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Bagnasco: l'Eucaristia sorgente di carità

Intervista all'arcivescovo di Genova e presidente della Cei, che presenta il Congresso eucaristico nazionale. Stasera alle 20.30 l'apertura con la Messa in piazza Matteotti, seguita dall'adorazione

Il cardinale Angelo Bagnasco, arcivescovo di Genova e presidente della Cei (Lapresse)

C'è bisogno di luce. E la Chiesa italiana va a Genova, la città della Lanterna, racchiusa nel logo del Congresso eucaristico nazionale con il mare e la croce. «Una luce – sottolinea l’arcivescovo di Genova e presidente della Cei, il cardinale Angelo Bagnasco – capace di illuminare ciò che sta nel più profondo del cuore dell’uomo, di ogni uomo: il desiderio di camminare insieme e, insieme, costruire una società più umana e vivibile».

Il Congresso eucaristico, al via oggi, si celebra mentre l’Anno Santo della misericordia volge al termine. Quale legame c’è tra Eucaristia e misericordia?
Il Congresso per noi è il vertice, il culmine dell’Anno Santo. Papa Francesco nel suo motu proprio ricorda che Gesù rivela il volto misericordioso di Dio Padre. Ebbene, l’Eucaristia è il sacramento della presenza reale di Gesù, il volto sacramentale della misericordia stessa, un volto che è sempre con noi, nella vita della Chiesa, e si dona al nostro sguardo. Ogni volta che celebriamo il mistero eucaristico, lo vediamo, lo tocchiamo e ce ne nutriamo.

Il Congresso è fatto soprattutto di silenzio, preghiera, celebrazione, perdono… Qual è il suo cuore?
I momenti importanti sono molti ma uno ha un significato particolare: l’adorazione solenne al Porto Antico. Il porto è il cuore di Genova. Anche adesso, nonostante le difficoltà del lavoro sul mare e nelle strutture portuali. Ha bisogno di crescere ma resta il nostro cuore.

Quale messaggio intende dare il Congresso alla comunità ecclesiale italiana?
Uno su tutti: ravvivare la centralità del mistero eucaristico come (sono parole del Concilio) fonte e culmine della vita cristiana. È l’Eucaristia ritrovata, celebrata e adorata. L’Eucaristia cuore pulsante della vita cristiana e dell’intera vita della Chiesa. E sorgente della missione. Non sottolineeremo mai abbastanza quanto l’Eucaristia sia la sorgente della grazia, della vita nuova. Inutile negarlo: c’è un diffuso volontarismo, come se ci potessimo salvare con le nostre sole mani, noi unici e assoluti protagonisti del bene, quasi in uno sforzo titanico di autoredenzione. In realtà noi siamo i collaboratori del vero grande Protagonista, che è Cristo.

Il Congresso eucaristico si celebra a quasi un anno dal Convegno ecclesiale di Firenze. In quale modo ne raccoglie l’impronta?
Un primo segno concreto è nell’organizzazione, nelle dieci catechesi tenute da dieci vescovi, tutte sull’esortazione apostolica Evangelii gaudium alla luce dei cinque verbi di Firenze: uscire, abitare, educare, annunciare e trasfigurare.

Papa Francesco, fin dal primo minuto del suo pontificato, ha invitato a essere “Chiesa in uscita”. Celebrare l’Eucaristia e uscire, dov’è il nesso?
È in quell’ite missa est che chiude la celebrazione. “Andate”. L’Eucaristia, conclusa nella dimensione liturgica, prosegue nella dimensione missionaria. “Andate”, ossia annunciate la gioia dell’incontro con Cristo, avvenuto nel pane della Parola e dell’Eucaristia, che ogni comunità cristiana ha appena vissuto.

Sempre a Firenze, Francesco ha invitato a tenere la rotta ben salda, puntata sull’Evangelii gaudium. Qual è il bilancio un anno dopo?
Di sicuro la Chiesa italiana non si è fatta trovare impreparata. Ben prima del Convegno ecclesiale, in ogni diocesi l’esortazione apostolica era stata letta e approfondita. Da Firenze in poi si è trattato di intensificare un percorso già avviato. Soprattutto, da subito abbiamo cercato di legare l’esortazione apostolica al tema del decennio, l’educazione. Cosa non difficile: il contenuto primo dell’educazione è l’umanesimo, il quale a sua volta ha un fondamento che il Papa stesso ci ha ricordato in Santa Maria del Fiore: o guardiamo a Cristo, al suo Volto, o non potremo comprendere nulla dell’umanesimo. Questo è il fondamento antropologico.

