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Solennità del Ss. Corpo e Sangue di Cristo. Un pane buono da mangiare

In questa domenica in cui la Chiesa celebra la festa del "Corpus Domini" (il Corpo del Signore) Gesù si presenta come Pane di Vita.

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Il Pane è fatto per essere mangiato, è il cibo dei poveri, è il cibo presente nella maggior parte delle culture. Preparato e cotto nei modi differenti, con diversi tipi di grano o farine, di diverse forme, il pane assicura la vita. E Gesù dice di sè: "Io sono il pane vivo disceso dal cielo". Gesù è un pane vivo, potremmo dire, un cibo vivo, un cibo che fa vivere; ed è disceso dal cielo, è disceso come dono dal Padre, è disceso sulla terra per portarvi la vita del cielo, la vita eterna.

Infatti dice subito dopo: "Se uno mangia di questo pane vivrà in eterno". "Se uno..." non specifica chi, chiunque può mangiare di questo pane, anche un bambino. Bellissima fu l'intuizione del Papa che fece dare la comunione anche ai bambini. "vivrà in eterno". E' un pane speciale, è un pane prezioso, un pane unico, un pane sacro capace di assicurare la vita per sempre. L'uomo di tutti i tempi ha sempre desiderato prolungare la sua vita, trovare per esprimere in altre parole l'elisir dell'eterna giovinezza. Quante favole lette e raccontate di personaggi in cerca di questo elisir. E noi ce l'abbiamo a portata di mano, basta stendere la nostra mano e lui si dona a noi come pane di vita eterna, come pane della vita per sempre, come pane della vita vera che non muore, come pane dato a ciascuno per donarci quella vita in abbondanza promessa.

Ma perché pane è così speciale? "Il pane che io darò - dice Gesù - è la mia carne per la vita del mondo". Questo pane così speciale, è la carne stessa di Gesù, è la sua vita, è la sua esistenza, è il suo essere... Gesù usa una parola forte: "è la mia carne". Poteva dire è il mio spirito, è la mia anima... Forse saremo stati meno increduli, invece usa proprio questa espressione: "La mia carne...". Gesù sapeva che noi, poveri uomini, come Tommaso crediamo solo a ciò che vediamo e tocchiamo. Lui voleva farci toccare la sua carne. Qui non possiamo non ricordare quanti miracoli, come quello di Lanciano, forse rimasto il più famoso, dove quel pane, davanti all'incredulità del sacerdote che celebrava e si chiedeva: "Ma sarà proprio la carne di Gesù?", si è trasformato in "vera carne" e il vino in "vero sangue".

Il Pane che Gesù ci dà è Lui stesso. Non aveva altre parole per dirci: "Sono proprio IO, è il mio CORPO, dato per voi, è il mio SANGUE, versato per voi." E' proprio la mia carne di Dio incarnato, che ha camminato le strade dell'uomo, che ha subito la flagellazione, che ha vissuto la Passione e Morte, sono proprio io che sono morto per te, che oggi, come allora mi consegno a te, per darti la Vita". Poteva Dio trovare un modo più stupendo per dirci quanto ci ama?
E' impressionante come in questi pochi versetti continui a ripeterci, quasi a "convincerci":

"mangia la mia carne".
"Se uno mangia di questo pane..."
"il pane che io darò è la mia carne"
"Se non mangiate la carne del Figlio dell'uomo e non bevete il suo sangue..."
"Chi mangia la mia carne e beve il mio sangue"
"la mia carne è vero cibo e il mio sangue vera bevanda".
"Chi mangia la mia carne e beve il mio sangue"
"colui che mangia di me vivrà per me".
"Chi mangia questo pane vivrà in eterno".

Gesù ci dona la sua carne, ma la sua carne è un dono, una vita donata, la sua carne è per darci Vita, la vita vera, la vita eterna, una vita che vive a una condizione: diventare un dono per gli altri, un dono per il mondo.
Sì, c'è un rischio da correre, c'è un "prezzo da pagare", "è pane dato gratis", però, se lo mangi con fede, succede una cosa straordinaria: piano piano ti fa diventare come Lui, un altro Gesù, ti trasforma in Lui, ti dà la capacità di diventare dono per gli altri, di uscire dal nostro egoismo, dalla nostra poltronite, dalla nostra autosufficienza, dal nostro individualismo... ci fa diventare capaci di donare a nostra volta la nostra carne: il nostro tempo, le nostre forze, le nostre capacità, la nostra intelligenza... E più ti doni, più vorresti donarti, più ti doni, più hai l'impressione di venire "mangiato" dagli altri. E più ti doni e sei mangiato dagli altri, più scopri di essere felice, scopri che sì c'è un ancora un pezzetto di te che non avevi offerto ancora agli altri, e poi ancora... e sembra che la tua esistenza si prolunghi all'infinito, diventi eterna, come quella di Gesù. Ti rendi conto che qualcosa di te vive nel mondo, vive negli altri, che la tua storia diventa la storia del mondo, dell'umanità.

Pensiamo ai santi che sono stati capaci di fare della loro esistenza questo. Pensiamo a un San Francesco vissuto 800 anni fa, come la sua vita si è prolungata attraverso il dono che lui ha fato di sè agli altri fino ad oggi, fino a diventare una grande famiglia, la famiglia francescana. Pensiamo a Madre Teresa, più viva che mai, a P. Pio, vissuto in un piccolo convento, eppure "mangiato" dal mondo intero. Ma ci sono sicuramente anche degli esempi vicino a noi: quante mamme, bravi papà, giovani che hanno saputo donare la loro vita e vivono nell'esempio di tante altre persone.

Concludo questo commento con una storia, che non ho ritrovato tra i miei appunti, ma che cerco di ricordare a memoria: "C'erano due pani, appena sfornati, belli, croccanti. Entrambi si sentivano i migliori pani della panetteria, erano, però, diversi. Entrambi volevano vivere per sempre. Uno scelse di nascondersi per non essere mangiato e così non morire, l'altro desiderava sfamare il mondo, prendere la carne del mondo. Fu così che uno approfittò di un momento di distrazione del fornaio e fini sotto lo scaffale, l'altro si lasciò prendere in mano, affettare e fu dato di pezzo in pezzo a tante mani che volevano un pezzo di buon pane appena sfornato. Si lasciò tagliare, mangiare, sentiva che piano piano diventava carne in tanti uomini, viveva nella vita del mondo, poteva guardare il mondo con gli occhi di un bambino, di un giovane, di una mamma, poteva sorridere, poteva essere la forza di un papà... si sentì alla fine tutto in tutti. L'altro pane che si era nascosto, fu piano piano, ricoperto da un leggero strato di muffa', divenne duro come la pietra, quando fu ritrovato, era irriconoscibile, un mucchietto di vermiciattoli lo ricopriva con disgusto fu gettato via e bruciato nel fuoco."

Possiamo scegliere di essere un pane che si dona agli altri come Gesù o un pane che per non farsi mangiare, muore in se stesso.

Comunità Missionaria di Villaregia

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