Appello alla partecipazione responsabile
I sentimenti di delusione, confusione e incertezza, indifferenza e smarrimento, persino rabbia e disgusto, sembrano prevalere in questi giorni pre-elettorali, spegnendo la speranza di futuro e alimentando il partito del non voto.
Non è nostro intento analizzare qui le cause, le responsabilità tradite e le contingenze storiche che hanno alimentato questi sentimenti, ma tenendo presenti tutti questi elementi, a mente lucida, ribadiamo che il futuro non si costruisce da solo, ha bisogno di mani, di menti e di cuori che hanno il coraggio della partecipazione…
Contro la tentazione dell’astensionismo noi ricordiamo che cedere la responsabilità è cedere la libertà. Anche se abbiamo assistito a una campagna elettorale gridata ma, a nostro parere, vuota di contenuti seri (scomparsi i temi della pace, delle politiche internazionali, dell’agricoltura, delle politiche sociali, della legalità, della questione demografica…) e piena di promesse demagogico-elettorali, noi continuiamo a credere nella democrazia come valore da coltivare, formare e promuovere.
L’ASTENSIONISMO È INSOSTENIBILE, perché le assenze sono sempre riempite da chi le assenze le confeziona e le costruisce ad arte, e si pagano caramente (vedi le seduzioni del leader forte o della delega in bianco).
Non vogliamo offrirvi indicazioni per il voto perché come cristiani “non a destra, non a sinistra, non al centro, ma in alto” (editoriale di Adesso, I/3) noi vogliamo stare, lì dove per alto noi indichiamo la persona umana, ogni persona umana, con la sua dignità e con il suo valore, unico criterio valutativo della bontà delle scelte politiche da attuare.
Don Primo Mazzolari ricordava: “Non dico che siano sbagliate le strade che partono da destra, sinistra e centro: dico solo che non conducono, perché sono state cancellate come strade e scambiate come punti di arrivo e di possesso” (Ivi, I/3), per questo bisogna tornare a considerare la persona umana e la sue relazioni con gli altri e con il mondo come il criterio alto per conservare la vita proiettandola verso il futuro.
Alla domanda di concretezza e urgenza si risponde solo con la partecipazione responsabile, ora nel voto e dopo nell’accompagnamento, controllo, e verifica di chi sarà eletto.
Non serve giudicare il presente solo con i “mal di pancia” immediati, serve invece la fatica del rileggere la storia vissuta, non perdendo la memoria, e serve guardare avanti, pensando a visioni progettuali concrete, sostenibili, integrate e condivise.
E’ finito il tempo di fare da spettatori sotto il pretesto che sia sufficiente essere onesti cittadini; troppi hanno “le mani pulite, perché in tasca” (don Milani, A che serve avere le mani pulite se poi si tengono in tasca), perché non hanno ancora dato niente alla nostra casa comune.
Buona Giornata di Elezioni a tutti!
Altamura, 22 febbraio 2018
+ Giovanni Ricchiuti,
Arcivescovo
Don Mimmo Natale,
Direttore Ufficio Diocesano per i problemi sociali e il lavoro
I partecipanti,
all’Itinerario Formativo “Comunità ecclesiale e Territorio”