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Vaticano. Il Papa: droga, i governi combattano i trafficanti di morte

Francesco ha ricevuto in udienza i partecipanti alla conferenza internazionale "Droga e Dipendenze"

Per contrastare droga e dipendenze «non servono politiche isolate», avverte papa Francesco: «È un problema umano, un problema sociale – aggiunge –. Tutto deve essere collegato». Non è la prima volta che Francesco interviene con forza a proposito di questa che, secondo la sua definizione, è «una ferita nella nostra società». È tornato a farlo con convinzione questa mattina, durante l’udienza concessa in Sala Clementina ai partecipanti della conferenza internazionale organizzata in questi giorni dal Dicastero vaticano per lo Sviluppo umano integrale.

Un’occasione di studio e di confronto che, come ha ricordato il prefetto dello stesso Dicastero, il cardinale Peter Turkson, fa seguito all’analoga iniziativa promossa nel 2016 dalla Pontificia Accademia delle Scienze. Oggi come allora, ha sottolineato il cardinale, occorre denunciare il «pericolo delle dipendenze che compromettono gravemente l’uso della facoltà umana di libertà, e impediscono lo sviluppo della totalità della persona, in ogni sua dimensione, nonché la promozione di ogni uomo e di tutto l’uomo».

La prospettiva è quella di un umanesimo che, ribadisce papa Francesco, ha come suo fondamento il “Vangelo della Misericordia”, così da intervenire con efficacia in «un clima culturale secolarizzato, segnato dal capitalismo di consumo, dall’autosufficienza, dalla perdita dei valori, dal vuoto esistenziale, dalla precarietà dei legami e delle relazioni».

Particolarmente severe le parole riservate ai «trafficanti di morte»: «Non si deve avere paura a usare queste qualifiche», ha insistito Francesco, invitando una volta di più ad attuare politiche coordinate e di vasto respiro, al centro delle quali si deve sempre trovare la dignità della persona umana.

Alessandro Zaccuri

© Avvenire, sabato 1 dicembre 2018

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