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Così buttiamo 8,7 miliardi di euro nel cassonetto

Il rapporto 2013 Waste Watcher di Last Minute Market dice che gli italiani sprecano ancora molto: ogni famiglia butta nella pattumiera 7 euro alla settimana. Ma, forse anche grazie alla crisi, è cresciuta di molto la sensibilità ambientale.

Gli italiani sprecano ancora molto cibo, pari a 8,7 miliardi di euro l’anno, ma è, però, aumentata la sensibilità ambientale: il 72% dei nostri connazionali  ritiene che lo sviluppo economico e l’occupazione debbano passare per la tutela dell’ambiente. Nel 2007  erano solo il 57%.

Il “rapporto Waste Watcher 2013” di Last Minute Market e Swg sullo spreco alimentare domestico presenta risultati in chiaroscuro, ma evidenzia, anche a causa della crisi, una maggior preoccupazione degli italiani rispetto al fenomeno e una maggior richiesta di informazioni sul modo di evitarlo.

Waste Watcher, l’osservatorio nazionale creato da Last Minute Market, creato da Andrea Segrè, preside di Agraria all’università di Bologna, attesta che lo spreco alimentare settimanale per famiglia è di circa 213 grammi di cibo, per un costo di 7,06 €. Fra gli alimenti  “freschi” o non cotti  gettati tra i rifiuti primeggiano  frutta (51,2%), e verdura (41,2%), formaggi (30,3%) e pane fresco (27,8%). Coi cibi cotti si è molto  meno spreconi: la più “buttata” è la pasta (9,1%), seguita dai cibi pronti (7,9%) e dai precotti (7,7%). Un rapporto “velenoso” che lega carrello della spesa, frigorifero e pattumiera, difficile da indagare e ancor più difficile da convertire in virtuoso.

Al contempo, però, la ricerca, basata su un panel di 2000 interviste,  afferma  che il 90% degli italiani considera molto o abbastanza grave lo spreco alimentare e il 78% si dichiara preoccupato da questo problema e chiede maggiori informazioni in merito.

Quali sono le principali cause di spreco: ebbene, si butta via il cibo anzitutto perché “ha fatto la muffa” (lo dichiara il 39% degli intervistati), perché “è scaduto” (32,3%), “è andato a male fuori del frigo nel caso di frutta e  verdura” (26,7%), o ancora perché “l’odore o il sapore  non sembravano buoni” (25,6%). In misura assai minore si getta in pattumiera il cibo per “averne cucinato troppo (13,3%) e “aver calcolato male gli acquisti” (13,1%).

In base alle cause dello spreco, il questionario ha individuato  9 tipologie di  “spreco-tipi”. La più numerosa è quella “meno sprecona”, definita dai curatori della ricerca come quella dei “sensoriali che gettano solo se costretti (35%)  che butta solo  4,81€ settimanali per famiglia. Si tratta di italiani che ritengono che “la quantità di cibo che si butta rappresenti per il pianeta un problema molto grave”. La seconda categoria  per numero  è quella del “cliente della spesa grande, ma tifoso del fresh” (15,22%) che consuma circa nella media italiana. Emergono anche altri dati: più elevata è la spesa alimentare e più alto è lo spreco. Direttamente proporzionale allo spreco è anche lo stato di benessere o la quota d’acquisto di cibo pronto, consumato al bar o in ristorante.Più elevata è la partecipazione a modalità attive e moderne di vita sociale, maggiore è il rischio di generare spreco. Rispetto all’età, più s’invecchia e meno si spreca.  L’ 8,9% di italiani, infine, identificati dall’indagine come gli “accumulatori ossessivi”, quelli che vanno in paranoia se il frigo non è pieno,  getta nel cassonetto oltre 12 euro alla settimana.  
Info: www.wastewatcher.it www.lastminutemarket.it

Alberto Laggia

© Famiglia Cristiana, 16 ottobre 2013

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