mesi, i convegni di studio delle ACLI provinciali di Bari del gennaio del 2009 e del 2010, alcune esperienze educative parrocchiali testimoniano una rinnovata sensibilità ecclesiale del laicato diocesano sui complessi temi del rapporto tra Chiesa e Mondo attuale, nella nostra realtà locale.

E’ quindi, questo, un Convenire, non un semplice convegno. Un convenire diocesano, in vista di quello regionale, che si confronta con i problemi del Sud e dei Sud, a partire da una delle realtà più vive della società meridionale.

Un Convenire che è già di per sé una proposta e un metodo: ricucire le tante esperienze ecclesiali ed associative di un Sud lacerato, all’interno di un Paese strappato, che sembra aver perso la propria identità di popolo.

Potremmo dire, forse con una certa enfasi, che il Sud alza la testa e “osa il futuro”, come riportava il titolo del 22° Congresso Nazionale delle ACLI del 2004, e, ancor più precisamente, un Sud che si impegna ad “osare il coraggio della Speranza”, come invitano i Vescovi Italiani a fare, rivolgendosi a tutte le Chiese in Italia, nel loro Documento “Un Paese solidale. Chiesa italiana e Mezzogiorno” dello scorso febbraio.

Tale Documento indica la strada per reagire agli strappi, che da molte parti intendono dividere il Paese, con quella Carità e quella Speranza che vengono sintetizzate dal suo titolo: un Paese Solidale.

I Vescovi italiani rivolgono, quindi, uno sguardo amorevole per il Sud e per i Sud, per la società civile che vive tra le difficoltà strutturali e le enormi risorse non adeguatamente valorizzate, tra la disoccupazione e la diffusa precarietà del lavoro e le numerose eccellenze di piccole e medie aziende, tra i persistenti fenomeni di criminalità organizzata e ritardi e resistenze della pubblica amministrazione, tra povertà materiali e spirituali e accoglienza dei numerosi migranti che giungono sulle nostre coste, per poi proseguire i loro viaggi per la ricerca di lavoro o dei propri familiari in Europa.

Intendiamo oggi riprendere quella strada, per percorrerla nella nostra realtà locale, ma con un punto di vista preciso: la riflessione del Sud e sul Meridione serve al Paese per ripensare la propria identità a 150 anni dall’Unità d’Italia, e a 55 anni dalla scelta repubblicana e democratica, per “riprendere a crescere”, come indicano i nostri Vescovi.

Il documento preparatorio alla Settimana Sociale di Reggio Calabria, che indica proprio la ripresa della crescita del Paese come mèta dell’itinerario “civile”, entro cui le Comunità Ecclesiali si collocano, richiede un’Agenda “realistica” verso il Bene Comune, che è bene di tutti e di ciascuno. Tale Agenda indica 5 “problemi/sfide”, quali l’eccessivo debito pubblico e la crisi economica che scaricano sui lavoratori, sulle famiglie e sui giovani (e sui giovani meridionali in particolare) le loro contraddizioni più dolorose, la diffusione di ingiustizie che aumentano la divaricazione tra le varie parti geografiche e sociali della nostra Italia nella dimensione europea, lo sfilacciamento del senso della comunità e quindi l’impoverimento della dimensione dell’identità di popolo accogliente e solidale che ha caratterizzato la Storia degli italiani nelle fasi più alte della loro crescita, il progressivo invecchiamento della popolazione contrastato solo dai diffusi processi di natalità delle etnie immigrate e dal mantenimento dei vincoli familiari al Sud, la crisi dei sistemi di protezione e solidarietà sociale (dalla scuola alla sanità, dai servizi pubblici locali alle variegate forme di welfare locale) che acuiscono l’estendersi delle fasce di popolazione indifesa e sempre più povera.

A queste sfide, l’agenda risponde con 5 “parole”, che potremmo definire calde, che indicano altrettante azioni di sistema: intraprendere, educare, includere le nuove presenze, slegare la mobilità sociale, completare la transizione istituzionale con una più attiva partecipazione democratica.

