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«È la verità il faro dell’era digitale»

Pubblicato ieri il tema scelto dal Papa per la 45ª Giornata mondiale delle comunicazioni sociali. «Un richiamo a mettere sempre la persona al centro»

papa2.jpgBenedetto XVI l’aveva già sot­tolineato nell’enciclica «Ca­ritas in veritate», nel mes­saggio per la Giornata mondiale del­le comunicazioni sociali del 2010 e nel discorso tenuto il 24 aprile scor­so davanti agli ottomila del conve­gno «Testimoni digitali»: la digitaliz­zazione non riguarda più solo sin­goli mezzi, i nuovi media o le tecno­logie avanzate ma tutte le dimen­sioni del nostro vivere odierno. Con­statazione alla quale il Papa affian­cava l’invito a offrire «i segni neces­sari per riconoscere il Signore» in questo «tempo digitale». E proprio dalla consapevolezza della totale im­mersione della nostra vita nei mec­canismi legati alla digitalizzazione attinge il tema della 45ª Giornata mondiale della comunicazioni so­ciali, che verrà celebrata domenica 5 giugno 2011: «Verità, annuncio e autenticità di vita nell’era digitale».

L’annuncio è stato dato ieri dalla Sa­la stampa vaticana, che fornisce an­che una chiave di letture del tema scelto dal Papa per la Giornata mon­diale delle comunicazioni sociali 2011. Esso, si legge nel comunicato vaticano, «si caratterizza per porre al centro di tutti i processi della comu­nicazione, la persona umana. Anche in un tempo così largamente domi­nato – e, spesso, condizionato – dal­le nuove tecnologie, resta fonda­mentale il valore della testimonian­za personale: accostarsi alla verità e assumersi l’impegno dell’annuncio richiede, per chi opera nel mondo dell’informazione e particolarmen­te per i giornalisti cattolici, la 'ga­ranzia' di un’autenticità di vita che non può venir meno neppure nel­l’era digitale». Parole che fanno eco a quelle pronunciate dal Papa al con­vegno «Testimoni di gitali»: «Più che per le risorse tecniche, pur necessa­rie, vogliamo qualificarci abitando anche questo universo con un cuo­re credente, che contribuisca a dare un’anima all’ininterrotto flusso co­municativo della rete», disse in quel­l’occasione Ratzinger.

D’altra parte, aggiunge il comunica­to pubblicato ieri, «non sono gli stru­menti a poter modificare o ad ac­crescere il livello di credibilità dei sin­goli operatori: né possono mutare i valori di riferimento rispetto a una comunicazione che continua a var­care le soglie di sempre nuovi tra­guardi tecnologici. La verità – nota ancora la Sala stampa vaticana – re­sta l’immutabile faro d’approdo an­che per i new-media e, anzi, l’era di­gitale, allargando i confini del­l’informazione e della conoscenza, può rendere idealmente più vicino ciò che rappresenta il più importan­te degli obiettivi per chiunque ope­ri nel mondo dei media». La verità, quindi, è la priorità per gli operato­ri delle comunicazioni ma non va confusa con la semplice «oggettività» dell’informazione: in senso cristiano, infatti, la verità ha il suo cuore nel principio dell’incarnazione, nel Dio che incontra gli uomini e con essi parla «come ad amici». Per questo, ri­corda Benedetto XVI nell’enciclica «Caritas in veritate», i media posso­no diventare fattori di umanizzazio­ne «non solo quando, grazie allo svi­luppo tecnologico, offrono maggio­ri possibilità di comunicazione e di informazione, ma soprattutto quan­do sono organizzati e orientati alla luce di un’immagine della persona e del bene comune che ne rispetti le valenze universali». Ancora una vol­ta, quindi, la sfida non è solo tecni­ca ma antropologica e culturale.

Saranno questi, quindi, i «binari» sui quali correrà il messaggio per la 45ª Giornata mondiale delle comunica­zioni sociali, che verrà pubblicato, come ogni anno, il prossimo 24 gen­naio, ricorrenza di san Francesco di Sales, patrono dei giornalisti.

Matteo Liut

© Avvenire, 30 settembre 2010

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