Arcivescovo

S.E. Giuseppe

Satriano

IN AGENDA

É Quaresima

È iniziata la Quaresima, un cammino di quaranta giorni che porterà alla Pasqua. La Quaresima è tempo di salvezza. Essa non è fatta da mano d’uomo; ci è preparata da Dio e sgorga, come acqua di salvezza, dal costato squarciato e glorioso del Crocifisso. Tutto infatti - voi lo sapete - ci viene dalla croce di Cristo, trono di gloria e di vittoria: essa abbraccia la storia intera e i singoli uomini.

La grazia della Pasqua ci raggiunge e ci porta fin dal primo passo della Quaresima: non ci muoveremmo mai verso la Pasqua, se essa non ci chiamasse e non ci sostenesse con la sua grazia! La Quaresima è un cammino, che ci fa passare “da questo mondo al Padre”, dalla lontananza di Dio all’incontro con lui nella comunione con i fratelli. Proprio come accadde a Israele, da Dio tratto dall’Egitto per fare con lui un’Alleanza. Questo passaggio dalla schiavitù e dal peccato al Padre, lo chiamiamo conversione: essa è grazia e risposta della libertà, è ritorno a Dio e comunione con i fratelli, è, in una parola, cammino verso l’Alleanza.

La Quaresima ci inserisce quindi nella storia della salvezza, chiamandoci a vivere oggi, l’evento dell’Esodo; meglio ancora, l’evento di cui l’Esodo è profezia,. cioè la Pasqua del Signore. La comunità cristiana è già nella grazia pasquale, costituita com’è da rinati dal battesimo, plasmata dall’Alleanza, nuova ed eterna, pattuita nel sangue di Cristo, l’agnello che toglie il peccato del mondo ... Però essa è ancora anche “in Egitto”; non è ancora totalmente libera dal “lievito” del peccato e porta sempre in sé il germe della morte.

Per questo deve fare ogni anno il cammino del popolo nel deserto, o forse, meglio, il cammino di Gesù verso Gerusalemme, in una salita di conversione dal peccato e di passaggio al Padre. Spetta ad ogni generazione – anche a noi, quindi – chiamare per nome i nostri peccati, le nostre schiavitù personali e comunitarie, i nostri “idoli”, per chiedere a Dio di esserne liberati e camminare, giorno dopo giorno, nella lotta e nella fatica, verso la libertà dei figli di Dio ...

Le strade sono quelle dell’Esodo, da Gesù soltanto portate al loro approdo: strade antiche e sempre nuove, perché ogni anno noi siamo chiamati e ogni anno dobbiamo rispondere: fino al giorno in cui giungeremo alla Pasqua senza tramonto. La conversione quaresimale è condotta da Dio mediante la sua Parola: come Dio conduceva Israele dall’Egitto alla terra promessa, parlando a Mosè; come ha condotto Gesù all’adempimento di tutte le Scritture.

Inizia quindi un tempo nel quale la Parola di Dio, soprattutto quella proclamata nelle “sante convocazioni”, deve essere ascoltata con particolare intensità e docilità di cuore, perché è carica d’una grazia particolare. La conversione quaresimale investe tutto l’uomo, nella sua integrità di anima e corpo.

La grande tradizione della Chiesa, in questo tempo, ha sempre praticato il digiuno. Oggi questa disciplina è stata allentata. Ma non c’è legge degli uomini che possa rendere vano il comando del Signore: anche il corpo deve partecipare al cammino pasquale di conversione. Senza questa partecipazione del corpo alla lotta di liberazione dal peccato non c’è vera conversione. La conversione quaresimale è sempre un cammino di amore e di solidarietà. Chi si converte a Dio ritrova i fratelli.

Marco Cé

da “Quaresima, tempo di salvezza”, Rivista diocesana del Patriarcato di Venezia 2 (1988), pp. 199-200

© www.monasterodibose.it