Lei sottolinea i tre luoghi fondamentali dell’educazione: famiglia, scuola e “cattedra dei poveri”…
Sì. Soprattutto, credo che dovremmo far meglio emergere la dimensione educativa del servizio. È un fare che comporta un essere e un pensare.

Tra i gesti concreti, c’è la colletta per i terremotati di domenica prossima.
Un atto strettamente legato all’Eucaristia, sorgente di carità e missione. Domenica ricorderemo i fratelli colpiti dal terremoto con la preghiera e con la colletta, due dimensioni dello stesso affetto.

Questo sarà un Congresso eucaristico “breve”. Perché?
È vero. Per la prima volta è una “settimana” di tre giorni appena. Ma i ritmi sono cambiati, la vita quotidiana con i suoi impegni è cambiata, è ciò ha indotto noi vescovi a concentrare il programma. L’altra novità sono le opere di misericordia. Nell’Anno Santo, volevamo rendere esplicito che l’Eucaristia è sorgente non solo della missione, ma anche della carità. Così abbiamo individuato 35 realtà diocesane in cui sono vissute tutte e 14 le opere spirituali e corporali, i nostri “luoghi della misericordia”, dove domattina i delegati, in piccoli gruppi, si recheranno per incontri di preghiera, fraternità e conoscenza, condividendo se possibile il pranzo. Un’ulteriore opera-segno sarà quella lasciata in dono a Genova: due centri per i senza fissa dimora, dove una quarantina di ospiti troveranno cena, riposo e prima colazione.

Il Congresso eucaristico è un fatto privato dei fedeli cattolici o lancia un messaggio a tutti e intende coinvolgere tutti, nessuno escluso?
C’è un modo di vivere che tutti desideriamo, tutti, nessuno escluso: è bello e possibile camminare insieme, e insieme costruire una società più umana e vivibile. Il fulcro per noi cristiani è Gesù Cristo, ed è un annuncio che non possiamo nascondere. Ma il desiderio che sta nel più profondo del cuore di ogni uomo è lo stesso, ne sono certo.

Umberto Folena

© Avvenire, 5 settembre 2016

Vedi il programma del Congresso

 

La Messa con il cardinale primo atto. Anche su Tv2000

 

Sarà la Messa presieduta dal cardinale Angelo Bagnasco, arcivescovo di Genova e inviato speciale del Papa, ad aprire ufficialmente questa sera alle 20.30 in piazza Matteotti a Genova, il Congresso eucaristico nazionale. Al termine della celebrazione è prevista la processione con il Santissimo Sacramento fino alla Cattedrale di San Lorenzo. Nella piazza antistante la Cattedrale è prevista la benedizione eucaristica. Per permettere di assistere alla Messa nella piazza saranno predisposti anche due maxi schermi. La celebrazione eucaristica e la successiva processione saranno seguiti in diretta anche da Tv2000 (canale 28 del digitale terrestre). Sempre nella giornata di oggi è prevista anche l’adorazione eucaristica nella chiesa di San Matteo a partire delle 23 di stasera e fino alle 8 di domani mattina. Saranno le aggregazioni laicali ad animare per l’intera nottata questo momento di adorazione. Intense saranno le giornate successive, che saranno sempre aperte dalla celebrazione della Messa. In quella che sarà celebrata domani alle 9 in Cattedrale dal vescovo emerito di Tortona Martino Canessa, verrà conferito il mandato per il servizio in alcuni luoghi dove quotidianamente si compiono opere di misericordia spirituale o corporale. Nel pomeriggio di domani previste anche le celebrazioni penitenziali in alcune chiese del capoluogo ligure. A partire dalle 21 nella chiesa di San Matteo si potrà partecipare all’adorazione eucaristica che proseguirà per tutta la notte, fino alle 8 di sabato mattina. Ad animarla saranno i religiosi dell’arcidiocesi genovese. Nella giornata di sabato, al pomeriggio, sono previste anche diverse catechesi affidate in gran parte ai vescovi della Conferenza episcopale ligure. Seguirà l’adorazione eucaristica al Porto Antico alle 16.45 e la processione alle 18. Anche nella notte tra sabato e domenica sarà possibile l’adorazione eucaristica nella chiesa di San Matteo. Domenica la Messa conclusiva in piazzale Kennedy alle 10.30.

© Avvenire, 15 settembre 2016

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