Sono 5 emergenze che non hanno risposte univoche, ma comportano scelte “politiche” ben precise. Laddove, per politiche intendiamo quel servizio realistico al Bene Comune, quella forma esigente di carità (come la definiva Paolo VI), quella visione di futuro preparata attraverso azioni concrete nell’oggi, di cui da più parti si denuncia la mancanza nel nostro Paese.

L’appuntamento odierno serve proprio a discernere insieme la pratica coerente di alcuni “princìpi” prioritari che discendono dal Magistero Ecclesiale e dalla Dottrina Sociale della Chiesa a cui sono richiamati i Christifideles Laici del nostro Paese.

Solidarietà, Giustizia, Sussidiarietà sono i valori, i princìpi appunto, che richiamiamo nel titolo del Convegno e che hanno le loro concrete attuazioni, anche, ma non solo, politiche, nella solidarietà sociale e nei diritti di cittadinanza, nella cultura della legalità e nel senso delle Istituzioni, nella crescita integrata dei territori e nel federalismo solidale, così come richiamato dai nostri Vescovi.

Concrete attuazioni che hanno bisogno di un discernimento che parta dal Sud, anche dal Sud per il Paese, anche dal Sud per il Mediterraneo e per l’Europa.

Per condividere insieme questo discernimento abbiamo pensato che fossero necessari approfondimenti di natura storica, proprio perché la Storia ci permette di cogliere la direzione sino all’oggi, di natura ecclesiale, perché, come sottolinea il Cardinal Bagnasco, i cattolici sono tra i soci fondatori dello Stato democratico e, infine, di natura laicale, proprio perché ai laici è affidato il compito di “ordinare le cose temporali” nella prospettiva della costruzione del Regno e quindi in una visione del Paese che ne scandisca le tappe in coerenza con il cammino di crescita sin qui sviluppato e che a molti pare essersi interrotto e non si riprende certo solo con misurazioni quantitative di PIL.

Per questo comune discernimento abbiamo chiamato alla collaborazione gli illustri relatori, che ringrazio personalmente e anche a nome di tutte le altre Aggregazioni rappresentate nella Consulta Diocesana, e che offriranno il loro contributo autorevole da Laici.

Una indispensabile riflessione culturale, quindi, che però non rimane fine a se stessa.

Il meridionalismo, storicamente, ha visto l’incontro di protagonisti di culture e sensibilità diverse, da Salvemini a Sturzo, da Moro a Saraceno, da Tommaso Fiore a Vittore Fiore, per citarne solo alcuni.

La relazione del dottor Pennella ci aiuterà in questa ricostruzione storica, in spirito di verità, sottolineando il contributo dei meridionali, intellettuali come semplici lavoratori, credenti e non credenti, alla costruzione del Paese democratico e del Sud.

Il dottor Alici evidenzierà la carica profetica del contributo della Chiesa che è in Italia, attraverso la voce dei suoi Pastori, alla riflessione sulla realtà italiana e del Mezzogiorno in essa.

L’amico Olivero, consentitemi questa confidenza al Presidente Nazionale della mia Associazione, svilupperà le possibili strade e le principali emergenze a cui i laici credenti in Cristo sono chiamati a rispondere con la specificità della loro vocazione e della loro missione.

Gli stessi Vescovi, nel loro recente documento, evidenziano una missione attualissima per il Sud: “Il Mezzogiorno può divenire un laboratorio in cui esercitare un modo di pensare diverso”.

In questo decennio del XXI secolo, che è il decennio del Priorità Educativa della Chiesa Italiana,  potrebbe nascere a partire anche dalla nostra Diocesi un’esperienza “dal basso”, in cui le Aggregazioni laicali, le Comunità Ecclesiali e anche singoli laici, che ne sentano la vocazione, sperimentino l’educazione comunitaria all’impegno sociale e politico a partire dal loro territorio.

Un’educazione che “letteralmente” nasca dal di dentro e conduca coloro che si impegnano a cum-laborare, a lavorare insieme appunto; un’educazione finalizzata a costruire, nei quartieri e nei paesi della Città metropolitana e del territorio, non solo vocazioni individuali all’impegno sociale o nelle istituzioni locali, ma anche proposte concrete di Bene Comune delle varie realtà, nella dimensione di una reciproca integrazione.

