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“Dammi da bere” (Gv 4,7)

Settimana di Preghiera per l’Unità dei Cristiani, 18-25 gennaio 2015

Il tema teologico-pastorale offerto alla riflessione “orante” per la prossima Settimana di preghiera per l’unità di tutti i cristiani ed, in particolar modo, di noi fedeli dell’Arcidiocesi “ecumenica” di Bari–Bitonto, è di sorprendente attualità: Dammi da bere (Gv 4,7). Ricorderemo infatti come l’anno liturgico 2013-2014, appena trascorso, ha visto le nostre parrocchie impegnate a vivere l’esperienza meravigliosa dell’incontro della samaritana con Cristo, seguendo  la traccia pastorale diocesana, preparata e presentata da Padre Arcivescovo (“Verso le periferie della storia” Pentecoste accendere il fuoco della speranza). L’acqua, che Cristo chiede da bere alla samaritana è la fede adorante in Dio, Uno e Trino: “Ma credimi, donna: viene il momento in cui l’adorazione di Dio non sarà più legata a questo monte o a Gerusalemme; viene un’ora, anzi è già venuta, in cui gli uomini adoreranno il Padre, guidati dallo Spirito e dalla Verità di Dio. Dio è Spirito. Chi lo adora deve lasciarsi guidare dallo Spirito e dalla Verità di Dio” (Gv 4,22-24).  Per una causa di prima grandezza, quale l’unità visibile di tutti i credenti in Cristo, il Principe della Pace ha sete della fede trinitaria, cercando veri adoratori di Dio nella testimonianza. Vorrei solo segnalare alcune implicazioni della fede trinitaria che mi paiono importanti per il lavoro pastorale nelle parrocchie. Oltre che la crescita socio-politica della Nuova Europa.

A La dimensione trinitaria della riconciliazione.

  1. Nella comunione Trinitaria del Padre, del Figlio e dello Spirito Santo, la vita cristiana trova la sua sorgente e il suo modello per una vera comunità convocata nell’amore e nell’uguaglianza delle Divine Persone.
  2. La richiesta di rendere visibile e operante la comunione trinitaria nell’assemblea cristiana non risponde ad una arbitraria percezione ma alla volontà stessa di Cristo il quale ha pregato il Padre suo perché i suoi discepoli prima, e tutti coloro che avrebbero creduto alla predicazione apostolica nel decorrere dei secoli poi, fossero una sola cosa come Egli e il Padre erano una cosa sola (Cfr Gv 17). La comunione trinitaria dei cristiani, l’ultima volontà e il testamento di nostro Signore Gesù Cristo.
  3. Per questa comunione Trinitaria non è concepibile né ammissibile in concreto alcuna forma o espressione di  subordinazione o sottomissione.
  4. Di conseguenza, la formazione e l’immagine dell’unico Popolo di Dio vanno elaborate sul criterio unico di “uguaglianza e diversità”, criterio che va ovunque e sempre non solo rispettato ma attuato.
  5. In contrasto con ogni forma di discriminazione, tutti gli esseri umani, uomini e donne, visti e considerati sia singolarmente che comunitariamente, fanno parte dell’unica famiglia umana, caratterizzata dalla diversità di razze, di culture e di religioni.

I principi “trinitari” dalla formazione e della realizzazione dell’unica famiglia dei validamente battezzati, in qualsiasi chiesa o comunità cristiana essi appartengano possono essere applicati, come utili suggerimenti ecclesiologici, per gli itinerari di catechesi e formazione ecumenica nelle singole chiese ed, in particolare, nelle nostre comunità parrocchiali.

B Per una catechesi ecumenica.

1       La formula unificante e edificante della fede Trinitaria fu espressa nel Credo Niceno- Costantinopolitano, il quale deve essere accolto da tutte le chiese cristiane e recitato non solo durante gli incontri di preghiera ecumenica ma anche nelle celebrazioni liturgiche ordinarie di ogni chiesa. E’ ciò che ha dichiarato e ribadito la IV Sessione plenaria della Commissione Mista per il Dialogo Teologico Ufficiale fra la Chiesa Cattolica e le Chiese Ortodosse (Cfr. Documento di Bari. Cassano Murge, 29 Maggio/7 Giugno 1986 e 9/16 Giugno 1987). È quanto è stato creduto e proclamato da tutte le chiese europee  durante la Seconda Assemblea Ecumenica di Graz (1997), e sottoscritto nella Charta Oecumenica voluta dalla Conferenza delle Chiese Europee (KEK) e dal Consiglio delle Conferenze Episcopali di Europa per la crescita della collaborazione tra le Chiese di Europa (Strasburgo 2001).

2       La fede trinitaria è stata poi il contesto e il fondamento dei numerosi Simposi teologici promossi dall’Istituto di Teologia Ecumenico-patristica Greco-bizantina che hanno realizzato una profonda intesa e armonia dottrinale fra la Chiesa Ortodossa Greca e la Chiesa Cattolica in Puglia. In questi dialoghi si è sempre sottolineata la importanza, la efficacia e la insostituibilità del dialogo-vita.

La fede nel Dio-Comunione anima un modo di essere cristiani all’interno e all’esterno della comunità: il dialogo nella Chiesa e della Chiesa con tutti gli uomini. Icona umana e visibile della Trinità, il dialogo non può essere concepito come una strategia o come una scelta metodologica che lo rendono apparente, fittizio, di facciata, cioè burocratico ed esterno. Oggi più che mai. In un’epoca di rapida tecnologia della comunicazione, la Chiesa propone e vive il dialogo come stile di vita fraterna animata da un sincero amore, dono esclusivo del Dio, Uno e Trino. Tale stile risponde a due esigenze: alla presa di coscienza circa la centralità nelle relazioni umane dei valori imperscrittibili della persona umana e al pluralismo culturale e religioso. Nella primitiva comunità cristiana si è testimoniato il dialogo-modo del vivere cristiano con l’essere “un cuor solo ed un’anima sola”: La comunità di coloro che avevano creduto era di un sol cuore e di un solo pensiero; né vi era alcuno che dicesse sua una cosa che possedesse, ma tutto era in comune tra loro (At 4,32). Il fondamento della comunione si collocava nell’essere perseveranti all’insegnamento degli apostoli, vivevano insieme fraternamente, spezzavano  insieme il pane e pregavano insieme (At 2,42).

Il presente testo, voluto e preparato dal Centro ecumenico della Basilica di S. Nicola in Bari “S. Manna”, e dal Segretariato Diocesano per l’ecumenismo e il dialogo interreligioso potrà essere un utile sussidio non solo per le celebrazioni liturgiche quotidiane, previste dall’Ottavario di preghiera per l’unità dei cristiani, ma anche per una catechesi formativa al dialogo.

sac. Angelo Romita

Segretariato Diocesano per l’ecumenismo e il dialogo interreligioso