Dal Sinodo dei giovani alla Gmg di Panama: Costruire ponti nel nome di Gesù
Un legame forte, in Cristo, nato durante il Sinodo dei giovani di ottobre scorso. E’ questo che unisce Gioele, Margherita e Yithzak permettendogli di condividere, anche se non saranno fisicamente insieme, uno degli eventi più seguiti al mondo. Gioele e Margherita non andranno nella città dello stretto, dove Yithzak sta lavorando come operatore della Pastorale Giovanile della Conferenza Episcopale locale, ma hanno nel cuore la speranza e la certezza che la Gmg scuoterà ciascuno, perché come ha detto Papa Francesco: “Una fede che non ci mette in crisi è una fede in crisi”.
Gioele secondo la tua esperienza che legame c’è tra il Sinodo dei Giovani e la Gmg?
Sinodo e Gmg sono sicuramente legati. Nella Gmg si vive la stessa universalità della Chiesa che abbiamo avuto la grazia di sperimentare durante il Sinodo. Giovani di tutto il mondo si ritroveranno a Panama attratti da qualcosa di più grande, che ci unisce tutti e trascende le nostre esistenze. Alla Gmg, come al Sinodo, si fa esperienza di Cristo che parla al suo popolo nell’incontro di tante diversità e culture, di tante lingue e tanti volti. Questo è anche il ricordo più forte delle Gmg a cui ho partecipato: che siamo famiglia umana e che il Signore ci unisce, come fratelli inviati nel mondo a portare la buona notizia della morte e resurrezione di Gesù. Non come un tesoro da custodire tra pochi eletti, ma come un regalo da far conoscere a tutti i giovani, a tutte le donne e gli uomini del mondo.
Il Papa nel videomessaggio per la GMG parla “della forza dei giovani che può cambiare il mondo”…
Papa Francesco ha tanta fiducia in noi giovani. Al Sinodo ci ripeté un consiglio che aveva già dato ai giovani argentini durante l’incontro a Rio 2013: «Fate chiasso». Possiamo cambiare il mondo se non abbiamo paura di buttarci, di dire le cose che ci stanno a cuore, e se troveremo adulti attenti e saggi che dentro il nostro modo di esprimerci magari un po’ caotico sapranno aiutarci a leggere ciò che veramente è importante. Non ci sono ricette: ognuno di noi può cambiare un po’ il “suo” mondo. Per farlo dobbiamo volere bene a noi stessi, accettarci con i nostri limiti e le nostre fragilità e riconoscere i talenti che abbiamo. E poi metterli a disposizione degli altri, nel luogo di lavoro o di studio, nella città, nella comunità ecclesiale: così, poco alla volta e ognuno col suo contributo, credo che si possa cambiare il mondo!
Margherita come si cambia il mondo?
È importante insegnare ai giovani a seguire i sogni e a contrastare le ingiustizie. È importante dire ai giivani che è possibile cambiare il "si è sempre fatto così".
Gli adulti hanno il compito di non tarpare le ali dei giovani e accompagnarli nei loro desideri e nei loro sogni.
I giovani devono avere Speranza per un mondo migliore da subito, senza dover aspettare che qualcun altro lo sistemi ma devono per questo essere riconosciuti e avere spazio!
Quale testimone consegni ai ragazzi della GMG?
Il testimone che consegno è quello di essere giovani, di portare la freschezza e anche l'incoscienza della gioventù, la speranza che il mondo si possa migliorare e che è possibile pretendere e lavorare per raggiugere i propri sogni; vorrei che i giovani cattolici si facessero portavoce di quella bellezza che risiede nell'amore che hanno sperimentato e che li spinge ad andare avanti ance quando tutto sembra perduto.
Yithzak un evento come la Gmg che impatto avrà sui giovani del tuo Paese?
Credo che non solo i giovani, ma anche l'intera società panamense amplierà lo sguardo sulla realtà. Potremo vedere che c'è un mondo più aperto e che si può essere cristiani in modi diversi: abbiamo i nostri modi di professare la nostra fede, ma possiamo imparare molto. Penso a chi non può vivere la fede perché perseguitato, noi invece siamo liberi... Credo che impareremo ad aprirci spiritualmente e a relazionarci con i cristiani di tutto il mondo.
Come si può incidere nella società, nella storia?
Noi continuiamo ad essere protagonisti del cambiamento, protagonisti delle nostre storie. La Chiesa ha voluto ascoltarci attraverso il Sinodo e sta cercando un modo per avvicinarsi a noi pastoralmente. Andiamo avanti e per questo possiamo contare sulla Vergine Maria, che ci accompagna sempre.
Massimiliano Menichetti e Sofia Lobos - Città del Vaticano
© www.vaticannews.va, giovedì 17 gennaio 2019