Potrebbe nascere, quindi, un laboratorio nel quale mettere in comune le diverse “cassette degli attrezzi” delle varie realtà laicali, i “tesori” di cui ogni gruppo e ogni singolo è portatore; un laboratorio “popolare” che parta dalla lettura dei segni di tempi  e sappia farsi testimonianza concreta dell’amore condiviso e disinteressato dei cristiani per i fratelli, a partire dai più deboli di ciascuna realtà.  

Un laboratorio educativo, quindi, in cui si incontrino le dimensioni del pensare e del fare, del locale e del globale, del culturale e del sociale e consenta di promuovere quella nuova generazione di laici cattolici, di cui da più parti si invoca il protagonismo, che assuma la responsabilità di collaborare alla crescita del Paese, anche nella dimensione politica ed istituzionale, oltrecchè in quelle dell’economia, del sociale e della cultura.

Un laboratorio plurale in cui quella nuova generazione, al di là del dato anagrafico, si appassioni al futuro del Paese, sappia amare gli italiani, vecchi e nuovi, testimoni laicamente il Vangelo e i suoi valori, costruisca, insieme ad altri, concrete esperienze di Bene Comune.

Un laboratorio laico, capace di autonomia e fraternità, in cui esercitare un modo diverso di pensare, ma anche di agire, a partire dai bisogni dei cittadini, ma con una visione profetica del Paese e del suo ruolo in Europa, nel Mediterraneo e nella comunità internazionale.

Un laboratorio rivolto a tutti, quindi, ma in particolare ai giovani, perché sono loro in primo luogo chiamati a scoprire il tesoro del contributo che i cattolici hanno offerto a questa nostra Italia.

Il laboratorio non è che una proposta, se ne possono pensare altre. In tutti i casi, non partiamo da zero. Ma è una proposta che raccoglie l’invito dei nostri Pastori e la coniuga con la nostra esperienza locale.

Infatti, come evidenzia il Documento dei Vescovi,  i cristiani al Sud sono “Fedeli alla loro identità, costituiscono anche un prezioso tessuto connettivo nel territorio, un centro nevralgico di progettualità culturale, una scuola di passione e di dedizione civile.

Questo è il rinnovamento sociale cristiano”, afferma il Documento. E più avanti: “È questo il primo, insostituibile apporto che le Chiese nel Sud hanno da offrire alla società civile: le risorse spirituali, morali e culturali che germogliano da un rinnovato annuncio del Vangelo e dall’esperienza cristiana, dalla presenza capillare nel territorio delle parrocchie, delle comunità religiose, delle aggregazioni laicali e specialmente dell’Azione Cattolica, delle istituzioni educative e di carità, fanno vedere e toccare l’amore di Dio e la maternità della Chiesa, popolo che cammina nella storia e punto di riferimento per la gente, di cui condivide giorno dopo giorno le fatiche e le speranze.”

I nostri Pastori sottolineano che “Le comunità ecclesiali devono avvertire l’urgenza di testimoniare questa attesa di novità per una speranza che guardi con fiducia al futuro. A esse, a cominciare dal tessuto delle parrocchie, è affidata la missione di curare la qualità della vita spirituale e dell’azione pastorale”.

E, infine, ribadiscono i Vescovi italiani, la Chiesa “nutrendo la virtù della Speranza, da sempre coltiva la consapevolezza che il cambiamento è possibile e che, perciò, anche la storia può e deve convertirsi e progredire.”

L’augurio che possiamo farci è che il contributo dei nostri autorevoli relatori e dei lavori del Convegno odierno possano nutrire questa Speranza ed entrare come prolifico seme nella Storia del Popolo di Dio in cammino nella nostra realtà diocesana e, perché no, anche nella storia degli appuntamenti della Fiera del Levante.

 

dott. Enzo Purgatorio

Presidente Provinciale ACLI

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