Arcivescovo

S.E. Giuseppe

Satriano

IN AGENDA

Ascensione del Signore anno A. Il tempo della Chiesa è il tempo della missione

Il tempo che comincia dall'ascensione è il tempo della chiesa: è il tempo che, segnato dalla presenza dello Spirito Santo che domenica prossima riceveremo nella Pentecoste, vede tutti noi come protagonisti

L'ascensione è l'ultima domenica del tempo di Pasqua prima della Pentecoste ed è una festa strana perché se da una parte c'è la gioia per Gesù che compie la sua opera - cioè la nostra umanità che era stata assunta dall'Incarnazione, ora viene addirittura portata nell'eternità di Dio -, dall'altra parte c'è un poco di tristezza per Gesù che ci lascia: non c'è più accanto a noi come riferimento immediato!
Adesso per noi non è più così.

Gesù non va in cielo semplicemente perché ha finito la Sua missione (anche se questo avrebbe comunque senso perché si fida del Padre e mette la sua opera nelle Sue mani!) ma perché ci tratta da adulti: ora tocca a voi!

Il tempo che comincia dall'ascensione è il tempo della chiesa (qualcuno avrà un brivido lungo la schiena a questi termini ma è così!): è il tempo che, segnato dalla presenza dello Spirito Santo che domenica prossima riceveremo nella Pentecoste, vede tutti noi come protagonisti.

Nella prima lettura abbiamo il resoconto dettagliato (è lo stile di S. Luca) di come sia andata: Gesù che li raduna, dopo un supplemento di catechesi con cui ha aiutato i dodici a comprendere tutto quello che gli era "sfuggito" durante i 3 anni precedenti, trovatisi insieme (un'espressione curiosa: sembra quasi per sbaglio, ovviamente sottolinea che adesso i 12 sono vicino, cioè non più distanti di testa da Gesù) li conforta con la promessa dello Spirito Santo e poi li saluta; proprio in questo momento di intimità, di unione di spirito gli chiedono se finalmente è quello il tempo del regno dei cieli. La domanda sembra innocente, ma in fondo c'è il risalire di quel desiderio che noi abbiamo dentro: Signore per favore aggiusta tutto, specialmente i miei problemi, così che possa vivere sereno e tranquillo! E rimangono a guardare il cielo per trovare risposte alle loro domande mentre Gesù una risposta più chiara non gliela poteva dare: se mi amate osservate i miei comandamenti. Ricordate che ci aveva detto l'altra domenica: questo è il comandamento, vai e annuncia il regno, perché il regno di Dio non è un oggetto che si possa acquisire senza sforzo e possedere a nostro uso e consumo; il Regno di Dio si realizza proprio mentre lo annunci perché chi annuncia si deve necessariamente fidare di Gesù come Gesù si era fidato del Padre. Fidarsi totalmente è affidarsi pienamente alla Sua volontà, diventare come quel semino che viene gettato e germoglia come Dio sa e come Dio vuole. Chi ascolta, a sua volta, apre il cuore all'esperienza di accogliere questo messaggio attraverso l'accoglienza del fratello che lo annuncia, anche con la sua vita e con le sue ferite.

Sembra difficile ma in realtà è facile: è la fede di chi annuncia e che sveglia la fede di chi ascolta, ed insieme godono della presenza di Gesù che realizza il Suo Regno. La fede di chi annuncia è essenziale perché è il biglietto da visita del Regno, ne è la credenziale, ricordate quante volte nel vangelo Gesù spiega questo ai farisei: guardate me e le mie opere e aprite il cuore! La fede di chi annuncia si manifesta nel suo essere a mani vuote, ricco solamente dell'esperienza che ha fatto lui stesso dell'amore che lo ha salvato e lo ha cambiato, sapendo che il Padre ama così tanto tutti quelli che gli stanno davanti che diviene un proprio desiderio aiutare il Signore nel suo disegno di incontrare tutti i fratelli, questo vale per uno sconosciuto come per i nostri cari con cui ogni giorno condividiamo gioie e dolori.

A questo punto noi normalmente obiettiamo, ovviamente in modo più che ragionevole, che siamo poveri peccatori e che quest'opera è molto, troppo, al di sopra delle nostre capacità... è un'obiezione speciosa (preferisco dirlo così, è più carino).

Per rimanere tiepidi, logici, con i piedi a terra, molto sensati e molto umani noi viviamo un vangelo che è così annacquato che non sveglia nessuno, non inquieta le coscienze, non mette il fuoco addosso per cercare di seguire Gesù, almeno di approfondire. Perché non ci crediamo che Gesù ha assunto la nostra umanità fino in fondo e che, quindi, si fida proprio di te, con tutte le tue ferite e limiti, e ti trasforma in "pescatore di uomini" rendendoti simile a Lui (chi accoglie voi accoglie me!).

Per questo egli aveva detto che era necessario il Suo salire al Padre, altrimenti noi rimaniamo a trastullarci con i nostri desideri infantili di successo e affermazione, non mettendoci mai in discussione.

Diciamoci la verità: conoscete persone che da una vita si dicono cristiani, magari fanno anche tanto in una comunità parrocchiale, eppure vi sembra che di Vangelo non ci sia traccia nelle loro opere o azioni? E perché? Perché uno è brutto e cattivo? Perché è stato sfortunato? Perché tanto ha quel carattere?

Provate a pensare a quello che Gesù ha detto e fatto: ha dato la Sua vita per te, ti ha donato lo Spirito Santo e noi ancora ci nascondiamo dietro un dito!

Il vangelo si vive e per viverlo ti devi gettare nella mischia, ti devi coinvolgere, come?
Credendoci tu per primo... semplice!

Eppure questo è il saluto che Gesù nel vangelo ci rivolge: Io sarò con te sempre, se tu sarai nella missione, perché Io sarò nella missione, Io toccherò il cuore di chi annuncia e di chi ascolta, se ti fiderai di questo tu sarai sempre col Signore.

Nel corso dei secoli ogni volta che la comunità cristiana non si è fidata unicamente e totalmente di questo, ha cercato sicurezze umane, ragionevoli e logiche ha sbagliato! Come un maestro paziente e saggio Gesù ci accompagna e ogni secolo ci ricorda questo, ogni anno, ogni giorno.

Il tempo della Chiesa è il tempo della missione, come era già avvenuto agli apostoli, forti solo della sua parola, allora faremo miracoli veri, proprio noi così deboli e fragili, perché è Gesù stesso che opera in noi e davanti ai nostri occhi.

Questa è la via per incontrare Gesù, non mi sembra che il vangelo sia stato ambiguo su questo punto, la bella notizia è che Gesù in persona crede che ce la possiamo fare, per questo ci fa camminare (apparentemente) soli: bisogna diventare cristiani adulti, veri figli di Dio.
Ricapitolando:
Tempo dell'abbandono=tempo dello Spirito=tempo della chiesa
Dinamica dubbio-fede
Ogni potere
Immergetele nel mio amore

La missione è il luogo di Gesù e di coloro che lo cercano/seguono

don Marco Simeone

© www.omelie.org

Scarica la salmodia per questa domenica, clicca qui

Scarica il canto per la Domenica della Parola, clicca qui

Per approfondimenti: www.musicasacrabari.com

Novità: Rivista online di liturgia, vai al sito

Prossimi eventi